Modern Ancient Brown: la mostra sul tema razziale

mostra modern ancient brown

Sabato 24 ottobre al Museo Novecento ha aperto al pubblico Modern Ancient Brown, la prima mostra personale in un’istituzione europea del noto artista afroamericano McArthur Binion.

Modern Ancient Brown: la mostra di McArthur Binion

McArthur Binion è impegnato sin dagli anni ’70 nella ricerca di un’alternativa all’arte minimalista, tramite la sua personale filosofia della griglia pittorica posta in dialogo con elementi autobiografici che vanno dalle pagine della sua rubrica telefonica alle fotografie ritrovate di linciaggi razziali. Il progetto, presentato al Museo Novecento e frutto di due anni di indagine, ha avuto la sua genesi nell’ideazione di una grande opera astratta su tavola, che sarà collocata nella cornice preesistente sopra l’altare della cappella rinascimentale al piano terra del museo, che costituisce una delle tre sale dedicate al ciclo espositivo Duel.

Con la mostra Modern Ancient Brown, il Museo Novecento entra nel vivo delle questioni più urgenti del nostro tempo, come quella dei diritti civili e della lotta contro il razzismo, e lo fa presentando le opere di un artista impegnato su questo fronte da decenni, sia con la sua opera pittorica che con il suo impegno civile e didattico. Binion infatti ha dato vita nel 2019 a una Fondazione impegnata nella sensibilizzazione e educazione dei giovani artisti riguardo le questioni razziali secondo una visione interdisciplinare e olistica.

Il titolo della mostra Modern Ancient Brown, è anche il nome della fondazione istituita da Binion nel 2019 a Detroit nata per promuovere il lavoro di artisti black che si dedicano all’interdisciplinarietà tra arti visive e letteratura e il cui lavoro sia stato storicamente sotto rappresentato. Il dialogo intenso che l’artista – che ha avviato la sua carriera come poeta – ha realizzato con gli spazi del Museo Novecento è una risposta importante a questo ultimo anno attraversato dalla pandemia mondiale, dai movimenti di Black Lives Matter e da un generale ripensamento da parte dei musei sul loro ruolo di preservare e proporre proposte culturali in un mondo globale e ancora nella sua lunga fase post colonialista.

Modern Ancient Brown: le opere della mostra

Oltre ai lavori su carta della serie Healing:work, alle dodici opere Altar:work I-XII – che riflettono sul limite e la materia del monocromo – e alla grande pala su tavola dal titolo Modern Ancient Brown-Altar, saranno presentate anche alcune parti del documentario della film-maker Marika Mairova dedicato all’artista, commissionato per l’edizione di Art Basel di giugno 2020 rimandata a causa del Covid-19.

Le altre opere dell’artista, che interagiscono con gli altri due ambienti, consistono in due cicli pittorici animati dalla stessa ricerca sull’eredità della pittura astratta modernista in relazione a un contesto più ampio, ovvero all’esigenza della società umana di lasciare tracce e storia di sé, ma al contempo di proiettarsi nel futuro. Tale approccio ha portato McArthur Binion ad amplificare la sua ricerca attorno a un gesto artistico che comprenda sia la pratica pittorica che quella scultorea, sia una dimensione assoluta e monocromatica, che una composta di narrazioni intime e personali.

L’artista, per riflettere su questo processo da un punto di vista inedito, ha scelto di dialogare con la piccola terracotta Testa di donna proveniente dalla Raccolta Alberto Della Ragione nella collezione permanente del museo, che lo scultore Marino Marini realizzò nel 1939. Quest’ultima ha colpito Binion per la sua particolare intima fragilità, molto distante dai monumenti equestri da lui visti in precedenza, e per quel gesto dell’artista toscano di incidere la creta dando vita ai capelli, unica parte che umanizza la “testa”, la quale sembra piuttosto provenire da un tempo arcaico e senza storia.

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