“Fa’afafine”: a Firenze lo spettacolo su un bimbo gender fluid.

PALERMO 12.05.2014 - STAGIONE PROSA TEATRO BIONDO: FA'AFAFINE DI GIULIANO SCARPINATO AL NUOVO TEATRO MONTEVERGINI. © FRANCO LANNINO/STUDIO CAMERA

C’era una volta un bambino gender fluid (con tante polemiche). Arriva a Firenze lo spettacolo “Fa’afafine”. Il regista spiega a Ful  perché ha scritto la storia del piccolo Alex, indeciso tra essere maschio o femmina.

 
A Palermo una bimba ha chiesto al regista perché i genitori di Alex ci avessero messo così tanto a capire che “lui è così e basta”. A Torino un piccolo, al termine della rappresentazione, ha esclamato: “Nessuno può costringerci a essere una cosa diversa da quella che siamo!”. Nonostante le polemiche, alcune delle quali hanno fatto saltare le date di Potenza e Melfi, “Fa’afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro”, spettacolo scritto e diretto dal 33enne Giuliano Scarpinato, una sessantina di repliche già andate in scena da Nord a Sud, continua a collezionare reazioni positive tra il pubblico.

PALERMO 12.05.2014 – STAGIONE PROSA TEATRO BIONDO: FA’AFAFINE DI GIULIANO SCARPINATO AL NUOVO TEATRO MONTEVERGINI.
© FRANCO LANNINO/STUDIO CAMERA

Ora la storia di un bimbo che un giorno si sente un lui e il giorno dopo una lei arriva per la prima volta a Firenze (Teatro di Rifredi, 18-19 febbraio). Sul palco Michele Degirolamo che, sebbene sia grande e vaccinato, risulta credibile nei panni di un piccolo di otto anni: Alex nella sua cameretta dà sfogo a fantasie e sogni, si veste da principessa e da maschietto, mentre mamma e papà (Gioia Salvatori e Giuliano Scarpinato) spiano dal buco della serratura. Alex desidera essere “fa’afafine”, come nell’isola di Samoa è chiamato (e accettato) chi non si ritrova nella tradizionale divisione fra i due sessi.
“Gli studiosi americani parlano di bambini ‘gender fluid’ o ‘gender creative’ – spiega il regista Giuliano Scarpinato -. Ho scritto lo spettacolo due anni e mezzo fa quando la ‘questione gender’ non era ancora esplosa. Non mi aspettavo tante polemiche, vista la delicatezza con cui ho affrontato il tema”. L’idea è nata da una copertina del settimanale Internazionale: titolava “Che male c’è se mio figlio si veste da femmina?”. “Poi ho approfondito l’argomento su blog e libri”, racconta. “Fa’afafine”, coprodotto dal Teatro Stabile di Innovazione del Friuli Venezia Giulia e dal Teatro Biondo Palermo, ha debuttato nel 2014 vincendo il Premio Scenario Infanzia e adesso continua il suo viaggio.
Secondo il regista è proprio la calorosa accoglienza degli spettatori, grandi e piccoli, a fare da contraltare alle polemiche. “Ricevo molti messaggi da genitori e insegnanti, che mi ringraziano. Mi ha contattato anche una famiglia con un bimbo gender fluid alla quale lo spettacolo ha dato il coraggio di emergere. Finché queste persone rimangono nell’ombra, vivono una condizione di auto-emarginazione che le condanna all’infelicità. È fondamentale che possano contare sull’inclusione della società. Il teatro è questo: un’occasione reale per parlare della vita vera”.
Infine un invito: “Le censure e le polemiche si basano su preconcetti. Venite a vedere lo spettacolo e poi ne parliamo”.

Gianni Carpini