Libertà da ogni formula: l’Accademia di Adriano Bimbi

Incontro con Adriano Bimbi, scultore, Maestro di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze dal 1976, giunto all’ultimo anno di una splendida, umanissima, carriera.

© Adriano Bimbi

Adriano Bimbi, artista. Leggo dalla sua graffiante biografia: «Adriano bimbi è nato a Bibbona, un piccolo paese tra la costa e la campagna livornese, nel 1952. Non ha avuto studi regolari e l’indicazione datagli alla fine della scuola media di dedicarsi all’arte, perché altro non avrebbe saputo fare, gli è valsa la decisione di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ha studiato per pittore con il maestro Fernando Farulli e, finita l’Accademia, da autodidatta, si è messo a fare lo scultore».
Negli anni, ha esposto opere in tutta Italia, ha realizzato monumenti per varie città, ha collaborato per esposizioni a Münster, NY, Bruxelles.
Come tutti i grandi Maestri per gli allievi capaci, Bimbi è stato determinante nella formazione dell’educazione e la personalità di molti artisti fiorentini, le cui opere e i cui caratteri mi hanno sempre appassionata. Ecco il prodigio dell’insegnamento: c’è sempre un piccolo precipitato di Bimbi nelle opere di questi artisti che mantengono vivo un conflitto, e quindi una ricchezza interiore, in un mondo fatto di menzogne dove l’unica menzogna che non è tale è la loro, perché l’artista non inventa che sé stesso.
«Dell’Accademia come istituzione non mi interessa parlare. Quello che è strutturato, programmato, di solito non funziona» spiega Bimbi. «L’istruzione non dev’essere vista come istituzione, ma come potenziale umano. Io ho vissuto la mia Accademia sulla base di questi principi: non ho mai inteso l’Accademia come scuola, ma come luogo di incontro, come un percorso, dove certe necessità si palesano. E negli anni, posso dire di aver trovato allievi, persone meravigliose con cui ho intrapreso percorsi emozionanti. Sono stati loro a rendere straordinaria la mia Accademia, non l’Accademia di per sé».
Bimbi accenna a come, col tempo, l’Accademia sia mutata. «… Ma è cambiato anche l’uso, l’abuso che facciamo dei mezzi che dovrebbero concepire un’opera d’arte. Di fatto, pare che oggi l’opera d’arte funzioni solo perché se ne parla. E magari invece di una poesia di Cardarelli non se ne parla più».
Arte e bellezza, spiega Bimbi, sono molto più rare, più sfuggenti di quello che si possa immaginare. «La bellezza secondo me ha anche un aspetto attinente al verbo (non voglio dire al vero), ma è comunque legata a un’espressione che ci trascende in qualche modo, per la sua esattezza. Ora invece anche un rutto è arte! E non sappiamo più distinguere che rapporto ci sia tra arte, politica, società, decoro… viviamo in un pastone in cui nessuno ha il coraggio di metter le mani per chiarire un po’ le idee. E poi, tutto è già passato. I Greci, diceva Rosai, avevano già inventato tutto. E diceva una cosa vera! Mentre oggi ognuno si alza e pensa di essere artista – io per primo! Ma la verità è che quando in un secolo ci sono due artisti, è già un secolo ricco, ricchissimo!».
Col suo tono pacato, Bimbi parla dell’importanza dell’educazione:«Servirebbe un’autoeducazione, prima di tutto. Alla bellezza, che non è decoro, ma è qualcosa che scava dentro te, che ti forma, che ti dà una struttura tale da farti compagnia, a dispetto di tutto, perfino della miseria!».
Parliamo ora di una mostra in arrivo. Sarà l’1, 2 e 3 dicembre (prorogata il 12, il 14 e il 15 dicembre) prossimo al Chiasso Perduto, Via dei Coverelli 4R, a Firenze. Si intitolerà Postumi e sarà una collettiva: Bimbi esporrà le sue opere insieme a quelle dei suoi ex allievi, Andrea Lucchesi e Sebastiano Benegiamo.
Andrà così in mostra il dialogo aperto tra i tre artisti, che si mettono in gioco per raccontare un tema, quello della strada, utilizzando varie tecniche.
Le opere di Bimbi: disegni a china di paesaggi campestri, visti dall’interno di una macchina, senza compiacimenti formali o cromatici, scuri: paesaggi che vanno incontro alla notte. «Ho più di 60 anni, la mia visione adesso impone delle riflessioni…».
Anche le opere dei suoi allevi prendono consistenza da un’esperienza di vita, offrendo considerazioni di ordine teorico ed estetico.
© Andrea Lucchesi

I lavori di Lucchesi, olio su tela, rappresentano figure dai contorni smussati fatalmente da una sensibilità viva, come fluttuanti, in spazi e luci mutevoli.
Benegiamo, abile nella tecnica dell’incisione a puntasecca, predilige personaggi scelti dal cupo della strada: prendendoli dal basso, è capace di innalzarli.
Della pittura di Lucchesi e delle incisioni di Benegiamo, dice il Maestro che si tratta di un’arte ben fatta, perché non decorativa, ma identificativa di un vissuto. «A volte i miei lavori, come quelli di Lucchesi e Benegiamo, possono sconcertare: ma non si può avere paura del buio sempre. Bisogna affrontarlo!». Se guardi nel buio a fondo, cʼè sempre qualcosa. •
ENGLISH VERSION>>>>
Adriano Bimbi was born in Bibbona in 1952. His early teachers suggested him to dedicate to art, because he wouldn’t have been able to do anything else. So he joined Accademia di Belle Arti in Florence and after that he became a sculptor.
Over the years, his works have been exhibited all over Italy, he created several monuments and collaborated to exhibitions in Münster, New York and Bruxelles.
Bimbi’s teaching was crucial for many Florentine artists: there’s always a little bit of him in their works. «I am not interested of talking about the Accademia from an institutional point of view» says Bimbi. «Education is not to be seen as an institution but as human potential. For me, the Accademia is a place to meet with the others, a path. Over the years I met wonderful pupils, they made my Accademia extraordinary, not the Accademia itself».
Bimbi talks about how the Accademia has been changing «… But what also has changed, is the use and abuse of those means which should conceive a work of art. Nowadays, it looks like art “works” only because people talk about it. Art and Beauty are way more rare and elusive then we think. Today, even a burp is Art! We no longer know how to distinguish the relationship between art, politics, society, decency… we live in a soup where no one dares to clear things up.
Everything has already been and done. The Greeks, as Rosai used to say, had already invented everything. And he was right! Now everyone wakes up believing to be an artist – me too! Truth is, when a century sees a couple of artists, that century is already extremely rich!».
Next December 1st, 2nd and 3rd at Chiasso Perduto, in Via dei Coverelli 4R in Florence, Postumi collective exhibition will take place. Bimbi and two former pupils – Andrea Lucchesi and Sebastiano Benegiamo – will exhibit their works.
Bimbi’s works are ink draws of countryside’s landscapes, seen from the inside of a car, informal and dark «I’m in my sixties now, my vision offers matter for reflection…».
Lucchesi’s works, instead, are shapes with undefined borders and a vivid sensitivity, in shifting spaces and lights. Benegiamo, who’s an expert of incision technique, prefers dark characters from the ghetto: he picks them up from the bottom to make them rise.
«Sometimes my works, as well as Lucchesi’s and Benegiamo’s, may be upsetting. But we shouldn’t always be afraid of darkness, we should face it!». •
Testo di Martina Scapigliati