Lego Serious Play, il gioco fa la differenza

Alla scoperta di Lego Serious Play, un nuovo metodo senza contenuto per la strategia d’impresa che si avvale dei mitici mattoncini LEGO.

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Chiunque nell’infanzia o nell’adolescenza avrà giocato con il LEGO, celebre gioco di costruzioni basato su mattoncini colorati e pura creatività umana, adesso c’è Lego Serious Play®.

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Una sessione di Lego Serious Play

Secondo la classifica dei giocattoli più richiesti dai bambini nel 2015 pubblicata da Vanity Fair, oltre agli onnipresenti videogiochi, Skylanders SuperChargers e le bambole Evie Descendants, al primo posto si piazzano sempre e comunque i mattoncini colorati. Un gioco talmente creativo da aver superato i confini dell’età e del suo più naturale utilizzo. Infatti, già da diversi anni alcuni artisti utilizzano le costruzioni in miniatura nei loro interventi di street art per ricoprire buche stradali e crepe di palazzi, riqualificando e donando colore a piccoli spazi. I mattoncini LEGO ultimamente si stanno spingendo oltre, diventando strumenti per ideare nuovi modelli collaborativi e facilitare gli adulti nella risoluzione dei loro problemi. Il sistema nasce all’interno della Lego Serious Play®, l’azienda danese che negli anni Novanta ha ideato un modello per agevolare i propri processi decisionali.
Per capire meglio questo sistema abbiamo parlato con Carlo Spellucci, esperto di Lean Six Sigma & Innovation e Facilitatore Certificato nel metodo Lego Serious Play.
Ciao Carlo, perché i mattoncini LEGO sarebbero utili per elaborare una buona strategia d’impresa?
«Praticamente tutti i giorni – in organizzazioni di qualsiasi natura e dimensione – le persone sono chiamate a confrontarsi su tematiche più o meno complesse, quali elaborare un piano di azione, discutere progetti, negoziare risorse, definire priorità, ecc. Nella stragrande maggioranza dei casi questi meeting avvengono attraverso l’utilizzo di presentazioni frontali, elaborate da chi è il proprietario dell’agenda e condite con tante, troppe parole. Anche quando si utilizzano tecniche più sofisticate con utilizzo di video emozionali, brainstorming tramite post-it, ed esercizi di gruppo più o meno innovativi, quasi sempre questi meeting risultano del tipo 20-80, ovvero il 20% delle persone occupa l’80% del tempo. LEGO Serious Play® (LSP) è un metodo senza contenuto, progettato per poter approfondire in gruppo qualsiasi argomento seguendo un processo semplice ma rigoroso e, proprio per questo, estremamente efficace. LSP aiuta un gruppo di lavoro a raggiungere un risultato migliore in termini di approfondimento, comprensione reciproca e coinvolgimento emotivo rispetto ad altri metodi tradizionali. Tutto ciò avviene, ovviamente, tramite l’utilizzo dei mattoncini.
Per spiegare il metodo organizzate gruppi di lavoro in cui i partecipanti devono rispondere a un quesito o risolvere un problema utilizzando i LEGO. Puoi spiegarci come funziona?
«Gli elementi necessari sono: un gruppo di persone con un obiettivo da raggiungere, un facilitatore esperto, un piano del workshop strutturato con le giuste domande, un buon numero di mattoncini LEGO per assicurare un elevato potenziale “metaforico”, una sala di dimensioni adeguate.
Ricordiamo due tra le poche regole fondamentali: (1) qualsiasi cosa tu voglia dire, deve essere rappresentata nel tuo modello LEGO. Se non è nel modello, non lo hai detto e non potrai dirlo finché
lego_2non sarà nel modello. (2) Fidati delle tue mani. Quando la domanda è sufficientemente poco chiara da metterti in difficoltà, lasciati guidare dalle mani e comincia a costruire qualcosa. Il significato emergerà successivamente. Il workshop avviene attraverso l’iterazione di domanda, costruzione individuale, condivisione, riflessione. Al facilitatore spetta il compito di distribuire il tempo in modo
che tutti abbiano occasione di presentare il proprio modello, e fare le giuste domande di approfondimento affinché emergano significati profondi. Il flusso è quindi costruito in modo da rendere il workshop un vero 100-100, ovvero: tutti partecipano, per tutto il tempo».
A Firenze avete mai organizzato un workshop?
A pochi giorni dalla fine del corso di facilitatore, ho tenuto il mio primo workshop Lego Serious Play proprio a Firenze. Ho verificato di persona quanto sia efficace il metodo supportando un gruppo di persone nel definire la strategia a 5 anni della loro organizzazione, e da lì ho cominciato a cercare altre occasioni per metterlo in pratica. Dopo Firenze, ho organizzato sessioni a Roma, Madrid, Londra e a breve sarò a Francoforte e poi ad Amsterdam. I contesti in cui ho avuto occasione di sperimentarlo sono i più diversi: associazioni no profit, gruppi di studenti universitari, un hackaton sugli Open Data della Regione Lazio (che abbiamo vinto), una grande azienda multinazionale. In termini di età, ho coinvolto persone dai 9 ai 74 anni. Tornando a Firenze, a breve daremo vita a una serie di workshop di prova aperti a tutti, a numero chiuso. Sceglieremo dei temi d’interesse generale d’accordo con i partecipanti. Pensiamo di organizzarne uno già entro marzo».
Se siete incuriositi dal metodo LSP e volete avere informazioni sul ciclo di workshop che si terranno a Firenze, contattate: carlospellucci@gmail.com.
Per saperne di più sul metodo consigliamo di leggere il libro Building a Better Business Using the Lego Serious Play Method di Peter Kristiansen e Robert Rasmussen (2014). •
 
Testo di Jacopo Aiazzi
Foto di Romano Del Fiacco
 
ENGLISH VERSION>>>>
Everyone in his childhood played with LEGO. According to a chart of the most wished toys of 2015 published on Vanity Fair, LEGO are always at the first place. Recently the little bricks are moving forward since they’re becoming instruments to create new collaborations and to help adults to solve
their problems. This system has been developed inside LEGO Serious Play®, the Danish enterprise that created a model to facilitate the decision making process in the ‘90s. In order to better understand this system we have talked to Carlo Spellucci, Lean Six Sigma & Innovation expert and LSP Certificated Facilitator.lego_1
Hi Carlo, in which way are LEGO bricks useful to elaborate an enterprise strategy?
Everyday people are asked to confront with complex issues such as elaborating an action plan, discussing projects, negotiate resources, etc. In most cases these meetings take place by frontal exchanges and are filled with too many words. LEGO Serious Play® (LSP) is a method without content. It’s designed to deal with any issue in a group of people, following a simple, rigorous and thus highly efficient process. LSP helps a work-group to reach a better result in terms of detailed study, understanding, mutual knowledge, and emotional involvement compared to more traditional methods. People are asked some questions that must be answered using the bricks.
Can you explain to FUL how LSP works?
You need: a group of people with a goal to reach, an expert facilitator, a well structured workshop plan, a large number of bricks (for a higher metaphorical potential), and a room of adequate dimensions. There are two main rules: 1) everything you want to say must be represented through your LEGO model. If it’s not in the model, you didn’t say it and you can’t say it until it is in the model.
2) Trust your hands. When the question is not very clear, just let your hands do the work and start building something. The meaning will emerge by itself. The workshop occurs through the repetition of a question, individual building, sharing, and reflexion. The facilitator must check the time so that everyone has the chance of presenting his own model and ask the right follow-up questions
in order to make the deep meanings emerge.
Have you ever organized a workshop in Florence?
Yes, I organized my first LSP workshop in Florence, right after the end of my course as facilitator. I supported a group of people who wanted to define their strategy after 5 years from their formation. Thanks to this workshop I could test how valid the LSP method is and sought other opportunities to implement it. After Florence, I organized sessions in Rome, Madrid, London and soon I will go to Frankfurt and Amsterdam. The contexts in which I pui it into practice were very different: a no profit organization, groups of university students, an hackathon on Open Data organized by the Lazio Region (that we won), a big multinational corporation. In terms of age, I engaged people from 9 to 74
years old. Going back to Florence, soon I will coordinate a series of workshops on themes of general interest. They will be open to everyone but with a limited number of participants. The first one will be held in March.
If you are curious or wants information on the workshops that will be held in Florence, contact: carlospellucci@gmail.com.