Short Skin: crescere cambiando pelle

Short_skin_2Dal 23 aprile è al cinema Short Skin, l’esordio cinematografico di Duccio Chiarini, giovane regista fiorentino di origini pisane, che si era fin’ora cimentato solo con dei cortometraggi e un documentario. Il suo progetto è stato selezionato insieme ad altri due dalla Biennale College di Venezia ed è stato finanziato con un micro-budget di 150.000 euro e realizzato in tempi da record: 7 mesi per finire di scrivere la sceneggiatura, fare i casting, girare, montare, postprodurre. Nonostante queste evidenti limitazioni e alcune ingenuità, Short Skin, è stato accolto molto bene sia da pubblico che da critica ed è riuscito ad arrivare nelle sale cinematografiche. Potrebbe sembrare scontato, ma in realtà per una pellicola che esce dalla Biennale e che è autoprodotta, non lo è affatto. Non è scontato che succeda in Italia con la contrazione del numero delle sale e del suo pubblico, né che succeda nei cinema di altre 15 nazioni. Un successo inaspettato che ha travolto regista e cast e che li sta portando in giro per il mondo. Il film ha partecipato al Festival di Berlino e nelle prossime settimane uscirà a Seattle, New York, Parigi. Prossimamente in Grecia, Norvegia e molti altri paesi.
Nel cuore del film l’idea di mostrare che il sesso maschile, il cosiddetto sesso forte, ha le sue fragilità. E farlo ambientando la storia tra i giovani d’oggi, che sono poi i giovani di sempre, cambiano solo le maschere e i vestiti che si indossano per difendersi dal mondo esterno e dalle proprie paure e insicurezze. La storia di Edoardo e del suo problemino, quella pelle prepuziale troppo poco elastica per lasciargli godere le gioie dell’autoerotismo e del sesso, è una storia tanto intima quanto universale. La consulenza di psicologi e sessuologi che lavorano nelle scuole è stata preziosa per capire quanta e quale pressione ricevono oggi i ragazzi rispetto alle loro performance sessuali. Si dà per scontato che tramite internet e la tv sappiano già tutto, ma la prima volta rimane sempre la prima volta. E il timore di essere giudicati quando si è davanti all’altro sesso non scompare mai.Short_skin_1
Crescere significa non solo accettare di avere un problema ma anche di doverlo risolvere.
E per Edo l’unica soluzione è la tanto temuta operazione. Con la sensibilità che lo contraddistingue, saprà farsi coraggio per affrontare tutte le sue paure e finalmente partire, con il sorriso sulle labbra, per andarsi a conquistare ciò che gli spetta.
Gli attori sono quasi tutti alla prima esperienza e fisicamente si allontanano dai canoni della perfezione oggi tanto sbandierati al cinema e in tv. Non sono né troppo magri, né troppo grassi. Né troppo chiacchieroni, né troppo silenziosi. Sono veri, perfettamente imperfetti.
Chiarini è stato accostato al Virzì di Ovosodo, paragone certo lusinghiero ma nel quale si ritrova fino a un certo punto. Duccio lo adora, i suoi film lo hanno emozionato e fatto piangere. Ci sono elementi comuni come l’ambientazione, un certo tono dolce amaro e persino una spiccata somiglianza fisica fra i personaggi, ma per lui sono cose un po’ esteriori. Short Skin affronta tematiche diverse e in realtà prende a riferimento il cinema francese degli anni ‘70; in particolare la pellicola Un amore di gioventù. L’ispirazione originaria del soggetto oltre che essere autobiografica è stata tratta da una graphic novel di Gipi, LMVDM – La mia vita disegnata male, che il regista ha avuto modo di discutere con Gipi stesso quando ancora non c’erano i fondi per realizzarlo. Si sono incontrati un giorno, per caso, sul treno. E il consiglio del fumettista è stato di girarlo, anche con una videocamera digitale. Magari proprio a Pisa, a casa della nonna.
Il sogno si è avverato – i dettagli sono stati un po’ diversi – ma rimangono ancora tante cose da fare: seguire il cruciale momento della distribuzione, partecipare alle prime nazionali e internazionali, rilasciare interviste… e per il futuro, l’idea per un nuovo film che spera di girare l’anno prossimo. Intanto è al cinema. Buona visione! •
Annalisa Lottini