UFFIZI: APERTE LE NUOVE SALE DEDICATE A CARAVAGGIO

Recentemente inaugurate, sono finalmente visitabili le otto nuove sale dedicate principalmente a Caravaggio e alla pittura seicentesca, al primo piano dell’ala di Levante degli Uffizi, con un allestimento altrettanto nuovo.

 
Grande afflusso di pubblico per quelle che, solo a giudicare dai nomi, promettono di essere esperienze artistiche a tutto tondo: “Tra realtà e magia”, “Caravaggio e Artemisia”, “Caravaggio: La Medusa”, “Caravaggio: Il Bacco”, “Lume di notte”, “Rembrandt e Rubens”, “Galileo e i Medici”, “Epica Fiorentina”.


Già a partire dal colore scelto come sfondo, l’impatto è sensazionale: ci si trova avvolti in un rosso voluttuoso, vivido, quasi inebriante, studiato su un modello tessile dell’epoca e realizzato con pigmenti naturali utilizzati già nel ‘600, che ci riporta subito in quell’atmosfera, dove il rosso cinabro dominava nei drappeggi e nei lussureggianti arredi.
A questo proposito, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, afferma: “Il nuovo allestimento si basa su un approccio tematico e artistico che ispira e stimola la curiosità del visitatore, trasportato così nell’atmosfera del tempo e nella storia delle collezioni medicee. L’intenzione è di creare un’esperienza intellettuale sia per i non specialisti, che per gli esperti della materia. Grazie all’accostamento di pittura fiorentina e del resto d’Italia, con dipinti d’oltralpe, si recupera lo spirito internazionale del gusto dell’epoca, aperto a suggestioni provenienti da ogni paese”
Con la collaborazione di Anna Bisceglia (curatrice della pittura toscana del Seicento), Francesca de Luca (pittura del Cinquecento) e Maria Matilde Simari (pittura italiana ed europea del Seicento), si è quindi voluto creare un percorso museale che offra un doppio binario di “lettura” delle opere esposte.
La suggestione è perfettamente riuscita: il colore-sfondo, la sapiente combinazione di luce naturale e artificiale, la disposizione ordinata e spaziosa delle opere, permettono al pubblico di soffermarsi e farsi rapire dai quadri.
Eccoci quindi oscillare “Tra realtà e magia”, la prima sala dove si trovano i lavori di artisti cinquecenteschi ma già distanti dai canoni manieristici, come il curioso ‘Uomo con scimmia’ di Annibale Carracci, o venati di elementi simbolici ed enigmatici che segnarono il passaggio culturale in cui avvenne la formazione del Caravaggio.

Caravaggio che si fa pienamente ammirare prima nella “Sala della Medusa”, in cui il magnifico scudo da parata è esposto in una teca sullo sfondo di un grande pannello rosso, e poi nella sala successiva: quella dedicata alla natura morta, nella quale campeggia in tutto il suo splendore il “Bacco” .
Le sale successive seguono un filo prevalentemente tematico:“A lume di notte” è dedicata alla rappresentazione di scene illuminate da candele, mentre nella seguente figurano i volti ritratti da Rembrandt, Rubens e Van Dyck.
Questo per mostrare come, in realtà, la pittura del Seicento fosse soprattutto: “Un fenomeno europeo, data la vivace circolazione delle idee e i molti e continui contatti tra artisti e committenti che non si curavano poi molto dei confini territoriali” come spiega Maria Matilde Simari, curatrice della pittura italiana ed europea del Seicento.
Un assaggio dunque di quel secolo innovativo da un punto di vista artistico e culturale che ci trasla, semanticamente e cronologicamente, verso le sale successive: una dedicata alla ritrattistica europea e fiorentina e una che, proprio a Firenze, conclude il percorso attraverso l’ “Epica fiorentina”, una serie di rappresentazioni figurative di temi letterari tratti dall’ “Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto e dalla “Gerusalemme Liberata” di Torquato Tasso, poemi cavallereschi di gran moda in quegli anni.
Se gli Uffizi da sempre rappresentano un vanto e un fiore all’occhiello di Firenze, con l’apertura delle nuove sale e di un percorso museale finalmente comprensibile e apprezzabile dai più, il prestigio di tale Istituzione e della nostra città, ne sarà soltanto confermato o, se possibile, aumentato.
Una mostra che, prima di essere espositiva, è soprattutto comunicativa e dialogativa: impatta e avvolge, come le spire di una metaforica Medusa i sensi del suo spettatore, a prescindere da chiunque esso sia, e lo rapisce, regalandogli per un sospeso attimo, quell’incanto alieno che solo la grande Arte (o talvolta il dio Bacco nelle sue espressioni più concrete e terrene….) riesce a produrre.
“Tra realtà e magia”: signore e signori, questa è Arte.
Rita Barbieri