La Festa dei Lavoratori, a Firenze, ha settecento anni

tumultoÈ appena passato il Primo Maggio, festa dei lavoratori, che da ormai quasi un secolo affronta l’entusiasmo o l’avversione di parti diverse del popolo e della classe dirigente. Ma pochi sanno che Firenze è stata teatro di uno dei primi scioperi della storia, già settecento anni or sono. Nel 1348, infatti, l’oligarchia guelfa che comandava la città affrontò il grave discredito dovuto ai costi e al fallimento della Guerra degli Otto Anni, e le corporazioni artigiane ne approfittarono per sollevarsi contro il potere bancario che da sempre comandava la Repubblica.
A loro si unirono i Ciompi, salariati del settore della lana, numerosissimi, e il 24 Giugno, in seguito a un vero e proprio tumulto, questi operai dei lanifici occuparono Palazzo dei Priori, e riuscirono a mettere a capo del governo il proprio leader, Michele di Lando. Fu una vera e propria rivoluzione, fatta per ottenere pari diritti per tutti i lavoratori, che, come spesso accade, finì per tradire le speranze di chi per essa stava sacrificando tutto. Di Lando si dimostrò un pessimo politico, i rivoltosi, tra loro disuniti, lo subissarono di richieste inverosimili alle quali il leader non potè far fronte, finendo per essere sempre più isolato. Il 31 Agosto, dopo solo due mesi dal tumulto, i banchieri alleatisi con la media borghesia, scacciarono i Ciompi dai luoghi del potere, ne sciolsero l’Arte ed esiliarono Michele di Lando.
Così, nella sconfitta, terminò il primo esempio di lotta di classe fiorentina. Le grandi famiglie bancarie continuarono a dominare Firenze fino a quando la più potente di esse, i Medici, le schiacciò tutte a metà del Quattrocento, imponendo la propria signoria. L’aver spento la prima scintilla democratica, costò, nel tempo, a Firenze, la vita stessa della Repubblica.
“I Ciompi se ne andarono sì come gente rotta, et senza capo et sentimento, perché si fidavano et furono traditi da loro medesimi“. Filippo Villani, Cronica
NICCOLÒ BRIGHELLA