Source Self Made Design a Firenze

Alle Murate a Firenze, si è da poco tenuta la 4° edizione di Source Self Made Design, mostra internazionale di design autoprodotto organizzata dall’Associazione Altrove e diretta dall’architetto Roberto Rubini.

source_8Il festival – incentrato sul tema dell’innovazione e patrocinato, tra gli altri, da Comune di Firenze, Regione Toscana, OAF, IED Firenze, OmA – ha radunato “makers” artigiani 2.0, architetti, designer, creativi e sperimentatori digitali proponendo otto giorni di esposizioni, workshop, seminari e incontri con l’obiettivo di indagare l’intera filiera dell’autodistribuzione, dalla fase di progettazione a quella di produzione e vendita.
Un’iniziativa semplice nella sua essenza: offrire spazi, opportunità e visibilità ai 30 designer selezionati per la mostra allestita nello spazio Semi Ottagono delle Murate, e fornire occasioni di incontro e aggiornamento ai professionisti del settore.
Il Source, nato come semplice manifestazione, si è trasformato in un’impresa culturale che fa dell’intento di individuare possibilità più “tangibili” per designer e architetti, il punto di partenza per la creazione di una rete di contatti, collaborazioni e sinergie.
In questo senso, l’intenzione di avvicinare i designer alle realtà artigiane e produttive – espressa dal Source con il progetto Co-Design – è una proposta sensata in un panorama di interessanti attività che già da tempo promuovono l’incontro tra creativo e artigiano: il progetto “Brianza Design” portato avanti da Riva 1920, aziendasource_2 comasca leader nel settore arredo; le iniziative di Florence Factory e quelle della Fondazione Ferragamo che si occupano da tempo di promuovere e valorizzare l’artigianato toscano e “Made in Italy”, rivolgendo la propria attenzione non solo a moda e design, ma anche a innovazione tecnologica e creatività in generale.
Dato lo scenario, potrebbe essere interessante se nelle future edizioni, il Source, oltre a rafforzare la presenza dei progettisti, investisse maggiormente sulla ricerca e sulla partecipazione di quelle realtà artigiane e di piccola imprenditoria che spesso rimangono nascoste perché prive di preparazione e mezzi per promuoversi.
Ciò che il Source ha ben evidenziato è il connotato di multidisciplinarietà che il ruolo del designer, e quello di altri professionisti odierni, deve avere. Il rapido cambiamento dei modi di vivere e di agire, cui ormai siamo abituati, necessita di altrettante veloci compenetrazioni di conoscenze e competenze nella produzione di tutto ciò che andrà ad interagire con le nostre vite, dal design della città a quella dell’oggetto.
La trasformazione degli spazi, la creazione di servizi, la realizzazione di un oggetto di uso comune oggi non può source_4prescindere dalla conoscenza e dall’utilizzo consapevole di materiali, tecnologie, innovazione digitale, sistemi di comunicazione e interazione tra persone, procedure di sostenibilità economica e ambientale.
Questo si traduce – come emerso dal Source – nella necessità da parte dei progettisti, di fruire di continui aggiornamenti, di strumenti di lavoro condivisi e di una rete di relazioni tra professionalità diversificate, con l’obiettivo di rafforzare le componenti dell’intera filiera del design, dal progettista all’esecutore; questo non solo per concretizzare partnership lavorative, ma anche per offrire un prodotto di qualità all’utilizzatore finale, forse unico vero assente di questo festival, come di molti altri circuiti del Design.
I veri protagonisti, invece, sono stati gli architetti, i designer, i relatori, i curatori, le persone cioè che “raccontando” i propri progetti, lavori ed esperienze, hanno mostrato grande entusiasmo, professionalità e passione, veri motori di tutto.
Chiara Fanigliulo