Che cos’è l’aridolcoltura lo scopriamo insieme a Terrafranta

Terrafranta

La storia di un’azienda agricola fiorentina che diventa grande grazie a un progetto lungimirante. Puntando tanto sull’aridocoltura.

di Norma Judith Pagiotti

Il paesaggio selvaggio, la flora e la fauna che prosperano. Da questa descrizione può suonare strano, ma siamo a Firenze. Salendo rapidi per via Bolognese si giunge presto in un’azienda agricola biologica, immersa nelle colline del capoluogo toscano: Terrafranta. Una realtà che punta tutto sul creare un ecosistema autosufficiente, ricco di biodiversità da proteggere. Quello che incuriosisce fin da subito è la loro dedizione a lavorare con un metodo sempre più usato in ambito agricolo: l’aridocoltura.

Ovvero l’insieme di pratiche agronomiche da adottare in condizioni di limitate disponibilità idriche per ottenere i migliori risultati produttivi senza dover ricorrere all’irrigazione. Partiamo però dal principio della nostra chiacchierata con Carlotta Chiocchini, la fondatrice di Terrafranta.


LA PRIMA VOLTA CHE HO CONOSCIUTO LA VOSTRA AZIENDA MI HA COLPITO MOLTO LA TUA STORIA. CI RACCONTI COM’È NATA LA TUA ATTIVITÀ?

A 17 anni mi sono trasferita a Londra perché non sentivo mia la città, avevo bisogno di fuggire e conoscere mondi
nuovi. L’ho fatto, e lì ho trovato quello che cercavo. Dopo poco, mio padre venne a mancare lasciando a metà il suo progetto di azienda agricola, appena iniziato. Una volta finiti gli studi, ho deciso di tornare a Firenze, riprendere in mano i terreni e costruirci un’azienda che mi permettesse di essere il cambiamento che voglio vedere nel mondo, e nella mia città.

QUINDI QUESTA TUA LUNGIMIRANTE AVVENTURA È INIZIATA NEL 2020. E INVECE LA TECNICA DELL’ARIDOCOLTURA QUANDO È ENTRATA ATTIVAMENTE NEL VOSTRO LAVORO?

Una volta approcciata a questo mondo, mi sono interessata subito a questa tecnica. Mi è bastato osservare il territorio, confrontarmi con le nostre risorse e valutare il momento storico per capire l’importanza di questo processo. A Terrafranta quasi tutto quello che si trova nei campi non ha un’irrigazione. Partendo dalla lavanda, una delle nostre colture più estese. Quello che facciamo per far sì che questo funzioni è cercare di lavorare la terra nel modo giusto. Non siamo esperti di aridocoltura, semplicemente abbiamo deciso di osservare e rispettare il contesto in cui ci troviamo, cercando di impiegare il minor numero di risorse possibili, come ad esempio l’acqua. L’aridocoltura non è una novità, ma troviamo essenziale mantenere aperto il dialogo su un approccio che diventerà, e in realtà già è, fondamentale.

Terrafranta


CI RACCONTI COME PORTATE AVANTI QUESTO TIPO DI AGRICOLTURA?


Siamo un’azienda biologica quindi la prima cosa che facciamo è cercare di migliorare il suolo. Se costruiamo un suolo ricco di sostanza organica e lo teniamo sempre “coperto”, per esempio con colture di sovescio, apportiamo materia organica e questo fa sì che mantenga più umidità. Si solleva il terreno e si capovolge mettendo dunque la coltura sottoterra. Nel momento della decomposizione rilascia sostanze vitali per il suolo. Tutto ciò porta a una terra viva,
ricca di sostanza organica. Organismi viventi, dai comuni vermi agli insetti, entrano ed escono dalla terra, permettendo così una corretta areazione. Fanno entrare ossigeno e permettono la creazione di tunnel, perfetti per la penetrazione dell’acqua piovana. Perché uno dei nemici principali in agricoltura è un terreno compatto e impenetrabile.

CI SPIEGHI PIÙ NELLO SPECIFICO COSA INTENDI QUANDO PARLI DI SOVESCIO PER TUTTI COLORO CHE NON CONOSCO IN MANIERA APPROFONDITA QUESTO MONDO?

Sovescio, colture non da reddito. Ovvero prodotti coltivati ma poi tagliati e interrati, quindi senza arrivare alla raccolta. Noi utilizziamo quasi tutte le leguminose, erba medica, lupino, trifoglio, coriandolo. Piante che, nel nostro caso, vengono coltivate non per ottenere il prodotto in sé ma per nutrire il terreno.


QUALI SONO INVECE LE COLTURE CHE DIVENTANO PRODOTTI IN VENDITA?

Patate, miglio, olivi, altre erbe aromatiche come la lavanda. Quest’ultima, dopo 10/12 anni, è una pianta che si esaurisce e deve essere cambiata e sostituita. Abbiamo quindi iniziato a sostituirla con altre aromatiche tipiche del Mediterraneo, piante resistenti con un basso fabbisogno idrico.

C’È TANTO ALTRO NELLA VOSTRA AZIENDA OLTRE ALL’AGRICOLTURA. COSA RAPPRESENTA TERRAFRANTA?

A completamento del nostro lavoro agricolo, Terrafranta ospita una vasta gamma di eventi che vanno da pic-nic, cene, lezioni di yoga, laboratori e ritiri. La nostra stagione di eventi inizia intorno ad aprile e termina a ottobre. Accogliamo volontari da tutto il mondo dal 2021 e il loro aiuto è stato cruciale per lo sviluppo dell’azienda. Speriamo di continuare a ospitarne tanti altri per molti anni. Ci supportano nell’orticoltura, nella raccolta della lavanda, nell’apicoltura, negli eventi in fattoria dove presentiamo tanti dei prodotti di nostra produzione e di tanti altri partner che seguono la nostra filosofia di sostenibilità.

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