Le opere degli artisti Marko Lađušić e Aleksandar Vac, in mostra alla Aria Art Gallery, aprono le porte di un viaggio attraverso le strutture e le realtà illimitate del cosmo.
Fin dagli albori della sua storia l’uomo fa uso dei simboli per spiegare ciò che non conosce e l’arte è stata uno dei primi strumenti, usata per dare un senso al mondo e trovare ordine nel caos. Proprio la relazione umana con l’ignoto è il soggetto che Marko Lađušić e Aleksandar Vac indagano con il loro lavoro artistico, già ospitato quest’anno all’interno del padiglione della Serbia alla 23° Esposizione Internazionale della Triennale di Milano per il tema “Unknown Unknowns”. Lađušić e Vac, insieme ad altri colleghi serbi – come il musicista Dorian Jovanović, l’artista visuale Marko Todorović e l’architetto Ivan Mangov – hanno dato vita alla mostra “Infinity of Structure”, curata da Biljana Jotić e Nataša Radojević, le quali sono autrici con Domenico de Chirico dei testi critici. “Infinity of Structure” ha avuto luogo grazie alla partnership tra il Museum of Applied Arts di Belgrado – per conto del Ministero della Cultura della Repubblica di Serbia – e diverse realtà artistiche: Logic Art Space, Drina Gallery, Wizard Gallery, Aria Art Gallery, IIC ed Express Global. Il percorso espositivo multimediale – che presenta diverse forme di arte contemporanea, a partire dagli affreschi medievali serbi – permette allo spettatore di avvicinarsi al mondo dei simboli indagando la questione dello sconosciuto e il rapporto con esso fino a spingersi oltre ciò che è il vivere umano, fino al metafisico.
Seguendo la linea di “Infinity of Structure”, dal 6 dicembre 2022 presso l’Aria Art Gallery di Firenze, è possibile immergersi nell’esposizione del progetto “(W)hole New Level”, a cura di Nataša Radojević.
La mostra – visitabile fino all’11 marzo 2023 – presenta le ultime opere dei due artisti che rappresentano le infinite forme del cosmo visibili e invisibili e analizzano il modo in cui noi le percepiamo. Giochi di luce e ombre, superfici complesse in cui specchiarsi messe in movimento dalla realtà aumentata, strutture illimitate e proposte in rapida successione temporale. La nota galleria fiorentina viene dunque animata dalle trame minuziose delle creazioni di Lađušić e dal virtuoso rimodellamento delle forme del lavoro di Vac, guidando lo spettatore alla scoperta degli infiniti modi in cui la natura si palesa ai nostri occhi. Un contesto contemporaneo che ridefinisce la percezione sensoriale del pubblico, permettendo così di accedere a nuovi livelli di significato dell’opera d’arte.
Marko Lađušić (1967, Pelagićevo) è uno scultore, pittore e artista multimediale. Lavora come professore ordinario presso la Facoltà di Arti Applicate di Belgrado, dove vive, ed è anche docente presso la Facoltà di Scienze Tecniche di Novi Sad. Il suo lavoro non ha basi realistiche e non segue regole di proporzioni esatte, il suo processo creativo è libero e istintivo. Attraverso immagini tridimensionali, contrasti di colori che creano l’impressione di ricami, prospettive vertiginose, Lađušić abbatte i confini tra pittura e scultura. Il suo nuovo ciclo di dipinti – presenti a Firenze – è direttamente ispirato alla sua infanzia e ai paesaggi mentali che fin da bambino lo hanno ossessionato.
Attraverso stratificazioni di colore – che a volte arrivano a più di cinquanta –, la moltiplicazione di microsistemi che appaiono e scompaiono in un ritmo ciclico e le forme che si estendono in profondità in tutte le direzioni l’artista crea una dimensione altra, un cosmo organico che non ha un centro definito. In una continua costruzione e decostruzione prende vita un caos ordinato. Come spiega la curatrice: “Il lavoro di Marko nega il determinismo dell’immaginazione e offre una percezione alternativa della realtà. Le composizioni su larga scala rappresentano cicli di creazione, l’inizio e la fine di un flusso che si ripete all’infinito; un tramonto che è paradigma non solo della morte ma anche della rinascita, e nel cui spazio post-apocalittico l’artista ritrova un sentimento distinto, vitale per sfuggire al pessimismo”.
Aleksandar Vac (Sremska Mitrovica, 1973) si è laureato nel 2002 alla Facoltà delle Arti Applicate di Belgrado specializzandosi in ceramica. La sua ricerca è volta a scoprire nuovi e innovativi modi per penetrare nella terra e interagire con le sue forme così da carpirne i segreti. I suoi lavori, infatti, si basano sul rimodellamento della materia – a partire dall’antica tecnica sigillata – creando strutture associabili alla riproduzione, alla divisione cellulare e caratterizzate da una continua moltiplicazione. L’obiettivo dell’artista è replicare i sistemi organici esistenti e la ceramica è lo strumento perfetto per questo scopo, permettendo di produrre l’esterno solido da cui sono protetti gli interni organici in cui si nasconde ciò che è più vulnerabile.
“(W)hole New Level” è un percorso che a partire dalle infinite forme dell’universo ci parla di noi e del nostro modo di esperire e di rapportarci al mondo. Le opere dei due artisti serbi ci pongono davanti il nostro essere più profondo: continuamente in movimento tra caos e ordine, essenzialmente diviso tra un’esistenza razionale e irrazionale, sempre noi stessi ma continuamente diversi, guidati nell’esplorazione del reale da associazioni e contrasti. Così, come gli svariati e caotici elementi del cosmo si uniscono presentando un equilibrio e una continuità, anche l’uomo è generato dalla ripetizione di particelle che vanno a creare un tutto.
Esattamente come la natura, anche noi quotidianamente dividiamo, uniamo e mescoliamo per dare vita a qualcosa di sempre diverso e nuovo grazie alla nostra capacità immaginativa, creativa e riproduttiva. Nelle complesse e continue trame ordinate da schemi di Lađušić e Vac prende avvio un viaggio comparativo tra il funzionamento cosmologico e il nostro, in cui prima ci perdiamo davanti al mistero dei misteri e solo dopo comprendiamo che non è solo l’universo a essere infinito ma lo siamo anche noi.
Partner nell’organizzazione e realizzazione di (W)hole New Level sono Logic Art Space, Drina Gallery, Museum of Applied Arts di Belgrado
Partner, invece, di ”Infinity of Structure” sono Logic Art Space, Drina Gallery, Wizard Gallery, Aria Art Gallery, IIC, Express Global. Hanno poi collaborato per l’organizzazione il Museo delle Arti Applicate in nome del Ministero della Cultura – Repubblica della Serbia.
Cover photo: Infinity of Structure, installation view, Triennale di Milano, 2022 Ph. credit Davide Calafa
(W)hole New Level: 6/12/2022 – 11/03/2023
Borgo Santi Apostoli, 40 R.
Orario: 10:30 – 13:30 e 15:30 – 19:30, chiuso il lunedì.