Un progetto nato molto prima che la sostenibilità e lo spreco alimentare fossero portati all’attenzione di tutti: SenzaSpreco si pone come ingranaggio virtuoso per formare e aiutare il cittadino a capire quali step fondamentali servono per smettere di gettare via migliaia di tonnellate di cibo ogni anno.
«Hai mai pensato che una carota semplicemente brutta può avere lo stesso favoloso sapore di una che rispetta gli standard estetici imposti dalla grande distribuzione? Piccoli passi possono portare a un grande cambiamento.» In queste parole c’è già tutto ciò che serve per capire fino in fondo la filosofia di SenzaSpreco. Un progetto pensato per ridurre lo spreco alimentare, nato e cresciuto a Firenze grazie al grande lavoro di Jacopo Visani, Giulia Lombardo e Marta Zanieri. Proprio loro, nel lontano 2014, riuscirono ad aggiudicarsi il bando promosso da Impact Hub Firenze che mirava a sostenere progetti che avessero a cuore la sostenibilità alimentare.
Oggi SenzaSpreco, con dieci anni di esperienza, si muove su tre diversi fronti. Il primo è legato agli aspetti di formazione e divulgazione. Parliamo dunque di corsi in scuole e università, laboratori, conferenze e interventi ovunque si dia spazio a un tema così importante.
Cuciniamo le eccedenze
Il secondo focus del progetto è la creazione di reti sul territorio. SenzaSpreco cerca di costruire delle connessioni virtuose tra chi ha del cibo in eccesso, o a rischio scadenza, e chi ne ha bisogno. “Cuciniamo le eccedenze” è una di queste. Attiva da quasi dieci anni, mette in contatto la grande distribuzione della zona di Borgo San Lorenzo con l’alberghiero Chino Chini.
I prodotti che rischierebbero di rimanere inutilizzati vengono lavorati dagli studenti della scuola durante i loro laboratori didattici. Le pietanze preparate vengono poi messe sottovuoto e – grazie al lavoro impareggiabile dei volontari di diverse realtà dedite al sostegno alimentare – donate alle famiglie della zona che hanno difficoltà a mettere qualcosa in tavola tutti i giorni.
Disco Soupe
La terza interessante strategia è infine legata alle “Disco Soupe”. Un movimento enorme nato probabilmente in Francia e riproposto da tante realtà simili a quella di Jacopo, Giulia e Marta. Anche SenzaSpreco ha deciso di prendere spunto da questa bella iniziativa e ha deciso di personalizzarla a sua immagine e somiglianza. Le loro Disco Soupe sono create e realizzate anche grazie al contributo di altre realtà locali delle diverse aree nelle quali di volta in volta si svolgono.
Il concetto anche in questo caso è quello di raccogliere – soprattutto grazie a piccoli rivenditori e attività – cibo in eccesso, cucinarlo e condividerlo in eventi speciali aperti a tutti.
Ma cosa ha spinto i ragazzi di SenzaSpreco a dar vita a questo progetto? Ogni anno centinaia di tonnellate di alimenti ancora perfettamente commestibili vengono sprecati – si stima che ciò avvenga per circa un terzo del cibo prodotto nel mondo. Una quantità enorme che ha anche conseguenze ambientali molto dannose. La scadenza ravvicinata, la non corretta gestione domestica e la non conformità a standard estetici sono tra le prime cause di spreco alimentare.
Tutto questo capita anche per mancanza di educazione in materia: il problema dello spreco alimentare è infatti soprattutto culturale e lavorare per la conoscenza e la sensibilizzazione è quindi fondamentale.
SenzaSpreco propone dunque un approccio strutturale e “facile” per affrontare il problema e per diffondere altri modelli di filiera agroalimentare più virtuosi e sostenibili. Il problema è chiaro: nel mondo non manca cibo, ma lo produciamo male e lo distribuiamo peggio. Ognuno di noi può contribuire al miglioramento di questa situazione e non possiamo più voltarci dall’altra parte.