Cannes 2025: tra ritorni e adrenalina, il Festival ha celebrato il grande cinema
Sotto il sole della Costa Azzurra, il Festival Internazionale del Film di Cannes, l’appuntamento più atteso del panorama cinematografico mondiale, anche quest’anno ha reso omaggio al glamour eterno della Croisette. Palma d’Oro al film iraniano Un Simple Accident di Jafar Panahi.
Tra sfilate sul red carpet, standing ovation in sala e l’emozione palpabile di una stagione ricca di titoli promettenti, questa 78° edizione si preannunciava da mesi come una delle più vibranti degli ultimi anni. A guidare la giuria internazionale quest’anno è stata Juliette Binoche, icona del cinema europeo e interprete della sensibilità profonda e dal talento multiforme.
L’attrice francese, già premiata in passato a Cannes e riconosciuta a livello globale per ruoli intensi e sfaccettati, ha portato con sé uno sguardo raffinato e attento alla complessità dell’arte cinematografica. “Essere chiamata a presiedere questa giuria è un onore e una responsabilità – aveva dichiarato la Binoche alla conferenza inaugurale – Cannes è un luogo dove il cinema prende vita, dove le visioni dei registi incontrano il pubblico in tutta la loro nudità e potenza”.
Insieme a lei la giuria si completava con l’attrice americana Halle Berry, la sceneggiatrice indiana Payal Kapadia, l’attrice italiana Alba Rohrwacher, la scrittrice franco-marocchina Leïla Slimani, il documentarista congolese Dieudo Hamadi, il regista coreano Hong Sang Soo, lo sceneggiatore e produttore messicano Carlos Reygadas e l’attore americano Jeremy Strong.

I film in concorso: tra maestri e nuove voci
Il Concorso Ufficiale si è presentato come un mosaico di culture, linguaggi e poetiche. In gara c’erano autori consacrati e opere prime di giovani registi provenienti dall’Africa e dall’Europa dell’Est, che affrontano temi contemporanei come la crisi climatica, i conflitti generazionali e la ricerca di radici. Il sottoscritto, dopo il report del 2024, anche quest’anno non ha mancato di informarsi quotidianamente su quello che avveniva al Festival!
Ho notato un’attenzione particolare che è sembrata emergere verso il cinema al femminile, con una nutrita presenza di registe in concorso, molte delle quali alla loro prima volta sulla Croisette.
Ma ecco di seguito tutti i film in concorso, alcuni usciranno già in estate, altri probabilmente non li vedremo mai nelle sale italiane:
The Phoenician Scheme di Wes Anderson; Sentimental Value di Joachim Trier; Romería di Carla Simón; The Mastermind di Kelly Reichardt; La Petite Dernière di Hafsia Herzi; The History of Sound di Oliver Hermanus; Renoir di Chie Hayakawa; Alpha di Julia Ducournau; Dossier 137 di Dominik Moll; The Secret Agent di Kleber Mendonça Filho; Fuori di Mario Martone; Two Prosecutors di Sergei Loznitsa; Nouvelle Vague di Richard Linklater; Sound of Falling di Mascha Schilinski; The Eagles of the Republic di Tarik Saleh; Sirat di Oliver Laxe; Jeunes Mères di Jean-Pierre e Luc Dardenne; Eddington di Ari Aster e Un Simple Accident di Jafar Panahi, Die my Love di Lynne Ramsay, Résurrection di Bin Gan e Mother and Child di Saeed Roostaee.

L’Italia a Cannes 78: Fuori di Mario Martone
Fuori di Mario Martone era l’unica pellicola italiana in concorso selezionata quest’anno. Il film racconta la storia di Goliarda Sapienza, scrittrice e figura anticonformista, interpretata da Valeria Golino. Dopo un gesto impulsivo che la porta in carcere, Goliarda incontra alcune giovani detenute con cui instaura un legame profondo. Una volta uscite, le donne continuano a frequentarsi durante un’estate romana, vivendo un’esperienza di rinascita.
Il cast femminile è di grande rilievo, con Matilda De Angelis (notevole la sua passerella sulla Montée des Marches con un vestito custom mozzafiato di Fendi) e la cantante Elodie.

Avevamo già detto in un precedente articolo di Alice Rohrwacher scelta per presiedere la giuria della Caméra d’or – ovvero il riconoscimento cinematografico che premia un’opera prima presentata nella Selezione Ufficiale, alla Settimana della Critica o alla Quinzaine des Réalisateurs – a cui si è aggiunta la sorella Alba Rohrwacher in giuria per l’assegnazione della Palm d’Or.
Le anteprime: Mission Impossible l’ultimo capitolo della saga d’azione e Spike Lee
Fuori concorso, l’evento più atteso è stato senza dubbio l’anteprima mondiale dell’ultimo capitolo della saga di Mission Impossible: The Final Reckoning. Tom Cruise è tornato sul tappeto rosso, accolto come una vera e propria rockstar. Il film, che promette adrenalina e colpi di scena spettacolari, è stato proiettato in una serata speciale che ha visto la presenza del cast al completo e di numerosi ospiti internazionali.
Mission Impossible non era l’unico film-evento, da segnalare anche il thriller di Spike Lee Highest 2 Lowest con Denzel Washington protagonista.

Un Certain Regard: il debutto di Kristen Stewart e Scarlett Johansson alla regia
Nella sezione Un Certain Regard, dedicata alle opere più audaci e innovative, spicca il debutto dietro la macchina da presa di Kristen Stewart con The Chronology of Water. L’attrice ha presentato un film di corpi feriti dagli abusi e rinati in un dramma familiare dell’America middle-class degli anni Settanta.
Esordio alla regia anche Scarlett Johansson con Eleanor the Great, un dramma intergenerazionale che racconta l’amicizia tra una donna di 90 anni e una giovane studentessa a New York. Il film, interpretato da June Squibb e Chiwetel Ejiofor, ha già suscitato grande curiosità tra critica e pubblico. Johansson era inoltre presente in concorso a Cannes come attrice nel thriller di Wes Anderson The Phoenician Scheme.

Per questa sezione è stato selezionato anche Le città di pianura di Francesco Sossai, una storia ambientata nella campagna veneta con il cantautore Pierpaolo Capovilla tra gli attori.
Proiezioni speciali: la vita con gli U2 e la morte a Gaza con Fatma Hassouna
Tra le proiezioni speciali, era atteso il documentario biografico Stories of Surrender diretto da Andrew Dominik, che offre uno sguardo intimo sulla vita e la carriera di Bono, il mitico frontman degli U2. Il film promette di essere un viaggio emozionante attraverso la musica e l’impegno sociale dell’artista. Il documentario sarà disponibile in streaming su Apple TV.

Mentre nella sezione parallela del Festival curata da l’Association du Cinema Indépendant pour sa Diffusion è stato presentato Put Your Soul on Your Hand and Walk della regista iraniana di base in Francia Sepideh Farsi.
Il documentario ha per protagonista la giovane fotografa e giornalista palestinese Fatma Hassouna – uccisa a 24 anni insieme alla sua famiglia a Gaza in un bombardamento dell’esercito israeliano lo scorso 16 aprile, per il quale l’IDF non ha fornito spiegazioni – che restituisce in presa diretta l’orrore quotidiano a cui è sottoposta la popolazione civile sotto attacco.
Sepideh Farsi ha dichiarato che Fatma era stata “i suoi occhi su Gaza” e la morte è avvenuta il giorno dopo aver ricevuto l’invito a Cannes.

Il primo giorno del Festival di Cannes è stata pubblicata una lettera di condanna del silenzio dell’industria cinematografica hollywoodiana sull’azione militare israeliana a Gaza. Tra i firmatari spiccano la presidente della giuria Juliette Binoche e Joaquin Phoenix, quest’ultimo protagonista al festival con Eddington.
Anteprima mondiale anche per The Six Billion Dollar Man di Eugene Jarecki, un film-documentario che ripercorre la saga giudiziaria di Julian Assange, un’icona contemporanea del diritto all’informazione.
La Palma d’Oro alla carriera: tributo a Robert De Niro
Momento emozionante per il conferimento della Palma d’Oro alla carriera a Robert De Niro. L’attore americano, visibilmente commosso, ha ricevuto una lunga standing ovation nella Grand Théâtre Lumière.
Il Festival gli ha reso omaggio al suo talento conferendo il premio con la motivazione ufficiale che «Ci sono volti che rappresentano la settima arte, e battute di dialogo che lasciano un segno indelebile nella cinefilia».
Da cinquant’anni si può dire che De Niro è di casa a Cannes. Nel 1976 il film Taxi Driver di Martin Scorsese, dove era attore protagonista, vinse la Palma d’Oro. Poi ci è tornato molte volte, nel 2011 addirittura come presidente della giuria. Nel suo discorso di ringraziamento non ha mancato di attaccare il presidente Donald Trump e invitato i suoi concittadini a difendere la democrazia americana.

Miglior Film: Un Simple Accident di Jafar Panahi
Sabato alle 18:00, alla cerimonia di conferimento della Palm d’Or, il premio per i giurati è andato a Un Simple Accident di Jafar Panahi, confermando le attese per la pellicola del regista che il regime iraniano aveva incarcerato come oppositore.
Cannes 78 premia un film in cui Panahi racconta le storie raccolte durante la detenzione. Lui ha ringraziato sottolineando che «ciò che conta ora è la libertà in Iran», chiudendo un festival attraversato dalle guerre e dalla solidarietà con la Palestina.

Lo scorso anno due film premiati a Cannes – Emilia Perez e Anora – si sono trovati a battagliare per l’Oscar a Hollywood, a conferma del grande livello di questa rassegna. Infatti, dal punto di vista della distribuzione, oggi, una pellicola che vanta la selezione a questo festival ha una certa garanzia di ritorno economico al botteghino!
Photos: films kit courtesy of press service Festival de Cannes.
Cover: Montée des marches ©Mathilde Petit-Boh/ FDC