I luoghi che l’amministrazione definisce “degradati” divengono spesso il punto d’origine di iniziative che hanno nella creatività e nell’innovazione la loro più profonda ragione d’essere. La nostra naturale propensione a trasformare l’habitat in cui viviamo ci ha spinto spesso a reinventare l’uso e l’aspetto di luoghi ormai divenuti silenziose memorie della civiltà postindustriale. Molti movimenti artistici e musicali sono nati tra queste rovine: tutto il fermento tekno ed elettronico degli anni novanta, l’intero concetto di graffitismo come riappropriazione di mezzi e strutture di espressione, la nascita di centri di coworking nei luoghi occupati, le numerose imprese, agricole e industriali, che rivalutando luoghi abbandonati hanno creato aziende di successo.
Molte sono le realtà, nell’area metropolitana, che mostrano l’altra faccia dell’abbandono, quella ricca di spunti e creatività, come l’iniziativa Prato-Sarajevo, tenutasi fino al 21 Giugno proprio a Prato. Questo progetto di residenza per giovani artisti iniziato già ad aprile, nasce dal gemellaggio, oramai risalente al 1997, con la città bosniaca, e dal ventesimo anniversario dall’avvio del progetto per il museo di arte contemporanea di Sarajevo. Tutto nell’ambito di Toscanaincontemporanea in collegamento con ARS AEVI (Centro di arte contemporanea Pecci, Dryphoto, Kinkaleri) e numerosi altri partners. Lo scopo di Prato-Sarajevo Art Invasion è stato coinvolgere artisti entro i 35 anni, attivi in Toscana e Bosnia (Francesca Banchelli, Lana Čmajčanin, Gaetano Cunsolo, Emma Grosbois, Lori Lako, Valentina Lapolla, Giacomo Laser e Giulia Del Piero, Olga Pavlenko, Bojan Stojčić, Virginia Zanetti) in un percorso di incursione artistica nei numerosi spazi pubblici messi a disposizione, con opere sempre alla ricerca di un’affinità e risonanza con la realtà locale.
Tra queste la performance organizzata da Virginia Zanetti, artista da tempo interessate alle possibilità umane di trasformazione della realtà materiale, ha inaugurato e chiuso la mostra (il 2 e il 12 Giugno), e la corrispondente riapertura eccezionale del Cinema Borsi (oramai dismesso e allestito con foto e audio-video). L’artista ha portato nei luoghi della vita quotidiana di Prato la splendida voce del soprano Giustina Martino e l’aria Vissi d’Arte dalla Tosca di Puccini: “Il canto lirico, estrapolato dal suo contesto, diviene (ri)affermazione della potenza di trasformazione e d’apertura di prospettive propria all’arte – in un momento critico per la città, rispetto a un passato di maggiore prosperità economica”.
Un ossimoro, come affermato dalla stessa artista, tra le difficoltà del presente, la spinta creatrice dell’arte e, più in generale, la sensibilità umana e la sua instancabile ricerca della bellezza.
NICCOLO’ BRIGHELLA
Fotografie a cura di Andrea Abati
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