Street Levels Gallery: la strada in una galleria

Alla scoperta della Street Levels Gallery, una galleria in continua evoluzione che dedica i suoi spazi alla divulgazione della street art.

 
Firenze, centro, via Palazzuolo, a pochi passi da una delle discoteche più frequentate dagli studenti, soprattutto americani. L’ingresso non è troppo vistoso, ma ogni volta che varchiamo lo soglia è sempre una sorpresa. Una delle
caratteristiche più originali e stimolanti della Street Levels Gallery è quella di mutare aspetto. Uno spazio proteiforme che si plasma per divenire una cornice perfetta per le opere che ospita. Quando siamo andati a trovare Matteo Bidini – uno dei suoi fondatori e responsabili insieme a Gianluca Milli – la galleria, in occasione della mostra di Zeus OCZB, si stava trasformando in un appartamento con tanto di muri per dividere la cucina, il bagno e la camera da letto.
L’idea della galleria nasce quasi per caso. I ragazzi dell’Associazione “A testa alta”, che in precedenza gestivano tutto lo spazio, chiedono alla Progeas Family – nata come collettivo del corso di laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo dell’Università di Firenze e poi diventata un gruppo che organizza eventi musicali e artistici – di realizzare in modo estemporaneo delle mostre nella zona anteriore che si affaccia sulla strada.
Matteo e Gianluca, nonostante non si sentano del tutto preparati per un compito del genere, decidono di accettare con entusiasmo la sfida e ci prendono così gusto da voler fondare nello stesso spazio una galleria d’arte stabile. Nasce così nel 2016 la Street Levels Gallery, la prima galleria fiorentina dedicata interamente a una delle forme d’arte più dirompenti del momento: la street – o forse sarebbe meglio dire urban – art.
Fin da subito hanno le idee ben chiare sulla filosofia e lo stile che dovranno ispirare questa nuova realtà. Secondo un’opinione abbastanza diffusa e in buona parte erronea, l’arte viene spesso intesa come qualcosa di lontano dalla vita reale delle persone e, in quanto tale, incapace di parlare loro – basti pensare a certe forme di arte contemporanea – o come qualcosa di morto e necessariamente legato ad altre epoche, in special modo in una città come Firenze legata a un passato artistico così importante e ingombrante. Tra i meriti della street art vi è stato quello di riportare l’arte tra le persone, non solo fisicamente colorando gli spazi urbani, ma anche e soprattutto a livello di percezione. Con la street art, l’arte è uscita prepotentemente dai musei per andare nuovamente a incontrare la gente. Ha rotto così quei sistemi di controllo economico e politico sull’arte e quei confini che la vogliono fruibile solo da determinate élite. Insomma, la street art ha urlato al megafono che l’arte è di tutti e per tutti!
Coerentemente con questi cambiamenti, per i ragazzi della Street Levels anche la galleria d’arte deve distaccarsi dal modello luccicante e spesso asettico che va per la maggiore e farsi invadere dal rumore e dai colori della strada, in modo da consentire ad ancora più persone un contatto diretto e magari anche uno scambio con le diverse forme d’arte. E il loro spazio realizza questo compito in modo perfetto. Da una parte fornisce agli artisti la possibilità di esporre, dall’altra un luogo che diviene elemento centrale del processo creativo stesso. Inoltre cerca di far conoscere in modo adeguato anche a un pubblico profano ed eterogeneo – una delle loro spettatrici più assidue è la non più giovanissima signora Lucia – una forma d’arte che, per quanto d’impatto, ha comunque bisogno di strumenti ermeneutici appropriati per far sì che il suo messaggio sia compreso in tutta la sua forza. La Street Levels Gallery si configura così come uno spazio ospitale, aperto alle influenze e in costante evoluzione: un terreno di incontri, commistioni e germinazioni.
I ragazzi della Street Levels non rinchiudono delle opere in una galleria, ma, all’opposto, hanno creato un’officina creativa che diviene volano per la loro diffusione negli spazi pubblici della città. Le mostre organizzate cercano sempre di avere ricadute concrete sul territorio e di far in modo che gli artisti invadano Firenze per renderla una città più interessante. Per citare un esempio, lo street artist Nemo’s, in seguito a un processo decisionale che ha coinvolto gli abitanti della zona, ha lasciato il suo segno sulla facciata della Casa del Popolo di Peretola.
Ma tante sono state le mostre che hanno colpito chi le ha visitate: la prima “Unity wanted” che ha avuto come protagonisti diciotto diversi street artist, “Cavalieri, incubi e fantasmi” che ha aperto le porte del mondo creativo di Camilla Falsini, “Street virtuality” che ha messo in relazione realtà virtuale e street art, fino alle più recenti di Fabio Petani e Giulio Vesprini e all’ultima nella quale Hopnn si prende gioco degli interventi fuori luogo e incompetenti degli angeli del bello.
Durante l’estate Matteo e Gianluca saranno impegnati nell’organizzazione del festival urbano Copula Mundi, che avrà come ospiti Guerrilla Spam, Moradi e la crew KNM, e sono già all’opera con la programmazione delle mostre della prossima stagione.
I loro sogni nel cassetto non sono tanto legati alla possibilità di ospitare street artist famosi – anche se messi alle strette non gli dispiacerebbe collaborare con il riminese Eron – ma ad avere uno spazio più grande, più materiali e persone con le quali lavorare, così da moltiplicare le iniziative e creare un terreno ancora più fertile per la nascita di nuovi artisti e movimenti. Noi glielo auguriamo con tutto il cuore. In un paese come l’Italia così indietro con l’urban art, e in una città come Firenze dominata da una visione polverosa dell’arte e sottomessa al cosiddetto decoro dei suoi sedicenti angeli, c’è davvero bisogno della loro passione. •
WEB: http://street-level-gallery.business.site/
FB: @StreetLevelsGalleriaFirenze
IG: @streetlevelsgallery
Testo di Jacopo Visani
Foto di Francesca Farrah