Carlo Monni, ci manchi!

Il murale dell’artista Giambaccio in ricordo dell’attore Carlo Monni a Le Piagge dove, tra le “Navi”, si continua a veleggiare in direzione ostinata e contraria.

Le Piagge mantengono una rotta, ostinata e contraria a quelle battute: fermento vivo in sperimentazione, ricerca, sviluppo artistico e culturale, tra socialità, volontariato e supporto attivo alla cittadinanza.

Quasi 10 anni fa, in Via Liguria, nasceva “Metropolis”: centro di azione sociale rivolto a tutti, abitanti e famiglie, che ancora oggi offre attività sociali e culturali, sostegno scolastico, educazione alla genitorialità, un CAF, attività ricreative, supporto psicologico per la terza età e una radio web indipendente, la Quasiradio.it.

E’ nei locali di Metropolis che lo scorso 7 settembre è stata inaugurata una nuova mostra d’arte, organizzata dall’Associazione Ieri Oggi Domani in collaborazione con il Progetto Il Prisma, con opere dipinte o disegnate, nuova occasione per esplorare varie forme di sperimentazioni artistiche ed emotive.

Tra gli artisti in mostra, Giambaccio prosegue a misurarsi con talento nella realizzazione di grandi opere murarie, col suo inconfondibile gesto pittorico, reso in immagini esatte, vivaci testimonianze, tributi… di volti, ricordi, emozioni.

Un tributo che a Firenze mancava, quello a Carlo Monni (Campi Bisenzio, anzi “Champs sur le Bisence”, come la chiamava lui, 23 ottobre 1943 – Firenze, 19 maggio 2013), grande attore italiano, poeta, dell’estremamente alto e dell’infinitamente basso. Forte mangiatore, convinto bevitore, instancabile camminatore, strampalato, chiassoso, costitutivamente toscano. Il Monni di Dante e Bukowski, di Bianciardi e Campana, il Monni Bozzone e Vitellozzo con Benigni, il Monni protagonista di mille spettacoli e commensale di altrettante cene.

Esordì con spettacoli nei locali e nelle feste paesane della sua zona; in queste occasioni ebbe la possibilità di incontrare Roberto Benigni, con cui strinse un lungo sodalizio artistico e umano. Ha lavorato poco per la televisione (mezzo di comunicazione che non apprezzava), molto per il cinema (indimenticabile in “Berlinguer ti voglio bene” di Giuseppe Bertolucci, in “Non ci resta che piangere” con Benigni e Troisi, ha lavorato anche per Marco Ferreri, Sergio Citti, Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Pupi Avati, Tinto Brass e Paolo Virzì), molto al teatro.

Giambaccio – Carlo Monni – murale, 2024

Io lo ricordo così: una 15ina di anni fa, in Piazza Santo Spirito, lo incontrai una sera di Aprile. Si sedette a un tavolo vicino al mio, e iniziò a declamare Shakespeare in inglese: “O, how this spring of love resembleth The uncertain glory of an April day, Which now shows all the beauty of the sun, And by and by a cloud takes all away”. Poi mi guarò dritto negli occhi e aggiunse: “…O PIANGI!”.

Con queste parole l’artista Giambaccio dedica il suo nuovo murale al maestro Monni: “Le Piagge mi ricordano le pianure crepuscolari dei quadri di Millet. Mi ricordano gesti antichi, come la semina. Per seminatore ho scelto Carlo Monni, memore delle sue lunghe passeggiate alle Cascine. Carlo non aveva il cellulare e in casa non c’era mai, se lo volevi trovare dovevi andare a cercarlo alle Cascine. Era un camminatore Carlo, perché si faceva gran parte del parco d’Arno, arrivava a Brozzi, a volte. Alle Piagge era di casa, lo invitavano a pranzo a metà passeggiata.

Durante queste passeggiate in molti lo affiancavano, per dire due bischerate, scambiarsi un paio di idee, foss’anche solo passeggiare.
Ho delle immagini pazzesche di Carlo, quando lo andavo a cercare alle Cascine le volte che cercavo la sua collaborazione artistica: un antico filosofo, un capo popolo, febbrile nel suo incedere agitando le braccia per l’aria, il sole che moriva alle sue spalle.
Sono rari gli spiriti popolari autentici, quelli che si ritrovano dopo una lunga notte, all’alba, sulla via di casa, mentre, discorrendo e non cessando di incantarsi, si attraversa Firenze, deserta. Non a caso: lui abitava in via dell’inferno, posto che gli garbava molto più del paradiso”.