“Testo” si è in breve tempo guadagnato una posizione di rilievo nel panorama delle manifestazioni italiane legate al libro. E ancora, moda, food, fragranze e nel 2024 anche biciclette! Intervista a Agostino Poletto, Direttore Generale e Marketing di Pitti Immagine.
Pitti Immagine è una realtà unica e apprezzata a livello internazionale nell’organizzazione di manifestazioni fieristiche, eventi di comunicazione e iniziative culturali. Spesso prettamente associata alla più importante kermesse di “moda uomo”, è invece aperta a nuove realtà, a nuovi linguaggi contemporanei che vanno dal lifestyle al cibo, passando dalle fragranze, fino ai libri. Con l’arrivo della nuova stagione fieristica 2024 abbiamo avuto l’occasione di intervistare Agostino Poletto, ci ha rivelato alcune interessanti novità in arrivo a Firenze.
L’attività di Pitti Immagine non è più solo fieristica ormai, ma coinvolge l’intera città di Firenze con una serie di eventi allargati, anche fuori dalle mura della Fortezza da Basso. Cosa avete in serbo quest’anno?
Avete individuato quella che è una delle caratteristiche principali di Pitti Uomo e di tutto il nostro modo di pensare alle fiere, o meglio, a un intrattenimento fieristico di nuova generazione. Specialmente negli ultimi anni infatti ci siamo resi conto che il momento espositivo – quello commerciale e di incontro tra compratori ed espositori – ha sempre più bisogno della creazione di eventi che offrano una riflessione più ampia e di proporre nuove modalità che non riguardano più solo lo scambio di notizie sulle ultime collezioni. L’operatore che viene a Pitti Uomo fa parte di una vera e propria comunità e partecipa attivamente alle iniziative organizzate in città, a tutti gli effetti un ingrediente importante per la realizzazione della kermesse.
La nostra strategia è quella di “invadere dolcemente tutta la città”, di mettere alcuni luoghi di Firenze – che siano palazzi, giardini, ambienti artigianali o spazi di vecchia fattura industriale come la Stazione Leopolda – a disposizione dei nostri designer che possono così utilizzarli per presentarsi in una maniera del tutto innovativa, scevra dalle modalità a loro consuete, per trovare invece un nuovo modo di raccontarsi al pubblico. Questo fa sì che, oltre alle proposte espositive che accogliamo alla Fortezza da Basso corrispondano poi una serie di eventi originali per tutta Firenze.
Ma tale sistema è una cifra anche per tutte le altre nostre manifestazioni – Pitti Bimbo, Pitti Filati, Fragranze, passando al cibo con Taste e arrivando a Testo col libro o a Danzainfiera – dove pensiamo sempre alla partecipazione globale della città! Le attività di Pitti Immagine non sono più soltanto quelle legate alla moda, ma si sono aperte anche a contesti diversi che ci sono sembrati interessanti, ai quali abbiamo però sempre dato la nostra firma, il nostro caratteristico stile.
Quali sono secondo lei le sfide che Firenze deve affrontare per rimanere al centro dell’attività fieristica internazionale che conta?
Perché la città rimanga centrale nel settore deve avere chiari quelli che sono gli obiettivi e le caratteristiche dei suoi spazi. Firenze è diversa da Milano, Berlino o New York, però ha delle peculiarità tutte sue, speciali, che devono essere messe in risalto con una strategia omogenea. È importante mantenere una coerenza tra i prodotti delle esposizioni e le modalità espositive, che devono essere in sintonia con la città. Prendiamo per esempio Taste, il salone dedicato alle eccellenze del cibo e della food culture, un progetto che sta crescendo enormemente con grande soddisfazione per tutti noi e ha raggiunto già oltre 600 espositori. Anno dopo anno il salone si è arricchito con eventi e talk legati alla cultura del cibo. Anche il progetto collegato, “Fuoriditaste”, offre a tutti gli operatori e al pubblico della manifestazione di vivere Taste sia negli ambienti della Fortezza, ma anche di seguire per la città una serie di eventi che uniscono l’intrattenimento alla degustazione. Ecco, questa modalità di fare manifestazioni è secondo noi la più appropriata per Firenze, perché trova una perfetta corrispondenza tra la qualità urbana e quella fieristica.
Pitti Uomo, uno degli eventi più importanti per Pitti Immagine, è arrivato alla 105° edizione. Perché continua ancora oggi a essere un punto di riferimento internazionale della moda maschile?
Credo sia merito del team di Pitti Immagine, che si mette sempre in gioco, che guarda sempre “fuori” per capire le modalità migliori per raccontare la moda, ospitare i buyers o offrire servizi nuovi agli espositori. Accanto a questo, le altre caratteristiche che ci rendono un punto di riferimento per tutta la moda internazionale sono prima di tutto l’attività di scouting che ogni anno svolgiamo. Andiamo alla ricerca dei migliori brand nazionali e internazionali, cercando di portare nuove proposte a Firenze. Altro elemento fondamentale è proprio l’internazionalità della kermesse, capace di guardare a quelle che sono le rappresentazioni, i progetti e i pensieri dei nuovi designer, ai quali offriamo il palcoscenico di Pitti e di Firenze stessa.
C’è da parte nostra una grande attenzione nel voler creare degli eventi che abbiano risonanza, utilizzando come sfondo la città, con la sua forza, con i suoi spazi diversi tra di loro. Per esempio quest’anno sono state emblematiche le scelte come guest designer di Luca Magliano e Steven Stokey-Daley. Terzo elemento che gioca un ruolo fondamentale per Pitti Immagine è l’attenzione estetica, puntuale, ai dettagli, alle modalità con cui vogliamo rappresentare al meglio la manifestazione. Così come il tema: per l’ultima edizione era Pitti Time, ovvero il “tempo”. Ogni volta lavoriamo su una tematica diversa, è stato interessante vedere come sia stata accolta successivamente, a chiusura del salone invernale, anche da altre realtà importanti, che hanno voluto riprenderla e approfondirla per raccontare le collezioni nelle proprie vetrine. Tutti progetti allestiti da noi per dare importanza alla contemporaneità di questi prodotti innovativi e abituare il compratore alle nuove sfide nelle modalità di presentare e raccontare il prodotto.
Testo è giunta alla sua terza edizione. Cosa rappresenta per Pitti Immagine questo evento e come mai avete voluto inserire Firenze nella mappa della iniziative dedicate ai libri?
La produzione dei libri è sempre stata un lavoro di Pitti. Penso ai nostri eventi, tenuti alla Stazione Leopolda: tutti i progetti hanno avuto come frutto finale un libro. Abbiamo dunque una certa frequentazione con l’elemento “libro”. Testo affronta “il libro” sì, ma alla maniera di Pitti. Così, quando siamo andati a raccontare il nostro progetto agli editori, ci hanno guardato con sorpresa e spaesamento, perché la modalità con cui volevamo raccontare il mondo dell’editoria era diversa da quella alla quale erano abituati da sempre. Piccoli e grandi editori provenienti da tutta Italia, accomunati dalla grandissima qualità dei loro prodotti e messi insieme in una modalità estetica molto democratica, dove le differenze non si fanno con le metrature, con la grandezza dello spazio in fiera, ma con la strategia editoriale messa in atto da ogni casa editrice.
Questa terza edizione, che si terrà dal 23 al 25 febbraio alla Stazione Leopolda, arriverà ad accogliere oltre 145 editori, tutti selezionati per la loro qualità. Abbiamo aperto poi una nuova finestra al mondo delle riviste indipendenti, che magari producono pochi numeri all’anno, ma che proprio per questo, soprattutto dal punto di vista progettuale, sono molto ricche, con proposte complesse anche dal punto di vista della grafica. C’è un mondo ricchissimo e interessantissimo dietro queste riviste, che vogliamo far risaltare alla nostra maniera, raccontando queste realtà nel modo migliore. Per questo Testo si è in breve tempo guadagnato una posizione di rilievo nel panorama delle manifestazioni italiane legate al libro, uno spazio originale, diverso dalle altre manifestazioni fieristiche.
Ci può svelare qualche progetto futuro di Pitti Immagine?
Nel 2024 passerà a Firenze il Tour de France, un evento importantissimo per la nostra città. Nei giorni subito prima della partenza, quando si raccoglierà a Firenze tutto il mondo che gravita intorno al mondo della bicicletta, vogliamo organizzare qualcosa di speciale alla Stazione Leopolda, un evento dedicato alla cultura e alla passione del muoversi in bicicletta. Crediamo che la bicicletta sia un mezzo fantastico, di cui sia curioso parlare, perché ha in sé non solo degli elementi di sportività ma anche dei grandi elementi di lifestyle, turismo e sostenibilità, raccogliendo una bellissima filosofia del muoversi.
Foto cover: © akastudio-collective
Foto ritratto Agostino Poletto: © Clara Vannucci