Florence Factory: il meglio dell'artigianato contemporaneo.

florence factory

A Firenze, tra mille vetrine, c’è una boutique che espone il meglio dell’artigianato contemporaneo, oggetti che raccontano le storie degli altri.

Via dei Neri. Direzione Santa Croce. Di fronte alla famosa e storica Gelateria dei Neri. Si apre una vetrina. A fianco, una porta con uno specchio che ti invita a entrare. All’interno una miriade di colori e immagini, che come un caleidoscopio, ti portano in un viaggio dal quale non è facile tornare indietro.

Da aprile 2018 la boutique dell’artigianato fiorentino & toscano

È da aprile 2018 che Florence Factory ha aperto le porte di una boutique dove fanno da padrona artigianato, unicità e ricerca. Perché è proprio dalla ricerca quotidiana e attenta che nasce un luogo dove molti artigiani riescono ad avere un loro spazio, un posto, fuori dalle convenzionali botteghe, dove poter esprimere e mostrare, donare e concedere, farsi vedere e guardare.

florence factory

Florence Factory è un posto speciale, che si fa contenitore di artigianato contemporaneo, spaziando da oggetti di design e moda, abbigliamento e accessori. Ogni pezzo racchiude l’unicità più integrale di un artigiano che viene appositamente scelto, ogni elemento ha qualcosa di unico da raccontare. Così come le persone che lo hanno realizzato. Cappelli di paglia, orecchini di ventagli, elefanti di legno, tazze dai toni rupestri, borse di juta: le opere che vengono fuori da questo spazio, raccontano di artigiani fiorentini e toscani, con qualche tocco nazionale, realizzati da abili mani che hanno fatto del loro talento arte e creatività. Ed è così che chi lavora con le mani riesce a uscire dal proprio laboratorio per avere una vetrina dove viene premiata arguzia, contemporaneità e vendibilità.

Un network dove poter spaziare, conoscere e comprare. I clienti che si avvicinano, scoprono, indagano, sono soprattutto americani e asiatici, «I fiorentini vanno conquistati». Vi garantisco che basta veramente poco per lasciarsi ammaliare da qualche borsa di pelle fatta interamente a mano, occhiali visionari e anelli grandi che riempiono le mani.

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Un concept store ideato da Jacopo Lotti e Lorenzo Bertini

Una scatola dove convivono, senza competere, i progetti unici di chi ha scelto di raccontare con le mani. Ma chi è che ha avuto l’idea di racchiudere in un unico spazio gli artigiani e creare un format che racconta le storie degli altri? Sono Jacopo Lotti, fondatore e proprietario, e Lorenzo Bertini, co-ideatore e curatore. Viaggiano alla continua scoperta di nuovi progetti, collaborano con realtà ed eventi a Firenze e in Toscana, come la Ditta Artigianale, la Florence Cocktail Week o la futura collaborazione con il Polo di Design di Sesto Fiorentino, attenti a quello che può o potrebbe piacere, arricchendo continuamente Florence Factory di quello che sta lì fuori. Ogni due settimane rinnovano la loro vetrina, una volta al mese fanno girare gli artisti, inserendone nuovi, portandosi dietro quelli più interessanti.

Jacopo e Lorenzo collaborano ormai da anni, avvicinandosi a questo mondo grazie all’esperienza familiare. Nel 2016 poi, l’idea di aprire una galleria dove gli artigiani avrebbero potuto avere uno spazio condiviso di lavoro. Il progetto inizia a concretizzarsi con l’inserimento di un corner dedicato all’interno dell’Hotel Plaza Lucchesi, fino all’anno scorso, quando si spingono oltre e si inseriscono direttamente tra le vetrine di Firenze, aprendo la loro mostra del mercato contemporaneo: «A Florence Factory non siamo in Santa Croce, ma racchiudiamo tutta la città», dice Lorenzo mentre appoggia un Duovo sul tavolino.

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Forme pulite, mani quasi impercettibili. «Come si può definire un artigiano? Dove sta il limite tra perfezione ed errore umano che dona unicità?». In Giappone gli artigiani sono chiamati monumenti viventi, sono maestri che producono tesori da tutelare, riempiono le crepe con l’oro quando un vaso si rompe, e questo probabilmente serve a ricordarci che, anche se rotti, non siamo da buttare. Ma noi non siamo opere d’arte da acquistare. E dovete sapere che in questo mondo così prestigioso e ricercato l’errore non è previsto.

Articolo a cura di Camilla Pieri