Collettivo artistico toscano Le Vanvere

Il collettivo artistico toscano tutto al femminile compie 10 anni di attività. FUL le ha incontrate per conoscere meglio il loro lavoro.

Le Vanvere sono nate a Empoli nel 2014 dall’insolita congiunzione astrale di quattro illustratrici toscane: Celina Elmi, Camilla Garofano, Lisa Gelli e Giulia Quagli. Nel 2018 la famiglia artistica si è allargata includendo anche le fiorentine Arianna Bellucci e Giulia Lombardo. Il nome deriva dalla locuzione “a vànvera”, che per il vocabolario Treccani significa “senza riflettere e senza stare attenti a quanto si dice o si fa, a casaccio, come viene”, ma nell’ammirare la loro produzione artistica ci si accorge che c’è ben poco di improvvisato! 

L’intento del collettivo è quello di valorizzare e far conoscere l’arte dell’illustrazione attraverso eventi e mostre organizzati in tutta la Toscana e oltre. Hanno svolto importanti progetti collettivamente e individualmente e sono da sempre protagoniste nell’organizzazione del Ludicomix, il festival dedicato ai fumetti e al mondo fantasy che si svolge ogni anno nel mese di maggio e che rende per un weekend Empoli una galleria a cielo aperto tra installazioni e workshop.

Prese singolarmente, le sei illustratrici hanno una formazione con molti punti in comune ma non simile: liceo – eccetto Lisa che è diplomata in Ragioneria – e poi un percorso di studi tra Accademia d’Arte, Polimoda o specializzazioni in arte digitale. Celina Elmi, Arianna Bellucci e Giulia Quagli hanno firmato lavori nell’advertising. Giulia Lombardo illustra atlanti e ha collaborato con National Geographic. Camilla Garofano ha esperienza come costumista teatrale, Lisa Gelli si occupa pure di brand identity ed è pratica di pittura murale. Tutte però sono affermate in illustrazione per l’editoria, firmando numerose copertine di libri per l’infanzia e per ragazzi.

L’edizione 2024 di Ludicomix è stata per FUL l’occasione di conoscere meglio tutto il collettivo, sfruttando la mia conoscenza di vecchia data con Lisa Gelli.

«Nel 2014 ognuna di noi lavorava per conto suo» esordisce Lisa, che fa gli onori di casa «alcune non si conoscevano neppure e io addirittura vivevo nelle Marche perché seguivo il Master in Illustrazione all’Università di Macerata. Poi è capitato di trovarci grazie ad amici in comune e confrontandoci sul mestiere abbiamo pensato di provare a fare gruppo per lavorare insieme su progetti, eventi e mostre a livello locale».

C’è stata così la voglia di mettersi in gioco insieme senza essere troppo gelose del proprio lavoro. All’inizio non avevano un piano di cose da fare, poi progetto dopo progetto – partendo da una piccola mostra alla Biblioteca comunale di Empoli – si è saldato il legame. Non solo, hanno cercato di scoprire chi in Toscana, e poi in Italia, lavora nell’ambito dell’illustrazione. Mi informa Celina che sul loro sito web c’è una sezione chiamata “Interviste a Vanvera”, una rassegna di interviste a colleghe e colleghi. 

«Da subito avevamo la curiosità di scoprire chi come noi fa questo mestiere; dapprima intorno a noi, poi in collaborazione con il Ludicomix abbiamo iniziato a contattare e invitare illustratori e illustratrici da tutta Italia di cui conoscevamo il lavoro. Così, oltre a invitare a Empoli autori più o meno affermati, abbiamo organizzato per vari anni nell’ambito del festival mostre di disegnatori professionisti invitati da noi o di artisti, esordienti o meno, che partecipavano a un contest». 

La novità delle Vanvere è stata far nascere, forse per la prima volta in Toscana, un collettivo creativo in un momento, il 2014, in cui le connessioni tra artisti, in Toscana, non erano così spontanee a differenza di Milano o Roma – sicuramente i social hanno favorito i contatti e le collaborazioni.

Ognuna di loro ha dovuto portare avanti anche i propri incarichi professionali privati e gli impegni familiari (quattro di loro sono mamme!), ma essere coetanee e sfruttare il confronto tra il gruppo le ha unite. Negli anni sono molti i lavori collettivi, in particolare con l’ottica di essere accessibili alla cittadinanza – ad esempio uno molto apprezzato è stato un intervento urbano a Empoli, dove i disegni delle Vanvere andavano a decorare tutte le fioriere nel centro storico. «Le illustrazioni richiesero una fase di progettazione importante e questo fu molto stimolante per imparare a lavorare insieme.» 

Viene da chiedersi a questo punto se, con il tempo, siano riuscite anche a creare uno stile unico. «Ci siamo influenzate, ovviamente, ma in realtà i lavori a più mani non fanno per noi, nel senso che quando è capitato non siamo rimaste soddisfatte del risultato. Abbiamo stili diversi e scomporre un lavoro per poi fonderlo insieme non è semplice. Troviamo più semplice approcciare un lavoro autonomamente, pur lavorando insieme sul solito progetto.

Ad esempio, su Ludicomix, fino all’edizione 2023, una Vanvera si occupa del poster del Ludicomix, un’altra del poster dell’area di illustrazione (che ogni anno passa a un’altra Vanvera), tutte insieme curiamo la progettazione e la realizzazione delle mostre. In ogni caso il marchio è sempre delle Vanvere, poi chi conosce la mano dell’artista individua facilmente l’autrice.»

Oltre alla produzione artistica, un pregio riconosciuto alle Vanvere è quello di aver sempre ambito a “stare nel territorio” e “tessere collaborazioni”, credendo fortemente nelle sinergie in uno scenario, quello toscano, dove non è facile fare rete. Non a caso l’ultimo poster del Ludicomix lo hanno fatto fare a una giovane artista locale, Soia. «Perseguiamo sempre l’idea di restituire qualcosa al territorio, vorremmo portare del valore aggiunto con quello che facciamo perché qui siamo radicate.

Abbiamo l’ambizione di connettere i talenti che fanno questo mestiere e superare lo scollamento tra di noi; anche a Firenze ci sono tanti artisti nel campo dell’illustrazione che non conosciamo e magari poi scopriamo i loro lavori su Instagram. Così è capitato con Soia, anche lei empolese ma che non avevamo mai conosciuto prima: quando Giulia e Camilla l’hanno contattata hanno scoperto che viveva nel loro stesso quartiere!»