Intervista a Blub, il noto street artist fiorentino.

Perché non ricordare o imparare direttamente dai muri?

L’arte quella gentile, quella che riesce a strapparti un sorriso o un bel pensiero anche in una giornata di pioggia quando frughi nella borsa alla ricerca dell’ombrello che non vuol saltar fuori, l’arte che si inserisce senza invadenza, in punta di piedi, nel tessuto urbano perché è stata prima pensata e poi adattata per quello specifico angolino di città, l’arte che rielabora con quella dolce ironia i grandi del passato e i contemporanei.

A questo ci ha abituati BLUB, artista fiorentino (o fiorentina chissà…) ormai famoso in tutta Italia, e non solo, per i suoi soggetti con maschera che ci osservano diretti, immersi nell’acqua. Interventi discreti e studiati, realizzati quasi sempre attraverso la tecnica della poster art o paste up, che non vanno a incidere sull’aspetto urbano in maniera invadente perché quasi sempre inseriti su sportellini del gas o della luce.
«Personalmente fin dall’inizio ho scelto gli sportelli, uso colla totalmente vegetale, prediligo quelli messi male o imbrattati e realizzo coperture di misura precisa» sottolinea l’artista.

Piccoli gesti, regali colorati per gli occhi di chi incrocerà il loro sguardo, attimi di fantasia che non vogliono polemizzare sulla società o criticare qualcosa o qualcuno. Come lo stesso Blub ha più volte affermato:
«Con la mia arte non faccio proteste o condanne al sistema (in fondo il sistema siamo noi), io mi propongo di vedere un mondo migliore, persone migliori (come può esistere un mondo migliore senza persone migliori?). Questo vuol dire essere migliori nel proprio quotidiano fatto di piccoli gesti, pensieri, azioni. Che utilità ha il criticare o polemizzare puntando il dito all’esterno senza prima fare un lavoro su stessi? Beh… non stai cambiando certo le cose, anzi le rafforzi». 

Con questa nuova veste Blub riesce a valorizzare personaggi o dipinti famosi dando loro un nuovo look a tinte blu, dove lo sguardo, incorniciato, ha un ruolo centrale e attrae in maniera quasi magnetica l’attenzione dei passanti. L’elemento dell’acqua, generatore di vita e simbolo di purificazione e pace, fa da contorno, quasi a voler mettere in una dimensione senza tempo i personaggi che vi si immergono. «Quando sei sott’acqua non c’è peso, il tempo si ferma, i pensieri se ne vanno e fluttui in simbiosi con questo elemento. In questa dimensione sospesa ripropongo personaggi che, con il loro esempio, hanno lasciato un segno di grandezza che sopravvive ancora oggi. Senza tempo».
Così potrà capitarti di imbatterti nel doppio ritratto dei duchi di Urbino di Piero della Francesca vicino a Ponte Vecchio, di passare per una via incrociando la Venere di Botticelli, il David di Michelangelo e poi ancora Marilyn Monroe, Andy Warhol, Freddie Mercury – tutti rigorosamente con maschera da sub. In piazza Beccaria vicino a un noto bar potresti incontrare il re leone, l’indimenticabile icona della Fiorentina, Batistuta, con la sua criniera fluttuante nell’acqua, fino ad arrivare vicino a San Frediano dove potresti scorgere il celebre ratto di Banksy rivisitato e decisamente più bagnato!

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E così la storia rinascimentale e contemporanea riesce a far capolino tra un monumento e l’altro di Firenze, incuriosendo i passanti, piccole chicche di bellezza e, perché no, conoscenza… E così il modo più originale di ricordarsi del cinquecentesimo anniversario dalla morte del celebre scienziato e artista, Leonardo Da Vinci, è proprio scorgendo la sua famosa Dama con l’ermellino sott’acqua, o vedendo il misterioso sguardo della Gioconda con maschera, o ancora incrociando in qualche vicolo lo stesso Leonardo Da Vinci reso molto più simpatico, ironico e umano dal tocco di Blub.

blub

«Il progetto nasce per caso in Spagna a Cadaques, nella tarda estate del 2013. Accogliendo la richiesta di una famiglia del posto, dipinsi su uno sportello della loro recinzione esterna l’immagine di un bambino riccioluto con la maschera da sub ispirandomi al loro figlio. Rientrato a Firenze, per gioco, ho mascherato la Gioconda, poi la Dama con l’ermellino, infine Leonardo da Vinci. La mia prima triade di opere. Su stimolo di amici, scansionai le opere e una notte, in loro compagnia, per la prima volta, le attaccai negli sportelli esterni nel quartiere di San Niccolò a Firenze, il quartiere degli artisti. Era il 5 novembre 2013; nella nostra semplicità era un modo per ricordare l’alluvione e il salvataggio di Firenze e delle sue opere dalle acque che avevano sommerso la città. “L’arte non affoga” divenne quel giorno “L’arte sa nuotare”».

Un voler rendere eterni attimi di storia che hanno reso possibile il nostro presente.
Alla fine le immagini hanno questo potenziale, arrivano dirette, incuriosiscono, insegnano e stimolano la memoria molto più di centinaia di parole scritte o ascoltate. Quindi perché non ricordare o imparare direttamente dai muri?

Articolo a cura di Francesca Nieri
Foto di Blub