6 motivi per andare a vedere la mostra fotografica di Duan Yue Heng

Dal 19 novembre al 3 dicembre la Tobian Art Gallery di Firenze (via Maggio, 60r) ospita come prima mostra fotografica “Il Vuoto” dell’artista cinese Duan Yue Heng. 

1.L’importante messaggio universale: ripartire dalla natura per ritrovare noi stessi 

Durante il vernissage abbiamo parlato direttamente con Giacomo Pirozzi – fondatore della galleria fiorentina- dell’universalità della fotografia, capace di comunicare direttamente a diverse generazioni e culture. Infatti, le opere di Duan – che Pirozzi definisce un fuoriclasse – lanciano un messaggio universale e attuale: proteggere e restituire alla natura, e di conseguenza anche a noi uomini, un futuro. Il linguaggio diretto dell’arte fotografica si unisce a quello dell’ambiente altrettanto comprensibile a tutti e soprattutto tema caldo in questo periodo storico. Infatti, nel video introduttivo dell’esposizione, visibile alla Tobian Art Gallery, l’artista afferma che ha assistito in prima persona alla distruzione da parte dell’uomo del territorio, situazione che ha creato un forte disagio a fotografi ed ambientalisti. I paesaggi monocromatici rappresentati nelle immagini esposte invitano non solo a recuperare un rapporto con l’universo intorno a noi ma a rallentare il ritmo così da scoprire il mondo dentro i nostri cuori che è pieno di colori. Nell’epoca del materialismo e delle tecnologie potentissime e velocissime risulta necessario ripartire dalla natura per comprendere davvero noi stessi.

Duan Yue-Heng - tobian art gallery

2.Un percorso di meditazione e di riflessione

Lovèll Shi Wei Liu – curatrice della mostra – ha scelto il titolo “Il Vuoto” proprio a sottolineare il percorso interiore che il lavoro del fotografo cinese innesca spingendosi oltre la rassegna di paesaggi naturali e avviando un’analisi dell’animo umano. Lo spettatore davanti alla magnificenza dell’universo che lo circonda si sente piccolo e inevitabilmente si spoglia di ciò che è superficiale per comprendere il reale senso dell’esistenza. La devozione verso l’ambiente in cui viviamo – che non ci chiede niente in cambio – ci porta ad una felicità più reale. Questo è l’obiettivo della rassegna ed il senso della frase buddista “nella profondità del vuoto c’è un’esistenza meravigliosa” posta come suo sottotitolo.  Liu, infatti, spiega che il vuoto non sta ad indicare il nulla ma bensì il tutto: un livello di vita più alto raggiungibile svuotandosi del proprio ego e aprendosi agli altri e all’esterno. Le opere, a partire dalla celebrazione della bellezza naturale, conducono in uno stato di meditazione e di riflessione sull’animo umano. 

3. Le fotografie di Duan sono come finestre su un mondo magico e surreale 

L’abito rosso di una donna dal volto coperto, montagne avvolte nella nebbia, un cavallo all’orizzonte, un gatto su una mensola di legno. I soggetti e il punto di vista dell’arte di Duan creano un’atmosfera magica e surreale. Le immagini sono come finestre che inquadrano un pezzo di mondo in un determinato stato del tempo catturandone l’unicità e il fascino. Tutto risulta immobile quanto misteriosamente vivo. 

4. Un viaggio nella cultura cinese 

Grazie alla mostra è possibile avvicinarsi non solo al variegato paesaggio naturale della Cina, ma anche allo stile di pensiero e alla visione della vita di questo paese. Infatti, le immagini spezzano i confini tra est e ovest e rimandano all’estetica cinese più iconica e autentica. I valori trasmessi – anche già nel titolo “ Il Vuoto”– sono: l’attenzione allo spirito, la gioia di donarsi, l’altruismo, la gentilezza e la compassione. Alla felicità suprema si arriva, infatti, attraverso il recupero della qualità intrinseca della materia e della vera essenza dell’esistenza. Senza comprare un biglietto aereo è, così, possibile immergersi in una cultura diversa.

Duan Yue-Heng - tobian art gallery

5.Le immagini raccontano del rapporto personale del fotografo con il paesaggio naturale del proprio paese

Quando Duan era adolescente il governo cinese ha chiesto ai giovani di contribuire alla crescita del paese andando a lavorare nelle fattorie. Il diretto contatto con la terra lo ha portato a stabilire una stretta relazione con la natura, di cui si è innamorato e che ritrae dal suo punto di vista sviluppato nel tempo.  Infatti, l’artista è tornato più volte nel corso degli anni in molti dei posti rappresentati e ne ha registrato i cambiamenti. L’originalità del suo operato deriva, infatti, dalla continua esplorazione e sperimentazione su un tema a cui è personalmente legato.

6.La potenza comunicativa delle immagini supera l’arte e la fotografia 

I dettagli ritratti raccontano una storia e l’impressione prevalente è quella che non basti usare semplicemente la vista per comprendere quello che l’artista sta comunicando. Non si tratta soltanto di guardare ma anche di ascoltare. Improvvisamente lo spettatore si sente al centro dei paesaggi che osserva e li percepisce con tutti i sensi pur stando fermo. Come afferma Pirozzi il lavoro del fotografo travalica i confini tra diverse forme artistiche e si spinge oltre la stessa arte avvicinandosi alla filosofia e alla poesia. 

Infatti, vi diamo un ultimo consiglio per immergervi a pieno nell’atmosfera della mostra “il Vuoto”: non avere fretta, prendetevi il tempo di soffermarvi sui dettagli e sulle sensazioni entrando all’interno delle fotografie e non rimanendone al di fuori come semplici osservatori. 

Foto a cura di @TobianArtGallery