L'APPARTAMENTO che non è un locale

Si chiama L’APPARTAMENTO ed è stato appena inaugurato, atmosfera informale e accogliente, combina un’ampia offerta di corsi professionali a divertimento e arte. Via de’ Giraldi 11.appartamento_8

C’ero già stata in Via de’ Giraldi, in tarda notte, per una di quelle serate nascoste in cui poi incontri così tante persone da pensare che, in fondo, tanto nascosta quella festa non doveva essere.
Circa un anno dopo torno in quel luogo, apprendo che ha un nome e che soprattutto ha una faccia.
Si chiama L’APPARTAMENTO e ha il volto di Laura, Camilla e Francesca, le tre ragazze che se lo sono inventato e che incontro in un pomeriggio d’ottobre per capire meglio che cosa stanno facendo.
Arrivo curiosa e appena mi affaccio, scopro un luogo che non ricordavo tale: diverse stanze con una grande luce, un parquet vissuto, carta da parati a tema ananasso, un bel bancone originalmente architettato. E soprattutto un caminetto, quella cosa, cioè, che più di tutte ti fa capire di essere in un appartamento e contro il quale avevo battuto la testa la famosa sera di un anno fa. Ora ricordo.
L’atmosfera è molto informale e accogliente e, essendo a pochi giorni dall’inaugurazione, fervono i preparativi. È stato un privilegio potervi entrare in questo momento, soprattutto per l’emozione e l’entusiasmo con cui le tre protagoniste mi hanno accolta. Noto subito che hanno gli stessi occhi, forse perché oggi mi stanno raccontando la stessa storia. Quella di una sfida che nasce dall’esigenza di costruire un luogo che fosse una proposta diversa rispetto al modo convenzionale di vivere i locali. L’appartamento non è la risposta a una necessità di essere alternativi nel senso main stream che oramai questa parola ha, ma nasce con l’idea semplice di essere un onesto esperimento in cui si provi a tenere insieme corsi professionali, divertimento e arte.
L’idea è quella di creare un luogo trasversale in cui si può partecipare a un laboratorio di oreficeria, assistere a una proiezione e partecipare a un dj set, senza soluzione di continuità. Insomma stare lì insieme agli altri e abitare uno spazio, che in fondo, è un appartamento e che poco si preoccupa di una identità unica, preferendo una fluidità sia nei temi che nei destinatari.
Questa storia comincia con un’eredità, con un passaggio delicato in cui un piano di un palazzo del 1500 che ha avuto come ultima funzione quella di ospitare uno studio notarile, diventa una start up e continua con un investimento per portare quelle stanze a nuova vita. Tanto lavoro e parecchio entusiasmo, hanno reso possibile questo luogo. Permettetemi solo una piccola nota: in questo momento di crisi e di insicurezza, chi prova a metter su un’impresa, tanto più se culturale, va ringraziato perché sta mettendo in un qualche modo la sua vita al servizio della comunità. Sembra esagerato, tanto più che, nessuno glielo ha chiesto, ma, diciamocelo chiaramente, in quella casa Laura, Camilla e Francesca potevano andarci a vivere e stop. E invece ne hanno voluto fare un luogo per tutti. Una CASA INDEPENDENTE, facendo eco a un locale che videro a Lisbona e che le colpì proprio per quella “aria di casa”.
Nello specifico, al primo piano di Via de’ Giraldi, si potrà andare principalmente per seguire corsi tecnici di durata annuale di Arti Grafiche, Fumetto, Oreficeria, Ceramica, Animazione con a latere eventi dedicati al teatro, alla musica dal vivo, alla danza.
Lo spazio si snoda tra il bar, l’aula magna con un ampio soppalco, l’aula minima, un terrazzino e una sala di passaggio molto vintage, «in cui se vuoi puoi vederti una cassetta della Disney, come nel salotto di casa». E quando pensi di aver finito il tour, ecco che scopri un’altra piccola stanza, una foresteria in miniatura dove poter ospitare gli artisti e gli esperti che terranno i corsi.
A rendere contemporaneo questo spazio è soprattutto il tipo di dialogo che si vuole instaurare tra chi propone l’offerta formativa e chi la fruisce: qualche tempo fa, venne lanciata una call tramite facebook che invitava a proporre progetti, lezioni e workshop e a partire dalle numerose candidature ricevute, sono stati selezionati i professionisti che terranno alcuni dei corsi presenti. Questo perché ci sia un continuo scambio tra chi assiste e chi fa.
Di tutte le parole pronunciate durante l’intervista, mi è rimasta in mente questa frase: «Non vogliamo essere un locale, non ci interessa. Vogliamo fare delle cose per cui le persone che vi assistono si sentano piene». Come si fa a non andarci?
L’appartamento
Via de’ Giraldi 11
https://www.facebook.com/lappartamentofirenze/
Testo: Unotrezerocinqueuno
Foto: © Marco Castelli


>>>English Version
I come back to Via de’ Giraldi after a year and I discover that this place has got a name, L’APPARTAMENTO, and the faces of Laura, Camilla and Francesca, three girls who invented it in an autumnal evening of October.
I’m very curious. When I arrive I find a very different place from the one I knew: rooms filled with light, an old parquet, wallflower with pineapples on it, a beautiful counter and a fireplace. The atmosphere is very informal and welcoming and I notice immediately that the three founders have got the same look in the eyes, maybe because they are telling the same story. The story of a challenge that springs from the need to build a different unconventional place to be lived. L’appartamento is not the answer to the necessity of being alternative, it’s just an honest experiment, in which professional courses, fun and art go together.
The idea is that of creating a transversal place where you can take part in a laboratory of gold working, watch a projection and listen to a Dj set. They have imagined a fluid place that you can share with other people but it’s not concerned in showing a unique identity.
This story starts from an inheritance: a 16th-century-flat (in the past a notary study) becomes a start-up and brings new life to those rooms. A lot of work and enthusiasm have made this dream come true.
In the first floor of the flat in Via de’ Giraldi we can enrol in classes of Graphic Design, Comics, Gold working, Ceramic and Animation. On top of them you can also find theatre events, live music and dance.
The space is composed by a bar, a lecture hall with a big mezzanine, a little balcony and a very vintage living room «where, if you want, you can watch a Walt Disney cartoon, as you were at home». And when you think the tour is over, you realise that there is another little room, a small guesthouse, where the artists and experts that hold the classes can be hosted.
One of the most modern aspects of this structure is the dialogue between the organizers and the public. Some time ago they published a call on Facebook where they asked people to propose ideas for classes, lessons, workshops and so on. Starting from these nominations, the three founders selected the projects and the experts.
In a period of crisis and uncertainties, such people who try to set up enterprises of any kind, even more if they are cultural enterprises, must be thanked because they are offering their lives and passion as a service towards the community.
This is what they said and stroke me more during the interview: «We don’t want to be a club, we are non interested in that. We want to do things that can enrich people and that make them feel full». How can you not go there?