Firenze: Lattex Plus Festival, intervista a Biniam Mahdere.

Dal 14 al 16 Luglio arriva la prima edizione di Lattex Plus Festival, una tre giorni di eventi dedicati alla musica elettronica e alle arti digitali, che si terrà in due differenti location cittadine: il Parco di Villa Solaria di Sesto Fiorentino e la Spiaggetta sull’Arno. 
La manifestazione vedrà tra gli artisti coinvolti nomi di spicco dell’elettronica internazionale come Ellen Allien, Answer Code Request, Virgo Four e Octave One, insieme a Hunee, Palm Traxx, Jeremy Underground e molti altri.
Noi abbiamo incontrato per una chiacchierata Biniam Mahdere, uno degli art director di LattexPlus per farci spiegare qualcosa in più di questo nuovo festival a Firenze.

Biniam Mahdere

 
Ciao Biniam. Da dove nasce l’idea per questo vostro primo festival?
“Ciao! Più che un’idea per me è sempre stato un sogno. Diciamo che è veramente tanto tempo che ne parliamo e ci fantastichiamo su. Il treno c’era diciamo che mancavano i binari. Poi sono arrivati grazie anche all’Amministrazione di Sesto Fiorentino che ci ha messo a disposizione il Parco di Villa Solaria, un parco naturale splendido che riapre al pubblico dopo mesi di chiusura a causa di un temporale che aveva danneggiato gravemente gli alberi. A quello abbiamo legato una delle nostre usuali location estive, la Spiaggetta sull’Arno e così è nata l’opportunità di fare una tre giorni di eventi targati Lattex Plus“.

Raccontaci un po’ cosa vuol dire Past in The Future, il topic della manifestazione.
“Abbiamo avuto questa idea quando abbiamo ricevuto l’ok per le location del festival. Volevamo creare un concetto di ritorno al passato, di contatto con la natura, di semplicità all’interno degli scenari naturali del Parco di Villa Solaria e della Spiaggetta sull’Arno. Tutta la manifestazione sarà basata su questo concetto, a partire in modo particolare dall’offerta musicale”.
Come mai non un Future in the Past?
“Diciamo che quello dovrebbe essere il passo successivo. Ci stiamo pensando, una seconda edizione meno legata al passato che coinvolga nomi più legati ad una concezione musicale d’avanguardia”.
Guardando la line up vediamo tanti nomi che non pensavamo avreste coinvolto.
“Per la scelta degli artisti abbiamo cercato di dare spazio a dj che hanno dato tanto nel passato ma che attualmente vivono un periodo di rinascimento musicale.
Penso tu ti riferisca alla presenza di Ellen Allien, che non è propriamente nel nostro filone ma che abbiamo deciso di coinvolgere perché ha un nuovo progetto musicale ed è legata al vinile. Mentre per Virgo Four e Octave One, loro portano in giro delle performance complesse, che hanno bisogno di una struttura importante per poterli far esibire. Non sono quei nomi che puoi chiamare tutti giorni. Finalmente siamo riusciti a coinvolgerli nei nostri eventi grazie a questo festival”.

Siamo curiosi di sentire Awesome Tapes from Africa.
“Abbiamo voluto anche lui perché ha un set molto interessante con le musicassette, musica del passato riproposta con un supporto diverso”.
Curiosi anche di Answer Code Request, nome di punta della techno tedesca.
“Lui è un ospite di grande rilievo del Sabato, suonerà dopo Ellen Allien. Le sue produzioni hanno tutto il meglio del suono di Berlino, Londra e Detroit mischiato insieme, fantastico”.
Quanti stage ci saranno e che genere di strutture avete realizzato?
“I dj saranno a stretto contatto con il pubblico, tutta la rassegna sarà molto legata al rapporto con la natura di questo parco, cercheremo di fare le cose come si facevano un tempo insomma.
Ci saranno due stage: il Main, un palco di grandi dimensioni per i main acts mentre l’altro è uno stage da 300-400 persone dove si raggiunge il massimo dell’intimità club con gli artisti. Le performance dei nostri resident e degli artisti internazionali si terranno nel Main Stage mentre il Second Stage vedrà le esibizioni dei locals”.
Per chi volesse vedere un liveset, cosa consigli?
“Il live cerimoniale di Actress e gli Octave One Venerdì 14, Virgo Four il 15 porteranno il nuovo live, molto hardware, pare sia una figata storica”.
Anche questa volta parlate di Rinascimento Elettronico. Ma se si parla di Rinascimento è giusto parlare anche del periodo oscuro, il Medioevo. Secondo te qual è stato il Medioevo del vostro Rinascimento?
“Ma in realtà a noi piace utilizzare il significato di Rinascimento come evoluzione, innovazione ma non deve esserci per forza stato un Medioevo. Sicuramente abbiamo vissuto un periodo difficile, molti club a Firenze hanno chiuso i battenti. Ma non parlerei di Medioevo, è un trend che sta colpendo il clubbing. Molti club europei chiudono e nascono sempre nuovi festival e party brand.
Oggi giorno è sempre più difficile mandare avanti un club. Dobbiamo ritenerci fortunati che ce ne siano ancora in giro”.
Quindi il festival nasce anche in quest’ottica…
“Avevamo voglia di portare a Firenze una ventata di novità, un progetto nuovo che mi auguro continuerà per tanti anni. Un festival che porti a Firenze artisti che altrimenti nessuno porterebbe. Alla fine siamo in una città splendida così ben collegata con tutte le altre città del centro Italia, un festival così manca a questa città. Molti di noi ormai fissano le vacanze per andare a vedere un festival fuori dal nostro paese. Noi pensiamo che anche gli altri debbano poter venire a Firenze per lo stesso motivo”.
Qual è il festival che prendi come punto di riferimento?
“Ce ne sono molti. Ma dipende molto dagli artisti che si esibiscono a quei festival. Per adesso c’è questo The Hydra a Londra, una crew di ragazzi che organizzano cose pazzesche in luoghi giusti, loro sono il top. Hanno prodotto un festival variando veramente moltissimo i generi proposti.
Ecco noi vorremmo fare una cosa del genere, sperimentare nuovi generi, andare oltre le etichette. Chissà, magari un giorno…”
Giovanni Bondì.