Roberto Bianchi, mitico padre del Disco Mastelloni, un negozio di musica che era un salotto ma soprattutto una casa.
Lo scorso 8 settembre Lungarno Colombo si è trasformato in un dancefloor a cielo aperto. Il Wood Music Garden ha ospitato la serata “Ciao Roberto”, organizzata dalla moglie e dagli amici di Roberto Bianchi, insieme alla Fondazione ANT Italia Onlus. Il nome di Roberto Bianchi potrà non farvi scattare subito le giuste sinapsi, ma probabilmente in molti ricorderanno – e con nostalgia – il “mito”, come lo chiamava lui: Disco Mastelloni, la sua creatura.
Questo non era un semplice negozio di dischi, proprio come Roberto non era un semplice commerciante. È stato piuttosto un coraggioso innovatore, uno dei primi avanguardisti nell’ambiente musicale fiorentino. La musica era la sua passione, la sua ispirazione, la coltivava ogni giorno in quello storico “salotto” in piazza del Mercato Centrale nel cuore di Firenze. Che fosse un luogo anticonvenzionale e in anticipo sui tempi fu chiaro subito, alla sua apertura nei primi anni ‘80. A Disco Mastelloni non si andava solo per comprare, si andava piuttosto per trarre ispirazione, scoprire le ultime novità di importazione, tastare con la mano e con l’orecchio, discutere con Roby e con gli altri clienti sul groove tanto in voga nei locali londinesi. Un vero e proprio salotto della musica, il confronto era di casa.
Roberto Bianchi è stato tra i primi in Italia a importare quelle tendenze cosmopolite e innovative nel panorama fiorentino, ancora aggrappato alle correnti Seventies, aprendo la strada a tre generazioni di dj in ben 35 anni di attività. Chissà quanto ancora avrebbe potuto donare della sua esperienza e cultura in materia, se non fosse stato costretto alla chiusura. Tanti adepti della consolle (tra cui i dj Agostino Presta, Stefano Noferini e Marzio Dance) devono ringraziare proprio questo appassionato negoziante, che ti accoglieva sempre come fosse a casa sua – quella era davvero casa sua – e regalava un po’ del suo tempo a ogni visitatore, nuovo o abituale che fosse.
Disco Mastelloni è stato il ritrovo sia dei primi rockettari, frequentatori del negozio di alternative rock Contempo records, che degli amanti del dance, curiosi di addentrarsi in quelle sonorità nate come evoluzione del soul e del funky. Un rifugio in cui rintanarsi, quando si era stanchi delle melodie pop e delle canzonette trasmesse in radio.
Disco Mastelloni, portatore di un’idea di musica come valore quasi tangibile, qualcosa di pregiato da possedere, era sopravvissuto alla crisi del disco, continuando a far entusiasmare i suoi affezionati clienti davanti ai fornitissimi scaffali di vinili, dove l’ultima rarità non mancava mai.
Nel maggio del 2016, però, il bandone dello storico negozio si è abbassato per l’ultima volta perché Roberto ha dovuto combattere una battaglia più dura della crisi del disco: il tumore. Non ha vinto, lasciando orfane tre generazioni di dj a luglio dell’anno scorso. Tuttavia, quello che rimane è l’eredità unica e il solco tracciato dal suo Disco Mastelloni in quegli anni di fermento musicale.
Ciao Roberto!
Elisa d’Agostino