Cinema La Compagnia: Shalom Italia, la memoria che non è solo storia.

In occasione della Giornata della Memoria l’appuntamento è alle ore 19 al Cinema la Compagnia.

 
La regista Tamar Tal Anati presenterà il suo documentario Shalom Italia, la storia di tre fratelli ebrei – Emmanuel, Andrea e Reuven – che dopo 70 anni decidono di partire per un viaggio in Italia alla ricerca della grotta in cui si erano nascosti da bambini per sfuggire alle persecuzioni naziste.
Le strade di Firenze fanno da sfondo alle ricerche dei tre fratelli, dal Giardino dei Semplici di via Micheli e via La Marmora alla sinagoga di via Farini, passando da Castelnuovo di Berardegna, Villa a Sesta e Pagliericcio, luoghi chiave della storia tra le colline toscane.

La vera protagonista del documentario è la memoria: liquida, mutevole, quasi irriconoscibile se osservata da prospettive diverse. La percezione della storia in ognuno dei fratelli Anati è diversa, contrastata, a volte interrotta. Si rivela così l’impossibilità di giungere a una versione oggettiva della memoria storica, che altro non è che un insieme di storie e idee soggettive, un cumulo di vite di individui.
Meme, il più anziano, da anni rinomato professore di archeologia, antropologia e arte preistorica tra la Valcamonica e il Monte Karkom, ricorda con dolore quei momenti vissuti da adolescente cresciuto troppo in fretta, quando fu espulso dalla scuola per effetto delle leggi antisemite e costretto con la famiglia a rifugiarsi nei boschi: “Sei anni di infelicità, perché cercarla? Io non voglio ricordare”. Una vera e propria lotta contro il dolore di far riaffiorare in superficie ricordi seppelliti per un’intera vita, all’opposto di Andrea, che ricorda la sua esperienza di bambino: “Giocavamo a Robin Hood nel bosco, mi sono divertito durante l’Olocausto!”. Andrea è oggi dottore in fisica, allegro, brillante e vitale come non mai nonostante l’età, barcamenandosi tra corde e arrampicate in montagna. Bubi, infine, troppo piccolo all’epoca per riuscire a ricordare, deve affidarsi alle ricostruzioni dei fratelli per creare la sua memoria, nascosta nell’inconscio, scoprendo ad esempio l’origine della sua allergia alle sardine. Fondatore di vari musei della scienza per bambini, è lui a desiderare di tornare alle radici, all’inizio di tutto, per ricostruire la storia della famiglia: “Ho sempre sognato di tornare in Italia. Dopo quasi settanta anni, sono di nuovo italiano”.

Attraverso la quotidianità, la tragedia, ma anche l’ironia, Tamar ci fa toccare con mano il momento in cui il nucleo familiare si riunisce, facendo tornare i tre fratelli un po’ come bambini alla ricerca della propria storia. Esplorando i metodi con cui la memoria influenza le nostre vite, si mette in discussione l’unicità della storia ufficiale, data come definitiva, e verso la quale spesso manca spirito critico. E se fosse piuttosto il frutto di eventi sospesi tra leggende e realtà? E se ci fosse più di una storia? Quale sarebbe quella giusta?
Ma qui non si parla solo di storia: si parla infatti molto del presente. “Oggi come non mai, l’Olocausto è qualcosa di attuale, non relegato al passato. Questa famiglia potrebbe infatti essere una qualsiasi famiglia siriana, africana o del medio oriente, vittima dei conflitti di oggi, in un mondo in cui il sostegno e il senso di partecipazione sembrano essere stati dimenticati”, commenta Tamar. Ma senza solidarietà la storia che oggi ci presenta non sarebbe mai stata raccontata, e un grazie sentito (che non sarà mai abbastanza forte) va alle famiglie che hanno sostenuto gli Anati nonostante i rischi nell’andare contro al potere ufficiale, contro alle disposizioni del governo italiano di quegli anni.

Presentato per la prima volta al pubblico internazionale all‘AFI Festival di Washington a giugno 2016 e vincitore di numerosi premi internazionali, Shalom Italia è stato prodotto in collaborazione con i tedeschi Tina Leeb e Jurgen Kleinig, insieme al programma israeliano Yes Docu e la Makor Foundation.
Nel frattempo Tamar ha già iniziato a lavorare sul suo prossimo progetto, una serie di documentari sulle donne pilote dell’esercito israeliano, con il quale, per la prima volta, a una telecamera è permesso di documentare gli allenamenti delle forze armate israeliane.
Roberta Poggi