30 luglio 2017: di scena a Montalcino ‘Beata Panzanella’, gara gastronomica, giocosa ma non troppo, dedicata al tipico piatto povero toscano e al suo inventore, il Beato Giovanni Colombini, nel giorno della sua festa titolare.
Chiunque potrà partecipare con una propria ricetta, che verrà valutata alla cieca da una giuria di giornalisti. Ma anche il pubblico potrà assaggiare e dire la sua.
FESTA TITOLARE DEL BEATO COLOMBINI
Domenica 30 e Lunedì 31 Luglio 2017, ore 11.00 – 23.30
BEATA PANZANELLA
Gara gastronomica giocosa ma non troppo
Domenica 30 Luglio 2017, ore 11.00 – 13.30
Fattoria dei Barbi | Loc. Podernovi 170 | Strada Consorziale dei Barbi | Montalcino SI
I Colombini della Fattoria dei Barbi | www.fattoriadeibarbi.it, celebri produttori di Brunello, sono la più antica famiglia documentata a Montalcino: nel 1352 Tommaso costruì il Castello di Poggio alle Mura e dopo pochi anni il Beato Giovanni predicò nella chiesa di S. Agostino.
Per ricordare sei secoli e mezzo di matrimonio con questa bella terra, i Colombini celebrano la Festa Titolare del loro Beato domenica 30 e lunedì 31 luglio, aprendo gratuitamente gli spazi storici delle Cantine di invecchiamento e i Giardini privati a tutti i visitatori.
Tutta la famiglia sarà presente. Ci saranno visite guidate con racconti, aneddoti e curiosità e, domenica 30 luglio, la prima, divertente “disfida della panzanella”, piatto che la leggenda vuole inventato proprio dal Beato Giovanni: un concorso gastronomico –Beata Panzanella – che invita tutti gli appassionati di cucina tradizionale toscana a mettersi in gioco e a presentare la propria interpretazione del piatto.
Chi lo desidera, sia domenica che lunedì potrà mangiare alla Taverna dei Barbi al prezzo fisso di €29 con uno speciale menù medievale ispirato ai tempi in cui visse il Beato, ma ci saranno anche tanti piccoli assaggi gratuiti di vini, salumi e formaggi della Fattoria.
Per iscriversi al concorso, prenotarsi per pranzo o cena o per avere ulteriori informazioni sulla Festa titolare del Beato Giovanni Colombini: www.fattoriadeibarbi.it | info@fattoriadeibarbi.it | tel. 0577 841111 [sabato e domenica 0577 841205]
Beata Panzanella
Chiunque può partecipare alla disfida, purché non sia un professionista della ristorazione e abbia voglia di divertirsi.
Semplice la formula: basta iscriversi (è gratuito) scrivendo a info@fattoriadeibarbi.it o telefonando allo 0577 841111 [sabato e domenica 0577 841205], preparare una panzanella per almeno 6 persone secondo la propria interpretazione, allegando la ricetta e indicando ingredienti, quantità, modi esecuzione e quant’altro ritenuto importante, e portarla entro le 10.30 del 30 luglio alla Fattoria dei Barbi in Località Podernovi 170 a Montalcino. Una giuria di giornalisti enogastronomici e addetti ai lavori la assaggerà in modo anonimo, stabilendo quale sia la migliore. Ma anche il pubblico potrà assaggiare e dire sua. Una competizione giocosa che vede in palio, per chi salirà sul podio, bottiglie di Brunello della Fattoria dei Barbi.
Perché la panzanella
È uno dei piatti estivi più tipici della cucina toscana, semplice e gustosissimo, che la leggenda vuole creato dal Beato Colombini ma che nel tempo ha saputo evolversi in ogni casa secondo la personalità di chi la prepara e gli ingredienti a disposizione. Esistono i puristi della panzanella e chi invece non può concepirla se non arricchita di ogni ben di Dio. Vedremo chi vincerà.
Così nacque la panzanella
“Erano gli anni tremendi di metà Trecento, subito dopo la Peste Nera. Le campagne erano devastate, la gente era stremata. Il Beato Giovanni Colombini guidava una torma di miseri di città in città, affidandosi alla carità per sfamarli. Ma c’era troppo poco e nulla da donare, così Pienza gli chiuse le porte. Il Beato aveva solo due croste di pane per una moltitudine ormai priva di speranza. Con quel poco non poteva far nulla, così alzò gli occhi al cielo e pianse. Le lacrime salarono il pane e, miracolo, un olivo bruciato produsse nuovi frutti. Anche la terra improvvisamente verdeggiò di ortaggi. Il Beato ringraziò il Signore e con le mani spremette le olive traendone l’olio. Con quello condì il pane e gli ortaggi e per almeno una notte sfamò i bisognosi. Fu un miracolo di pietà e i nostri tempi disincantati non credono più a queste belle storie. Prendetelo allora come un gioco e godetevi la buona panzanella, creata dal mio avo Giovanni per amore di chi non aveva nulla”.
Stefano Cinelli Colombini