Team Querciamatta

“Querciamatta”: vino, olio e… un pizzico di sana follia nel cuore della Toscana

La storia di Susanna Peruzzi e Gianni Acciai e di come dire F.U.C.K. alle logiche del business per inseguire il sogno di una vita campestre in modo etico

“Intuire, sperimentare, trasformare, giocare, festeggiare: questo è quello che facciamo”. La storia di Susanna Peruzzi e Gianni Acciai, soci nella vita e nel lavoro, si può sintetizzare con questo slogan. Poche parole che raccontano la sana follia del loro progetto enologico, artistico e culturale nel cuore della Toscana. Siamo a Monsummano Terme, in provincia di Pistoia, ed è proprio qui che Querciamatta ha deciso di ridare vita a una tenuta abbandonata da più di due anni per produrre vino e olio partendo da un’agricoltura in regime biologico. Un gran bel F.U.C.K. al mero business e ogni tipo di logica commerciale per inseguire i propri sogni, ballare a piedi scalzi al tramonto e lavorare con entusiasmo in questo fazzoletto di libertà che misura circa 13 ettari.

Articolo estratto dal numero invernale di F.U.C.K. (Florence Urban Cocktail Kitchen), free magazine stagionale by FUL sull’enogastronomia undeground di Firenze e della Toscana.

Susanna e Gianni, com’è nato il progetto Querciamatta?

“Abbiamo tanti figli e stavamo cercando una casa dove abitare tutti insieme. Tra le varie opzioni c’era questa vecchia tenuta abbandonata da più di 20 anni, con tanti fabbricati, ettari di terreno e canne di bambù. L’abbiamo visitata per la prima volta ad agosto 2017, per poi acquistarla a settembre 2018. Il nostro primo olio è uscito a febbraio 2020, mentre il primo vino – Rosé Querciamatta vendemmia 2020 – è datato aprile 2021. Ci siamo trovati immersi in quel territorio selvaggio, con vigne da curare, olivi soffocati da erbe rampicanti, da potare e rendere di nuovo liberi, edifici abbandonati cui restituire l’anima – la nostra, magari. È così che è nato Querciamatta, essenzialmente per passione. La passione di imparare a fare quello che non sapevamo fare e di farlo comunque a modo nostro”.

Tenuta Querciamatta Monsummano Terme

Ci spiegate questo nome particolarmente curioso?

“Si potrebbe pensare che sia un nome scelto da noi, in realtà è il nome che ha scelto noi. Il territorio dove è stata edificata la nostra tenuta si chiamava infatti già così nel Duecento. Era esattamente “La Quercia Matta”, noi abbiamo tolto l’articolo e unito il nome: ecco fatto. Del resto, c’è decisamente tanta follia in quello che facciamo ogni giorno”.

Dal vino all’olio, qual è il prodotto che vi racconta meglio?
“Non possiamo rispondere a questa domanda, vi diremmo una bugia… Per noi ogni prodotto è un pezzo di cuore. Tutti ci rappresentano, perché in ognuno di essi mettiamo molto del nostro. Tutto è fatto con tantissima attenzione sia al risultato finale sia al singolo dettaglio. Ci piace pensare che i nostri prodotti sono come figli e non ci sono figli più rappresentativi di altri: dall’olio, declinato nei vari IGP Toscano Biologico il Capofamiglia, Monocultivar Leccino Biologico il Ragazzaccio, 100% Italiano BIO il Grigio e 100% Italiano BIO la Lady, fino ai nostri vini, quali il Vino Rosso Querciamatta D, il Vino Rosé Querciamatta e il Vino Bianco Vaiassa”.

“Sostenibilità” dalle vostre parti non è solo una parola, ma un impegno etico e concreto.

“Cerchiamo di dare un senso di sostenibilità a tutto quello che facciamo partendo dalla nostra filosofia. Rispettiamo il territorio coltivando in regime biologico, cerchiamo di avere uno stile di agricoltura più vicino ai nostri nonni e alla tradizione contadina, ma con innovazione e riduzione dell’impatto ambientale. Usiamo materiali a ridotto impatto ambientale e tutte le nostre potature (e non solo) vengono inserite in un compost che usiamo poi per la concimazione dei terreni, come da buona norma di economia circolare. È ancora poco, ma faremo di più. Non perché si deve, ma perché si vuole”.