Omosessualità a Firenze: condannati al rogo perché sodomiti

savomosex2Grande peccato è quello di questa città, la Sodomia, per il quale Iddio non ti vuol vedere, Firenze: di questo n’è pieno el popolo. Se tu non vi provvedi, Firenze, Iddio ti farà pericolare. Provedivi, Firenze, e ponvi le pene gravi a chi in questi incorresse, altrimenti guai, guai a te, se non lo fai.

Correva l’anno 1494, e con queste crude parole un illustre personaggio, protagonista indiscusso della scena politica e religiosa di Firenze, invertiva la tendenza di una città, storicamente tollerante. Era un semplice frate, divenuto celebre per i suoi sermoni di austerità e devozione, un predicatore contro la corruzione ed il peccato, un profeta intriso di magia che si opponeva ad una Roma marcia ed appassita, ad una Chiesa che stava crollando sotto le languide carezze dei Papi, durante sporchi fescennini vaticani. Era un semplice frate ossessionato dal peccato.Correva l’anno 1494: il Rinascimento era alle porte, un nuovo mondo chiamato America prendeva forma e colore nel mappamondo, e, a Firenze, venne il tempo di Girolamo Savonarola. savomosex3

La storia parla chiaro, attraverso la voce di coloro che la scrivono: da Dante a Boccaccio, le testimonianze, le scritture, le vicende, raccontano di una Firenze tollerante, cosmopolita, diremmo oggi. Per il Sommo Poeta, simbolo storico della città, le condanne per sodomia non occultano il valore dei personaggi che incontra nel suo “viaggio” all’Inferno.

Per capire quanto Firenze fosse in controtendenza, è utile scavare nelle fosse della storia, addentrarsi nelle lande medievali alla ricerca delle radici dell’omofobia. Prima metà del 1200, la dottrina della Chiesa Cattolica sta prendendo forma, pian piano, come un enorme vaso di creta, modellato dalle mani di frati e teologi, santi e martiri; ognuno come la tessera di un puzzle che va da Costantino a Papa Francesco. Tommaso d’Aquino, celebre domenicano, getta nel grande fuoco della lussuria, l’amore tra persone dello stesso sesso, e afferma che l’omosessualità fomenta l’ira divina, citando il passo biblico sulla città di Sodoma. Come l’antica città ebraica, bruciata da Dio stesso, a causa dell’empietà dei suoi abitanti, così arderanno i peccatori, che saranno definiti “sodomiti”. Tutta l’Europa trecentesca era attraversata dallo spettro della lussuria, che s’insinuava in ogni angolo, era pioggia per i fiumi della paura: miscredenti, eretici, streghe, omosessuali, tutti vennero considerati responsabili delle grandi carestie; non i topi delle Indie, ma i peccatori, avevano portato la morte chiamata “Peste Nera”.

savomosexFirenze rappresentava un’eccezione nel panorama europeo; questo almeno fino all’arrivo del Savonarola e dei “piagnoni”, i suoi seguaci. Contro i costumi di una Chiesa corrotta irreparabilmente dai Borgia, frate Girolamo aspirava ad una Repubblica autonoma, libera dai lacci di Roma e della lussuria. Così fece appiccare inesorabili roghi, su cui condannò a bruciare centinaia di corpi nudi, rei di aver amato persone dello stesso sesso. Fu però solo una breve, deplorevole parentesi per i fiorentini; lo stesso fuoco, acceso con la legna dei boschi toscani, si prese il corpo nudo del frate Girolamo e molti narrano che, ironia della sorte, non fu il boia ad appiccare quel fuoco, ma che arrivò per primo proprio un sodomita: fu lui a vendicarsi, provocando la scintilla.

Il ritorno dei Medici coincise con il fiorire delle gemme del Rinascimento e le storie segrete di Leonardo da Vinci, i chiari messaggi omoerotici nelle opere di Donatello e di Michelangelo, sono metonimie di un sistema atipicamente tollerante. In questa ottica, è piacevole credere in una sorta di patrimonio genetico della città intera, trasmesso attraverso le epoche, di fiorentino in fiorentino. Dal Medioevo al XXI secolo, una continuità di liberi pensieri, un grande anfiteatro di cultura e società. Questo ci piace pensare di Firenze: che fosse all’avanguardia, nel passato e nel presente. Appunto, nel presente, chiediamo a tutti voi: omosessualità a Firenze, indiscutibile tolleranza o “savonarolica” omofobia?

GIANLUCA PARODI