Ketty Rotundo rivela come ha creato il suo blog di racconti erotici, Clitoridea, punto d’incontro e confronto sulla sessualità e la letteratura erotica.
Calabrese trapiantata a Firenze, Ketty Rotundo, conosciuta in rete come Clitoridea, dal 2016 seleziona e edita racconti e poesie erotiche che pubblica online. Abbiamo deciso di incontrarla per scoprire com’è nato il suo blog, dove da quasi 10 anni dà voce alle storie erotiche scritte dagli altri.
La scrittura è sempre stata una sua grande passione, ci dice Ketty «da che ne ho memoria ho sempre scritto poesie e racconti, sia amatoriali che per alcune riviste letterarie. Poi, un po’ per caso, un giorno ho provato a scrivere un racconto erotico: parlavo di un’avventura che avevo avuto con un tizio che non aveva lasciato niente dentro di me, se non un profondo senso di vuoto. Così, in una sorta di trance, ho provato a rievocare alcune cose che avevamo fatto insieme. Feci leggere quel mio primo racconto erotico a una mia amica che mi invitò a un evento a Cosenza. Un attore lesse il mio racconto e sentir pronunciare le mie stesse parole – da un punto di vista dunque femminile – da un attore uomo mi fece emozionare». Da lì, per gioco, è nata l’idea di creare un blog che raccogliesse i racconti erotici scritti dagli altri.
Perché il nome “Clitoridea”?
È venuto fuori un po’ per caso: al tempo frequentavo un ragazzo, e durante uno dei nostri rapporti gli spiegai che io sono una donna clitoridea, ovvero raggiungo l’orgasmo con la stimolazione del clitoride. Sentendomi pronunciare queste parole mi suggerì di usare proprio “Clitoridea” come nome per il mio progetto, così contattai mio fratello Zeus (@zeus_ocbz, artista, NdR) perché mi disegnasse il logo: una sagoma femminile con al posto della vagina una lampadina. Poi ho creato la pagina Instagram e lanciato il progetto, ho iniziato a ricevere i primi racconti e fin da subito i riscontri sono stati positivi.
Grazie a Clitoridea ho conosciuto sessuologhe, ginecologhe e persone che si occupano di sessualità e femminismo. A Catanzaro – la città in cui vivevo al tempo – non c’erano collettivi femministi né particolari occasioni di confronto. Poi, grazie a questo progetto, ho iniziato a interessarmi al tema, prendere spunto per poi parlarne a mia volta. Non ho alcuna pretesa di essere vista come una professionista, anzi, non lo sono affatto! Se riesco a padroneggiare alcuni temi è solo perché ho letto e mi sono informata molto, ma mantengo comunque una comunicazione semplice, senza grandi paroloni, della serie “parliamone come ne parleresti a un’amica”.
Come mai hai deciso di dedicarti proprio alla letteratura erotica?
La letteratura erotica mi è sempre piaciuta, soprattutto quella un po’ più classica, come Anaïs Nin ed Henry Miller per esempio, anche se in generale ho notato che rimane un genere letterario di nicchia. Per me poi letteratura erotica, sessualità e femminismo sono tematiche molto legate tra di loro. Credo che sia uno strumento molto utile per conoscersi e perché no, anche per stuzzicare la propria mente!
Ci tengo tuttavia a precisare che una storia erotica non deve necessariamente descrivere la penetrazione. “Fare sesso” include tutto ciò che può procurarci piacere, sia fisico e perché no, anche mentale! Quello che faccio è quindi cercare di portare le persone a osare, a divertirsi e a sperimentare con uno strumento diverso dai video porno, per esempio.
La cosa che mi viene rimproverata più spesso, parlando di letteratura erotica, è che è molto sessista, soprattutto nei romanzi “di un tempo”. È vero, le scene erano molto maschiliste, però la letteratura erotica può essere anche profondamente femminista, inclusiva e sex positive.
In Clitoridea, per esempio, io rifiuto i racconti palesemente sessisti, però ci sono tanti casi, anche in racconti scritti da donne, dove emerge in assoluto l’elemento del “macismo”, in cui l’uomo deve predominare per forza, cosa che in letteratura erotica alla fine ci può anche stare. Tempo fa, in uno dei miei sondaggi su Instagram, chiesi alle persone se avessero mai voluto masturbarsi leggendo racconti erotici, e molti risposero di sì. La cosa interessante è che molte ragazze mi confidarono di essersi eccitate leggendo Bukowski, un maschilista e sessista di prima categoria.
Quali sono i prossimi progetti in cantiere per Clitoridea?
Mi piacerebbe portare a Firenze alcuni eventi che avevo organizzato anni fa in Calabria, perché penso ci sia un estremo bisogno di contesti sociali “dal vivo” in cui parlare di sessualità, tema che in Italia è considerato ancora tabù.
A Cosenza, per esempio, avevo organizzato una serata di letture dal vivo di alcuni racconti erotici provenienti da tutta Italia. C’era veramente il pienone, perché quando si parla di erotismo la gente è davvero curiosa. Sempre in Calabria, con il collettivo femminista FEMIN avevamo organizzato le “Chiacchiere sulla sessualità”: degli incontri mensili su varie tematiche come masturbazione, sesso anale, consenso e via dicendo. Partecipavano persone di qualsiasi tipo, dall’uomo adulto etero cisgender all’adolescente. Alcune ragazze di un liceo di Cosenza hanno insistito molto per portare le “Chiacchiere sulla sessualità” a una loro assemblea scolastica.
Io come Clitoridea ho parlato di revenge porn, FEMIN di consenso, e con noi c’era anche un’ostetrica che ha parlato di prevenzione. In quell’occasione abbiamo proposto un box domande aperto a tutti e abbiamo trovato dei pensieri che ci hanno lasciate allibite per la scarsa consapevolezza e istruzione sul tema, tipo: “Si possono mettere due preservativi?”, “Ma se lui non vuole mettere il preservativo come devo fare?”. La domanda che sorge spontanea è: ma ragazzi e ragazze con chi parlano di queste cose? Non si fa educazione sessuale a scuola, e l’argomento “sesso” è spesso scansato anche in famiglia.
Portando avanti queste iniziative mi sono resa conto che c’è davvero un estremo bisogno, soprattutto per chi è in piena adolescenza, di parlare di sessualità apertamente. Va benissimo fare divulgazione sui social, anzi è necessario, perché ormai tutti usiamo i social media per informarci, ma ritrovarsi dal vivo, proporre eventi di confronto, è ancora meglio! Quindi vorrei organizzare iniziative del genere anche a Firenze, penso che possano nascere senz’altro occasioni interessanti di confronto.
Un’altra cosa che farò a breve è raccontare delle donne che hanno fatto la letteratura erotica, partendo da Saffo per arrivare ai giorni nostri.
Puoi spiegarci come partecipare e inviare i racconti a Clitoridea?
La partecipazione è ovviamente gratuita: i racconti o le poesie erotiche possono essere inviati sulla mail, tutte le informazioni si trovano sul sito. Poi io li correggo, li edito e li pubblico. Non c’è una cadenza specifica di uscita, tendenzialmente escono un paio di volte al mese. Il non aver mai scritto prima non deve essere un limite, anzi: molti dei racconti che ricevo arrivano proprio da persone che non si erano mai cimentate prima nella scrittura. Per questo ogni tanto propongo degli “Esercizi di fantasia”, ovvero degli esercizi di scrittura erotica: si può partire, ad esempio, dalla scena di un film che chi partecipa deve continuare a scrivere seguendo la propria fantasia, oppure come un orgasmo senza utilizzare la parola “orgasmo”, o ancora scrivere una scena di sesso senza penetrazione.
Tendenzialmente io però non scrivo, preferisco stare dall’altro lato e editare di mano mia le storie degli altri. Sul sito c’è un solo mio racconto, scritto a quattro mani con un ragazzo che segue Clitoridea da tempo. Quando l’ho pubblicato ho chiesto alla community di provare a individuare quali erano le parti scritte da me, e quasi nessuno ha indovinato solo perché tendenzialmente si pensa che una donna non possa scrivere cose più spinte o “sporche” (perché sì, le parti scritte da me erano decisamente quelle più spinte!).
In generale, leggendo queste storie emerge come la gente vede e vive la sessualità, perché la maggior parte delle persone non parte dal presupposto che scrivendo si possa inventare, narrando qualcosa senza partire dalle proprie esperienze personali. Ecco, questa è la cosa che mi chiedono di più, ovvero se i racconti sono tratti da fatti realmente accaduti. Posso comprendere la curiosità, ma in realtà tutto questo non ci dovrebbe affatto interessare. Mi chiedo se le persone sono curiose soltanto perché si parla di sesso: se fossero racconti horror o polizieschi, lo chiederebbero lo stesso?
I racconti che leggiamo su Clitoridea potrebbero essere pure fantasie o magari, perché no, fatti realmente accaduti. Sebbene esistano ancora molti tabù, oggi siamo senz’altro molto più liberi di esprimere ciò che ci piace, anche sessualmente, rispetto a un tempo. Quindi perché non mettere nero su bianco questa libertà?