Il Coronavirus a Firenze e la ricostruzione della nostra vita sociale.

L’impatto più dannoso che il Coronavirus potrebbe avere sulle nostre vite non è il virus in sé, ma la crisi dei sistemi sociali di cui facciamo parte.

In questi giorni tutti abbiamo visto una Firenze semi-deserta per timore del contagio e mancanza di turisti, con effetti negativi a cascata su tutta la città. Percepiamo la sofferenza dell’economia dovuta a questa situazione di isolamento, ma c’è un altro impatto che dovrà essere valutato: la tenuta delle nostre reti comunitarie. Questo poiché le epidemie, come le guerre, innescano meccanismi che il giornalista britannico Nafeez Ahmed ha definito “dinamiche di collasso sociale”. 

Con uno scenario di allarme che ha condizionato la nostra quotidianità, quando torneremo a frequentare centri di formazione, manifestazioni, impianti sportivi, locali e concerti, quale sarà il nostro spirito? Temeremo un “contagio da ritorno”?  Oltre a contare i danni, e saranno ingenti (ci sono attività che vanno in difficoltà con due settimane di mancati incassi, figuriamoci un mese), dovremo fare i conti con il nostro vivere gli spazi della città e la sua capacità di aggregazione.