Nella scorsa settimana abbiamo partecipato ad un bellissimo press tour tra le colline ed il mare della Maremma. Definito dall’ex assessore Leonardo Marras “un Paradiso di eccellenze gastronomiche e vinicole”
“Otium cum dignitate”, scriveva Cicerone nel suo “De Oratore”. Una locuzione latina, mai del tutto abbandonata, che nell’Italia post-Coronavirus è tornata più attuale che mai. Se è vero che dalle crisi nascono nuove opportunità, l’emergenza sanitaria ed economica legata al Coronavirus ci ha regalato infatti una nuova concezione del tempo libero, da intendersi non come spreco bensì come guadagno. (Re)imparando ad apprezzare la natura e il territorio circostante, riappacificandoci con noi stessi e godendoci esattamente quell'”otium” ciceroniano che allevia e arricchisce la mente nella verde campagna. È sicuramente riuscito in questo rincuorante obiettivo il press tour nella Maremma toscana a cui FUL ha partecipato la scorsa settimana: un percorso tra le eccellenze della vasta zona geografica compresa fra Toscana e Lazio e affacciata sul Mar Tirreno, a un’ora e mezza di auto da Firenze, in un’oasi di pace e tranquillità ben lontana dalla frenetica vita di città.
Dall’allevamento estensivo dei bovini di razza maremmana e suini di razza cinta senese della “Tenuta di Paganico”, con un’esperienza completa che offre anche ristorazione di livello e soggiorno, ai celebri oli del “Frantoio Franci”, passando per i vini biologici firmati “Basile” o le storiche etichette vinicole “Colle Massari”, fino ai formaggi dell’azienda agro-biologica “Le Tofane”. Per commentare questo viaggio all’insegna della qualità e della genuinità, in termini di materie prime, metodi di lavorazione e, ovviamente, anche prodotti finali, non potevamo non rivolgerci a uno dei massimi esperti in questione: Leonardo Marras, ex presidente della provincia di Grosseto, intervistato proprio a margine del nostro tour.
Marras, qual è l’ingrediente segreto della Maremma secondo lei?
“Qui in Maremma c’è un’atmosfera magica, diciamo la verità… Questa magia è data dal miscuglio di vari fattori e il primo è senza alcun dubbio lo spazio, che dalla montagna va verso il mare e offre il senso dell’infinito e della libertà. In questo ambiente ognuno può fare quello che vuole, ascoltando i rumori o i silenzi che il territorio emette. Basta fare infatti una rapida ricerca su internet per scoprire che molte delle canzoni che hanno fatto la storia della canzone italiana sono state scritte proprio qui, guardando il cielo stellato e lasciandosi guidare dalle vibrazioni positive”.
Una terra di eccellenze dalla dimensione internazionale, a partire dall’olio extravergine di oliva dello storico frantoio “Franci”
“Su Franci racconto sempre quest’aneddoto. Quando ero presidente della provincia di Grosseto, eravamo per conto della Regione Toscana mandatari di un progetto di cooperazione internazionale con l’Argentina. Nello specifico, avevamo il compito di creare un frantoio sociale nell’area di Mendoza, dove si trova una particolare coltivazione chiamata Arauco. Abbiamo costruito una piccola cooperativa di 236 soci e un frantoio con macchine tutte Carapelli, di derivazione toscana. Quindi siamo andati là per l’intervento di chiusura del progetto, approfittandone per visitare una delle più importanti aziende della cooperative, una delle più grandi del Malbec che produce anche olio. Ricordo che stavo parlando con uno dei responsabili e, in mezzo alla conversazione, è venuta fuori un gran bella verità: il mio interlocutore era stato due settimane a imparare a fare l’olio proprio da… Giorgio Franci. ‘Come mai?’, gli ho chiesto. ‘Perché volevo imparare dal migliore’, è stata la sua risposta decisa”.
Non solo flora, in Maremma il territorio si valorizza anche attraverso l’allevamento degli animali: “Tenuta Paganico” ne è sicuramente uno dei migliori esempi.
“In questa Tenuta stanno facendo delle cose straordinarie, lasciatemelo dire. Hanno delle idee innovative e ambiziose, a partire dall’allevamento degli animali in modo naturale e allo stato brado. Non tutte le aziende agricole hanno questo carattere così definito. Se penso poi a quello che c’era anche solo dieci anni fa, per esempio, a livello di salvaguardia della razza maremmana, con soli due allevamenti che lavoravano per mantenerla… Per fortuna, piano piano, anche altre famiglie hanno iniziato a portare avanti questo progetto e oggi, proprio grazie a questa caparbietà, la nostra maremmana non è più in via d’estinzione. Anzi, se si va in cerca di carni nuove, si trovano sempre più spesso ristoranti che offrono la fiorentina di Maremmana. E di questo non possiamo che andarne fieri e orgogliosi”.
Oli e carni pregiate, ma anche vini e formaggi: in questa terra non vi manca proprio niente.
“L’offerta è davvero completa, in Maremma abbiamo la fortuna di poter contare su produttori e prodotti di primissima fascia. Anche nel campo del vino, come la cantina di Colle Massari o i vini biologici di Basile, solo per citarne alcuni… Senza dimenticare il Pecorino Crudele de Le Tofane. Abbiamo un intero universo di aromi e sapori, che mi sarebbe impossibile elencare qui per intero”.
In un già abbondante insieme di eccellenze, ultimamente si è inserito pure il primo gin dell’Argentario: “ArGINtum 925”.
“Non l’ho ancora assaggiato, ma ne ho una bottiglia a casa e lo proverò a breve. È prodotto da alcuni amici e sono molto curioso. Ci sono varie aziende vinicole che fanno gin in Maremma, penso per esempio a Rocca di Montemassi o ad altre realtà circostanti. Ma, pur non essendo il primo gin maremmano, è chiaro che il primo gin dell’Argentario non può che diventare un’icona. Il suo produttore (Simone Alocci, ndr) è un ragazzo appassionato e pieno di inventiva. Credo che questa sia di per sé una bella idea, che merita un grande in bocca al lupo”.
Articolo a cura di Giacomo Iacobellis
Foto di Luca Managlia