La guerra in Siria è la guerra dei Trent'Anni?

Le preoccupanti similitudini tra la guerra in Siria e la guerra dei Trent’Anni, la più grande catastrofe umana vissuta dall’Europa prima del ‘900 che lasciò dietro di sè 12 milioni di morti.

Marten's_PoltavaUna doverosa premessa: nella storia ogni evento è unico e irripetibile poiché composto da persone, contingenze e contesti unici e irripetibili. Usare il passato per capire il presente è sempre un’arma a doppio taglio, che può travisare tanto quanto illuminare. Ma ci sono momenti, nella storia personale e collettiva di noi tutti, in cui solo il passato può giungere in nostro aiuto, laddove il futuro sembri tanto oscuro.
I fatti di Parigi sono stati oramai ampiamente commentati da politici, intellettuali e persone comuni. La guerra in Siria ci ha raggiunto, dapprima con i rifugiati, poi con l’attacco a Hebdo e infine con una vera azione di guerra perfettamente pianificata nel centro della capitale putativa d’Europa. I bombardamenti francesi sono iniziati ma ancora non sappiamo come reagirà la NATO, né che tipo di alleanza potremo realizzare con Russia e Assad. In queste ore molti parlano di Terza guerra mondiale, ma la guerra in Siria somiglia molto di più, per la molteplicità di attori e per le contrapposizioni religiose, alla guerra dei Trent’Anni, combattuta in Germania dal 1618 al 1648.
All’epoca la Germania era un’accozzaglia di principati divisi tra loro da diverse confessioni religiose ma uniti sotto il potere nominale dell’Imperatore Asburgo d’Austria. Il secolo precedente aveva visto la nascita di Martin Lutero e Calvino, e in territorio tedesco ogni signorotto locale aveva aderito al protestantesimo o al cattolicesimo a seconda dei propri interessi, con l’obiettivo di emanciparsi dal potere dell’Imperatore.
La situazione era esplosiva, map-of-30-years-war-1il pericolo di ripetere in Germania la terribile esperienza francese delle Guerre di Religione era altissimo, ma niente fu fatto per evitarlo. Lo scontro religioso si replicò, persino peggiore di come era stato in Francia: la guerra dei Trent’Anni fu in assoluto la più grande catastrofe umana vissuta dall’Europa prima del ‘900, lasciò dietro di sè 12 milioni di morti e un territorio devastato.
Potremo vedere in questo teatro tedesco, diviso tra poteri protestanti e cattolici, tra l’area di influenza dell’Imperatore e quella dei Principi, la Siria dei nostri giorni divisa tra sunniti e sciiti, tra governo e ribelli. Ma le analogie non si fermano qui. La guerra dei Trent’Anni iniziò a causa della nomina di Ferdinando II, cattolico e gesuita, a Re della Boemia protestante, sostenuto dall’Imperatore Asburgo. Nello stesso modo lo sciita Assad (Ferdinando), sostenuto da Putin (Asburgo) è salito al potere in un territorio a maggioranza sunnita (protestanti). La rivolta dei cittadini boemi, così come quella dei siriani, fu violenta, e scatenò una guerra a cui tutte le potenze, loro malgrado, parteciparono. Le repressioni in Germania furono sanguinose e i boemi, come oggi i sunniti con Assad, si scissero ed elessero un proprio Re, Federico V, in guerra con tutti gli altri. In questa prima fase furono soprattutto gli Asburgo ad agire (nel nostro caso Putin): con una violenza inaudita sterminarono l’opposizione boema e posero la parola fine alla prima fase del conflitto.
Nel frattempo però l’Europa e il mondo osservavano. La Francia, potenza egemone dell’epoca, che nella nostra analogia recita la parte degli USA, a causa della propria politica antiasburgica (anti-Russa), temporeggiò per anni con questa critica situazione. Il rischio per le potenze di passare dal sostegno ai belligeranti al conflitto diretto era altissimo, lo stesso rischio che corriamo oggi in Siria, dove gli attori sono molteplici, gli interessi in contrasto, le strategie attuate diverse.
Giungiamo così all’ultima e più pericolosa similitudine. Le vittorie e i successi degli Asburgo, come quelle dei Russi oggi (che hanno spinto Is ad attaccare venerdì l’Europa), costrinsero la Francia a entrare in guerra, trasformando uno scontro religioso in un conflitto per l’egemonia sull’Europa e quindi, all’epoca, sul Mondo.
stato_islamico_915_820A quel punto, ed è il momento che stiamo vivendo noi oggi qualora la NATO intervenisse in Siria, la guerra divenne totale. Spagna e Impero contro Francia e Svezia, cattolici contro luterani contro calvinisti, centinaia di migliaia di uomini che combatterono in Germania, nel Mediterraneo e in pieno Atlantico. La carneficina fu immane, e si concluse con la vittoria della Francia, la perdita di potere degli Asburgo, la frammentazione definitiva della Germania (riunita poi solo duecento anni dopo) e l’esaurimento totale delle risorse spagnole. La Francia, sfinita, non potè godere del proprio successo, nel frattempo infatti su un’isola oltre la Manica, la rivoluzione protestante aveva portato la democrazia, e, dopo il ritorno del Re accordato dal Parlamento, questa piccola isola di pastori e filibustieri iniziò a colonizzare le Americhe. Nacquero così, dalle ceneri dell’insensata guerra religiosa, l’Impero Britannico e gli Stati Uniti d’America.
Tutto questo complesso affresco ci insegna che, come allora, due sono i problemi che dovremo affrontare, già sottolineati dalla rivista di analisi politica Limes: prima di tutto la questione esterna, come intervenire in un teatro così complesso senza finire invischiati nelle atrocità della guerra religiosa e nel conflitto diretto tra potenze? In secondo luogo la questione interna, come preservare la convivenza civile e l’integrazione nelle nostre democrazie mentre combattiamo in Siria? Il compito sarà arduo e le risposte molteplici, ma una cosa è certa, che lo vogliamo o no, come nel Seicento, questa guerra ridefinirà la geografia politica del Mondo in generale, e del Mediterraneo in particolare, per sempre.
NICCOLÒ BRIGHELLA