Pomo, nome d’arte di Andrea Pomini, è un artista digitale il cui mezzo espressivo è lo smartphone, nel suo caso tela, tavolozza e più ancora strumento intuitivo di rielaborazione visiva della realtà.
Partito dall’espressione pittorica classica, Pomo se ne è discostato una volta entrato in contatto con il primo touch screen.
«Per me è stato come trovare quello che cercavo, qualcosa che mi permettesse di scontentare sia i tradizionalisti, quelli del ma non è dipinto, che i puristi della grafica digitale che inorridiscono alla sola vista di un pixel. Ho subito capito che era quella la strada che volevo seguire».
L’immaginario e il cromatismo di Pomo fanno eco sia alla pop art che alla street art dell’ultimo trentennio, e il suo dipingere con le applicazioni, spesso ritraendo personaggi antichi e contemporanei (come Natalie Imbruglia che da lui ha avuto un proprio ritratto) lo àncora fortemente al mondo contemporaneo. In The Meaning of Art, opera a sezione bipartita, il soggetto spicca un balzo da un universo concettuale inferiore, avvelenato dal mondo moderno, a un superiore orizzonte artistico in cui trovare una più ispirata visione della realtà.
Pomo è prima di tutto un contaminatore, di generi, di simboli, di colori. La sua visione della realtà emerge dalle opere con un’eleganza viscerale nella sua energia quasi contestatoria, senza rinunciare da un lato all’ironia e dall’altro al lirismo.
Lirismo che troviamo ad esempio in For a friend, ritratto di donna la cui figura appare indovinata come in uno schizzo o in un ricordo, seppure perfettamente definita, e la cui colorazione ricorda le opere cinematografiche di Bakshi e Linklater, in cui le riprese live action sono state poi ritoccate e colorate in animazione grafica, con la tecnica dell’interpolated rotoscopy. Fortemente ironici l’omaggio a Nicolas Poussin (Classic Car Crash) e YO! (sometime you are so far ahead…) in cui al registro pittorico pop contemporaneo si mescolano, confrontandosi in situazioni molto attuali, figure umane tratte dalle opere neoclassiche e barocche.
La tendenza di Pomo a elaborare un proprio linguaggio emerge anche nel suo rifiuto della serialità tipica dell’arte contemporanea. L’artista crea opere uniche e irripetibili, usando semplicemente lo smartphone, rivelando una personalità romantica, anticonformista e in parte legata alla tradizione più genuina dell’arte.
«Le mie opere vengono realizzate in digitale con tecniche di collage e interventi a mano, quindi necessitano di molti passaggi prima di essere portate a termine. Quando considero il lavoro finito la prima cosa che faccio è cancellare ogni salvataggio che mi ha portato a realizzarlo e resta il solo file dell’opera completata. Poi passo al processo di stampa e una volta che il lavoro ha preso “corpo” il file originale viene cancellato, per assurdo volendo riprodurlo occorrerebbe fotografarlo pur essendo realizzato in digitale. Con questo metodo l’opera è assolutamente unica e anche volendola fare nuovamente ci sarebbero delle differenze rispetto all’originale. Non è un caso che la mia prima mostra si chiamasse R3n41ss4nc3, una fusione tra digitale e tradizione anche nei metodi».
Ora impegnato col gruppo di Ubqart, il nuovo social media espositivo e commerciale per l’arte italiana sviluppato a Roma, Pomo terrà una personale a Firenze dal 3 al 15 ottobre presso la Galleria Merlino Bottega d’Arte in via delle Vecchie Carceri. Poi nel 2016 una mostra a Londra, dove potrà lavorare in modo più fisico e contaminare il digitale, il collage e la pittura tradizionale in modo da sorprenderci nuovamente.
Niccolò Brighella
In esclusiva le varie fasi di elaborazione di Gravity.
*** English version ***
Pomo, pen name of Andrea Pomini, is a digital artist whose canvas, palette and tool for interpreting reality is his smartphone. He started painting but when he got in his hands his first touch screen: «it’s been like finding what I’ve always been looking for, something that allowed to discontent both the traditionalist of painting and the purist of the digital world».
In terms of imagery and color Pomo echoes both the pop art and street art of the last thirty years but his “painting with the apps” is definitely contemporary. He mixes genres, symbols, colours. His vision emerges from his works with elegance and energy, with irony and lyricism.
His tendency to create a personal language is well-represented by his refusal of the seriality of contemporary art. He creates unique pieces just by using his smartphone, revealing a romantic personality, eccentric and attached to the most genuine artistic tradition.
«My works are realized digitally with collage and other ad hoc interventions, there are many layers before they are completed. When they are finished the first thing I do is delete every intermediate passage so that only the final work is left. They I print it and when the work has got a “body”, I delete the original file».
Now busy with Ubqart, the new social media dedicated to art, Pomo will held an exhibition in Florence from 3rd to 15th October at Galleria Merlino Bottega d’Arte in via delle Vecchie Carceri and is organizing one in London in 2016.