“Odio i selfie, ma amo il teatro”. Drusilla Foer si racconta (sul palco).

È impegnata in un tour estivo: con il recital “Eleganzissima” arriva al Teatro Romano di Fiesole e alla Versiliana. Dopo cinque anni Ful torna a intervistare Drusilla Foer.

 
Drusilla Foer cammina sempre su un filo. Si muove leggera tra finzione e realtà, nascosta da una maschera che in fondo non lo è, perché qualcosa di vero c’è sempre, tra una risata, una nota ironica e un filo di malinconia. Drusilla non è un “travestimento”, è un personaggio reale che gode di vita propria. Un successo iniziato a lievi passi nel 2011 con un’intervista postata su Youtube, poi proseguito con falcate più decise: in tv con Serena Dandini, sul grande schermo nella “Magnifica presenza” di Ozpetek, in radio.

Infine l’esperienza a teatro. “Eleganzissima”, recital in cui Drusilla si racconta tra parole e musica, è arrivato nei teatri di mezza Italia e anche a Barcellona. Il 12 luglio approda al Teatro Romano di Fiesole, l’8 agosto alla Versiliana. Due assaggi della tournée che da novembre toccherà, tra le altre città, Milano, Torino, Genova, Roma, Bari e (di nuovo) Firenze. “Il mio agente, Franco Godi, mi fa lavorare come una pazza, pensa che sia giovane come Beyoncè, ma in fondo io e lui siamo come Bonnie e Clyde”: ha sempre la battuta pronta Drusilla. La intercettiamo mentre scende di corsa da un taxi in piazza San Marco: nonostante la sua “vita randagia per il mondo”, come dice lei, Firenze è la sua città.

Cinque anni fa la definimmo “regina dei salotti”, oggi come si sente?
“In realtà il salotto è l’ultima stanza dove sto volentieri, anche quando sono dagli amici mi piace stare in cucina o a tavola. È chiaro: sono sempre stata vista più su un divano che su una sedia a mangiare un piatto di spaghetti. Adesso direi che vivo più sul palcoscenico che a casa mia.”

Cosa ci dobbiamo aspettare dallo spettacolo ospitato dall’Estate Fiesolana?
“Sono emozionata. Il palco di Fiesole è importante, con quel soffitto di stelle. Porto il mio “Eleganzissima deluxe edition”: ci sono tre musicisti in più e racconto episodi della mia vita, alcuni divertenti, altri nostalgici, poi canto canzoni che lego a quei momenti. Ci saranno canzoni nuove, come una bellissima melodia brasiliana di Jobim. Avrei voluto proporre Dalida, ma il maestro Loris di Leo, al piano, e il mio produttore non me l’hanno concesso: prima o poi ce la metterò, sa. Lei era bionda, io sono vecchia, ma Drusilla Foer e Dalida starebbero bene insieme, non pensa?”  
Come è arrivata sul palco?
“Sono un personaggio legato soprattutto al web, ma internet non dà la possibilità di esprimersi al massimo. Una volta tornata a Firenze, una decina di anni fa, avevo difficoltà a farmi vedere in giro, perché sostanzialmente sto invecchiando male, sono brontolona, non sono sociale. Allora il palco è un bellissimo canale per entrare in contatto con gli altri”.
A proposito di web: le piacciono i selfie?
“Li detesto, perché con questa testona sembro sempre Fred Astaire con una parrucca”.
Tv, radio, cinema, teatro, cosa le manca: giurata in un talent show?
“E chi lo sa? Dico sempre che il giudizio è uno dei mali maggiori della terra, ma se mi pagano per farlo, adoro giudicare. Mi piacerebbe, sa come mi divertirei?”
Si vocifera del suo legame con un gay club fiorentino, ci va ancora?
“Lo amo sempre. Una volta l’anno una seratona la faccio: scordo di essere un’anziana signora, mi metto qualcosa di eccentrico, esco e vado a ballare. La chiamo la mia super sera”.
L’ha già fatto quest’anno?
“Aspetto di finire il tour estivo. Perché si comincia a invecchiare, non è che tutte le sere si può far tardi”.
Negli ultimi tempi sono scomparsi dei grandi della musica e del teatro. C’è qualcuno che le manca?
“Artisti come Prince, Amy Winehouse, George Michael: quando sono mancati ho avvertito una sensazione di privazione, anche se la loro musica continuerà a scorrere nelle nostre vite. E poi Paolo Poli, che ho conosciuto bene, mi mancherà per molti motivi. Dal 29 al 31 dicembre sarò al Teatro Niccolini di Firenze, mi sento un po’ a casa sua e dedicherò queste date a lui. Spero che sia lassù a guardarmi, che sorrida e che non sia troppo severo, perché era uno con le idee chiare. Tutti noi dobbiamo molto al suo coraggio, alla sua ricerca musicale, alla sua libertà di dichiarare chi si è e cosa si ama“.
Infine una domanda personale. Drusilla la mattina apre gli occhi, si alza e… chi vede nello specchio?
“Vedo una vecchia signora struccata e non protetta da Photoshop che si chiede cosa può fare in quella giornata perché questo mondo sia un po’ migliore. Tutti noi siamo addolorati per quello che vediamo accadere intorno. Bisogna combattere con il senso di impotenza, ma ho una convinzione: l’unica cosa che può salvarci è la creatività”.
Gianni Carpini