Tre instagrammer vi raccontano Firenze

Abbiamo chiesto a chi ogni giorno immortala Firenze di svelarci qualche “trucco” e di raccontarci come vede la città attraverso l’obiettivo del suo cellulare.

Non essere banali, non scattare a cuor leggero, non avere il grilletto facile fotografando tutto e tutti senza sosta. Ma soprattutto avere tanta (ma tanta) pazienza, perché prima o poi davanti all’obiettivo dello smartphone passerà qualcosa di unico, da condividere sui social.
I consigli arrivano da chi ha il “tocco d’oro”: gli instagrammer con migliaia di follower, che ogni giorno collezionano un tripudio di “cuoricini” e reazioni entusiaste ai post. Abbiamo sentito tre igers attivi sulla piazza fiorentina. Tutti diversi, ma uniti dalla stessa passione: c’è chi della fotografia ha fatto una professione e chi invece è impegnato in un campo lavorativo distante anni luce; chi ama il bianco e nero e chi del colore ha fatto il suo cavallo di battaglia.
 

@lili76photo – Ilaria Vangi – profilo
Ilaria Vangi, Lili per gli amici, è una fotografa professionista fiorentina. Si è avvicinata a Instagram per la sua grande passione. “All’inizio lo usavo per condividere i momenti di tutti i giorni – racconta – poi ho iniziato a capire che è importante avere uno stile”. La sua scelta è “street”: volti, persone e strade. Gli scatti sono rigorosamente in bianco e nero. Spiega: “Lo dicono anche i grandi: la vera fotografia è in bianco e nero. Spesso se togli il colore, le foto dicono poco. Con il bianco e nero la fotografia è nuda e cruda: devi saperla fare, devi sempre metterti alla prova”.  
L’angolo preferito per scattare a Firenze? Il centro storico. “Non le vie più importanti, ma gli angoli più nascosti – precisa – per me piazza dei Ciompi, pur essendo una tra le meno fotografate, è una delle zone più belle della città perché lì accade sempre qualcosa da catturare con l’obiettivo”. Il trucco è anche questo: essere pazienti. “Quando ho un briciolo di tempo libero, ahimè capita raramente, sarei capace di stare ore ad aspettare in un punto che succeda qualcosa da immortalare. Certo Firenze non è New York, dove tutti si fanno fotografare. Qua con il cellulare si è più invisibili, le persone sono più naturali, non si sentono minacciate dall’obiettivo della macchina fotografica. Poi ovviamente ci vuole rispetto per chi ritrai”.
Parola d’ordine: total black (and white)
Il consiglio: “avere una tecnica e uno stile proprio: evitare di fare i cloni, copiando gli altri. Così si possono fare foto non solo belle, ma anche buone, che raccontano qualcosa” 

@thisisdax – Lorenzo Marchiprofilo
È uno dei due local manager di Igers Firenze, la community dei super appassionati di Instagram. Lorenzo Marchi, originario di Volterra, studente a Pisa, sbarcato a Firenze da 5 anni, deve il suo sguardo fotografico proprio a questa vita itinerante. “A Firenze, sarà per l’atmosfera medioevale che mi ricorda Volterra, mi sento a casa, allo stesso tempo la vedo sempre con gli occhi del turista, un buon mix”, confessa. Poi aggiunge: “A esser sincero Firenze è un po’ troppo legata al Rinascimento, mi piacerebbe vedere entrambe le facce della città, l’antico e il moderno”.
Nella vita di tutti i giorni è un informatico, ma grazie all’app ha rispolverato l’amore per la fotografia. “L’avevo abbandonata perché non avevo riscontri dalle persone. Con Instagram hai sempre reazioni, positive o negative che siano”. I suoi soggetti fiorentini preferiti sono le facciate e gli edifici, perché predilige le geometrie architettoniche. Ama il centro storico (“adoro il lato di Santa Maria Novella, quello con tante arcate”) e non disdegna le zone periferiche, come ad esempio Villa Demidoff a Novoli, detta anche Villa di San Donato. “Quando te la trovi davanti, non ti sembra assolutamente di essere a Firenze”. Infine il suo marchio di fabbrica : la “didascalia”. Accompagna i suoi post con frasi e pensieri, piuttosto criptici. “Alcune volte gli amici mi dicono che sono un po’ troppo complicati – sorride – ma ci riverso citazioni e ciò che suscita in me la foto in quel momento”.
Parola d’ordine: geometria
Consiglio: “Non fermarsi al centro, perché subito fuori ci sono ville meravigliose o scorci bellissimi, cose fuori dalla Firenze ordinaria”

@val_ina – Valentina Venezianoprofilo
Non avrà (ancora) decine di migliaia di follower, ma si sta facendo conoscere post dopo post. Valentina Veneziano arriva da Sinalunga, nel senese, ed è approdata dalle nostre parti da una dozzina di anni. Professionista del web (cura contenuti e strategie web e social) è diventata iger quasi per caso 6 anni fa dietro consiglio di un’amica. Ha cominciato con i classici panorami, poi si è accesa la scintilla e ora è Instagram-addicted. “Ho iniziato a creare le foto da sola, usando quello che avevo in casa, alternandole a dettagli di Firenze, però estremamente colorati. Mi è piaciuto così tanto che non ho più smesso”, ricorda.
Delle foto super colorate (o dovremmo dire “pastellose”, secondo quello che ormai è diventato il suo motto) ha fatto un tratto distintivo. Nei suoi scatti c’è poca traccia della cupola del Brunelleschi e delle viste spettacolari su Firenze, ma tanti particolari. “A Villa Bardini tutti fotografavano il glicine, io invece le piante grasse, il che è assurdo, ma erano così belle”, ride. Ha scattato la sua foto meno fiorentina nella zona sotto ponte di Varlungo, sulla sponda destra dell’Arno. “È un lato non convenzionale di Firenze che conoscono in pochi. C’è così tanto verde che sembra quasi campagna inglese”. Ma il suo angolo prediletto per instagrammare rimane casa: “la mia lavagna bianca di fronte alla finestra di cucina, perché la luce può cambiare l’essenza di una foto”.
Parola d’ordine: pastelloso
Il consiglio: “Spirito di osservazione: non serve andare lontani, anche un semplice mazzo di fiori al supermercato può essere un buon soggetto. E poi non avere mai fretta, aspettare che davanti a te succeda qualcosa di unico”.
Gianni Carpini