Cronaca di una chiusura annunciata. Posti i sigilli all’enoteca dei Macci, parlano i proprietari

Enoteca Macci 1Negli ultimi tre anni l’Enoteca all’angolo di Via dei Macci ha conquistato, grazie alla cordialità e alla qualità del servizio, un posto privilegiato nella movida fiorentina. Punto di riferimento per i ragazzi nella zona di Sant’Ambrogio, il locale di Marco De Luca e Matteo Biondi è riuscito, grazie all’iniziativa e all’impegno dei due proprietari e degli otto dipendenti, a fidelizzare una vastissima clientela di età diversa, come provano il rapido successo, la media delle recensioni su Trip Advisor e i numerosi commenti positivi sui social media. La chiusura del 2 Luglio dell’Enoteca, con tanto di sigilli, è stata l’apice di uno scontro oramai annoso tra locale e amministrazione, che ha visto prima la confisca del dehor e ora la cessazione coatta dell’attività tra le dieci di sera e le sette di mattina.
Praticamente vi hanno trasformato in una tavola calda, come siamo arrivati a questa chiusura Enoteca Macci 4obbligata?
Marco De Luca: «Hanno replicato con noi ciò che hanno fatto in Via dei Benci: sono venuti il 2 Luglio e hanno posto i sigilli per disturbo della quiete pubblica. Qual è il paradosso di tutto ciò? I locali in via dei Benci, chiusi nello stesso modo e per gli stessi motivi, hanno già vinto il ricorso al Tribunale del Riesame, e allora perché sequestrare, dopo qualche mese, l’Enoteca dei Macci? Sanno che il Giudice si esprimerà a nostro favore, anzi che si è già espresso in merito. In questo modo hanno colpito due ragazzi giovani che si sacrificano per un’impresa, e tutti i loro dipendenti, obbligandoci a pagare un avvocato e ad aspettare mesi prima di risolvere la questione. Purtroppo ci hanno detto che questo è solo l’inizio».
Il disturbo della quiete pubblica in quest’area coinvolge altri locali?
«Il resto dei locali è sotto indagine ma l’unico ad aver subito la chiusura è stato il nostro. Abbiamo cercato il dialogo, sia col Comitato Ma Noi Quando si Dorme che col Quartiere 1, di cui oggi incontrerò il presidente, per cercare insieme una soluzione».
Enoteca Macci 2Quello che dispiace vedere è il danno procurato a un’impresa di qualità come la vostra…
«Non solo questo: avevamo già avuto una flessione nei profitti, aggravata dalla confisca del dehor; la chiusura alle dieci ci ha messi in ginocchio e a subirne le prime conseguenze sono stati i nostri dipendenti. Noi avevamo creato posti di lavoro qui, non solo un’impresa di successo:  già tre ragazze sono rimaste a casa, e una di loro viveva del lavoro che le davamo. Ė la nostra più grande tristezza, e aggiunge amarezza al danno, dover mandare via persone a cui siamo affezionati e con cui abbiamo lavorato per far crescere l’Enoteca dei Macci».
NICCOLO’ BRIGHELLA