
Casse del Popolo: un impianto audio diventa un atto collettivo
Un progetto collettivo per creare un impianto audio al servizio di eventi sociali e culturali a Firenze. Ultimi giorni per sostenere la raccolta fondi.
Un impianto audio costruito dal basso, per dare voce – in senso letterale – agli eventi culturali e sociali della città. Ma anche un’occasione per imparare un mestiere, per sentirsi parte di una rete, per costruire qualcosa di concreto e necessario, soprattutto oggi.
“Casse del Popolo” è tutto questo, e a pochi giorni dalla fine della raccolta fondi (chiude il 15 maggio), ha bisogno del sostegno di chi crede nel valore della musica, della partecipazione e della cultura condivisa.
Ne abbiamo parlato con Gabriel Martignon, responsabile dell’associazione Belle Parole APS, e Aurora Piluso, ideatori del progetto in collaborazione con Superterrestre, e tra i vincitori del bando Social Innovation Jam promosso da Fondazione CR Firenze.

Un progetto nato dal basso, per chi fa cultura a Firenze
“L’idea è semplice,” spiega Gabriel, “costruire un impianto audio professionale, modulare e trasportabile, che possa essere usato da associazioni e collettivi della città per eventi musicali, conferenze, cineforum e tanto altro ancora. Non un service commerciale, ma uno strumento condiviso, con un’anima sociale.”
L’impianto sarà disponibile a un prezzo calmierato per chi condivide i valori del progetto, e ogni richiesta sarà valutata con criteri chiari. “Abbiamo deciso di essere trasparenti fin da subito,” aggiunge Aurora, “il nostro obiettivo non è il profitto ma il sostegno alla cultura dal basso. E per questo vogliamo anche raccontare, pubblicamente, chi userà le Casse, come e perché.”
“Ciò che abbiamo pensato di realizzare – racconta Gabriel Martignon – non è soltanto una risposta a una sfida culturale, ma anche una necessaria sfida sociale”.
In un’Italia che sembra voler mettere il silenziatore alla musica e alla libertà di aggregazione – tra decreti anti-rave, strette sugli eventi spontanei e richiami alla “sobrietà”, come è avvenuto per il 25 Aprile – c’è chi risponde con un gesto concreto, collettivo e profondamente politico: costruire un impianto audio dal basso, per rimettere al centro le persone, le relazioni e la cultura.
Anche perché organizzare eventi culturali con un impianto audio di qualità è spesso fuori dalla portata delle piccole realtà: “Il risultato è che in città ci sono meno occasioni di incontro, meno cultura, meno spazi per stare insieme”, continua Gabriel. “Con questo progetto vogliamo cambiare le cose: creare strumenti, condividere competenze, abbattere barriere.”

Una raccolta fondi davvero partecipata
La prima fase – quella in corso – è la raccolta fondi. Obiettivo: 10.000€, che saranno poi raddoppiati dalla Fondazione CR Firenze. Una sfida impegnativa, ma già vicina al traguardo.
“Durante questi mesi abbiamo organizzato molti eventi, e abbiamo raccolto oltre 7.200 euro grazie a più di 150 persone,” racconta Gabriel. “Sono state quasi tutte piccole donazioni. È davvero una raccolta del popolo, fatta da chi crede nel progetto e ci mette anche solo 5 euro. Questo per noi è molto più importante di una grande donazione da una singola realtà.”
Questo è un dato che racconta da solo il senso profondo del progetto: a differenza di altri vincitori del bando, che hanno ricevuto poche ma grandi donazioni, Casse del Popolo ha raccolto il proprio budget da oltre 150 persone diverse. Singoli cittadini, studenti, musicisti, attivisti, piccoli gruppi. Nessun mecenate, solo tanta comunità.
La campagna terminerà il 15 maggio e, per chi contribuisce, sono previsti anche reward simbolici: gettoni per prenotare in anticipo l’impianto, magliette e felpe in edizione limitata in collaborazione con Colla, e persino la possibilità di scegliere una canzone per la playlist della futura rassegna musicale!

Un workshop per imparare, costruire, includere
La seconda fase partirà subito dopo la chiusura della raccolta: un workshop gratuito, tecnico e inclusivo.
“Insegneremo come si costruisce e si usa un impianto audio, dalla componentistica all’assemblaggio,” spiega Aurora. “Vogliamo coinvolgere persone che si trovano in situazioni di fragilità, chi ha difficoltà ad accedere al mondo del lavoro, chi è arrivato da poco in città. Per questo abbiamo coinvolto altre associazioni che da anni operano nel territorio fiorentino aiutanto soggetti più svantaggiati”.
A guidare la costruzione saranno Alessandro Kraus (Ale K) di OTK crew e Lapo Nesi di Jah Station Sound System, esperti del suono e colonne portanti della scena musicale fiorentina. Con loro, altri esperti del settore e il supporto delle associazioni come Anelli Mancanti e Refugees Welcome.
Il design dell’impianto sarà invece curato da Francesco Caneschi e Lorenzo Brunelli di Superterrestre APS, collettivo di architetti e designer: casse in legno, modulari, funzionali ma anche belle da vedere. “Ci piacerebbe aggiungere anche una parte di falegnameria al workshop, stiamo lavorando anche in questo senso” aggiunge Gabriel.
Dal laboratorio al palco: il debutto a ottobre
Una volta completato, l’impianto prenderà vita con un grande evento di inaugurazione: il Festival Casse del Popolo, previsto per il prossimo autunno. Sarà l’occasione per mostrare la versatilità delle casse: concerti, talk, cineforum, incontri, il tutto organizzato da Belle Parole, Superterrestre, OTK e Jah Station – realtà che da anni animano la scena culturale underground della città.
E dopo? L’impianto sarà operativo: disponibile per chi organizza eventi e vuole farlo con uno strumento professionale, ma anche con un valore aggiunto: l’appartenenza a una comunità.

Un service popolare, non per profitto
L’impianto sarà gestito con un modello che rifiuta logiche di mercato e profitto. Ogni richiesta di utilizzo verrà valutata in base a uno statuto interno, con criteri chiari: niente eventi elitari, niente feste per politici o VIP, sì a progetti comunitari, eventi sociali, esperienze culturali inclusive. E nel prezzo simbolico per l’utilizzo, sarà incluso anche il tesseramento all’associazione Belle Parole, a sottolineare che si tratta di un servizio per i soci, non di un business.
Un invito aperto a tutta la città
“Casse del Popolo nasce da un bisogno reale: avere strumenti accessibili per fare cultura, musica, aggregazione,” conclude Gabriel. “Non vogliamo competere con chi fa service di mestiere, ma offrire qualcosa di diverso: un impianto che sia anche un simbolo di partecipazione, di condivisione.”
La raccolta fondi si chiuderà il 15 maggio, e ognuno può contribuire, anche con poco.
Sostenere Casse del Popolo adesso significa far parte di un gesto collettivo che valorizza la cultura condivisa e sostiene chi crea occasioni di incontro e partecipazione.
Come sostenere il progetto
➡️ https://cassedelpopolo.sijam.it/it/