17 Maggio: giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia. Tutti gli eventi a Firenze.

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“Psichiatri, ficcatevi i vostri elettrodi nei vostri cervelli!”. Era questo lo slogan scritto sui cartelli dei manifestanti della Stonewall Italiana del 1972, la manifestazione italiana che vedeva per la prima volta il sorgere in piazza di attivisti gay che reclamavano i propri diritti e, soprattutto, il non essere considerati dei malati.

Fino al 1990 l’omosessualità era considerata una malattia

Fu però solo nel 17 maggio del 1990 che l’omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Dal 2004, il 17 maggio di ogni anno viene celebrata La Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia) ed è per questo motivo che la città di Firenze propone degli eventi.

Perché il 17 maggio è una data importante.

Il 17 maggio del 1990 è dunque una data storica: fino a quel momento l’omosessualità faceva parte della categoria delle malattie mentali o devianze. Nel 1952 fu infatti inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) come una condizione psicopatologica tra i “Disturbi sociopatici di Personalità”.

Nel 1968 era considerata una deviazione sessuale come la pedofilia, catalogata tra i “Disturbi Mentali non Psicotici”. Agli inizi degli anni 70, si provava così a curarla proponendo una serie terapie riparative.

giornata mondiale omofobia

Una di queste fu quella proposta dallo psichiatra Philip Feldam, che consisteva nell’emanare delle scosse attraverso degli elettrodi ogni volta che un omosessuale provava piacere nel guardare una diapositiva di un uomo nudo. Un’altra tecnica riparativa era la “Tecnica Reder”, che consisteva in una vera e propria lobotomia producendo una lesione in una determinata zona del cervello. Fu solo dopo l’insorgere delle campagne attiviste degli anni ’70 che si arrivò alla riconsiderazione, da parte anche della scienza, che l’omosessualità non aveva niente a che fare con un disturbo o una patologia. Dal 17 maggio del 1990 l’omosessualità viene così vista come un modo di essere, un modo in cui l’individuo deve essere accettato, rispettato, e non una devianza da dover curare.

Firenze città pioniere contro l’omofobia già dal Quattrocento

Se nel resto del mondo l’idea dell’omosessualità che abbiamo oggi è solo apparsa a partire dalla metà del secolo scorso, la città di Firenze è sempre stata lungimirante e propensa all’accettazione. Fino al 1430 era infatti conosciuta in Italia come la città delle libertà, in cui uomini dello stesso sesso potevano celebrare la propria unione. La strada Chiasso del Buco era conosciuta come una vera e propria “Gay street” grazie all’osteria del “Buco”, luogo in cui gli uomini tendevano a recarsi con il proprio partner.

Fu infatti nella città di Firenze che avvenne il primo Gay Pride nella storia del mondo: il 13 agosto del 1512, un gruppo di aristocratici, chiamati “I compagnacci”, fece irruzione nel palazzo del governo chiedendo che venissero abrogate le leggi contro la sodomia create nel 1432 e che vennero cancellate nel settembre dello stesso anno. Un’altra vicenda assai importante degli stessi anni, coinvolge l’artista omosessuale Pico della Mirandola che aveva una storia pubblica con un altro uomo.

I due furono uccisi con l’arsenico per motivi sconosciuti e vennero seppelliti insieme nella Chiesa di San Marco a Firenze. Ancora oggi sulle loro tombe si può leggere in latino “Quorum animos in vita coniunxit Amor” (Queste anime si amarono).  

Ma il picco della propaganda anti-omofoba fiorentina arrivò con i moti attivisti gay dagli anni ’70 in poi. In quegli anni si vide il sorgere delle manifestazioni fiorentine organizzate da F.u.o.r.i., il primo movimento gay che qui aveva sede nelle stanze del Partito Radicale, in via dei Neri. Negli anni ’90, l’impegno rigoroso dell’associazionismo, comincia a sfociare nel divertimento dell’intrattenimento: è questo il caso dell’apertura del primo club per omosessuali in Italia, il Tabasco, luogo in cui il vivere “queer” conosce la spensieratezza senza confini.

Da quegli anni si vede infatti un continuo prolificarsi di locali, librerie a tema unicamente omosessuale, gruppi di raccolta, organizzazione di eventi settimanali per cui, tutt’oggi, la città di Firenze viene considerata una delle città italiane più “gay friendly” che eccelle nell’accoglienza alla comunità gay e contrasto contro l’omofobia.

Gli eventi a Firenze per la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

Data l’importanza di questo giorno, la città di Firenze propone una serie di eventi come la rappresentazione teatrale “Romanina, la nascita di un cigno” di Anna Meacci e Luca Scarlini, spettacolo tratto sulla vera storia di Romina Cecconi (una delle prime donne in Italia a cambiare sesso), e lo spettacolo “Quando ero una boy” di Antonella Monetti, in scena con Cristian Palmi e Nicole de Leo, presidente del Movimento d’Identità Transessuale. Quest’ultimo racconta la storia di Anna Fougez e della sua compagnia di ballerini tutti rigorosamente omosessuali, vittime del regime fascista. Le due rappresentazioni avranno entrambe luogo al Teatro delle Spiagge dalle 22 in poi.

Al Festival di Letteratura Sociale si parla invece di “Boy Erased. Vite cancellate”, (Black Coffee, 2018) di Garrard Conley, con Edoardo Rialti e Silvia Costantino alla Polveriera Spazio Comune (via Santa Reparata 12r) a partire dalle ore 20.

Articolo a cura di Miriam Belpanno.