Fino al 31 luglio 2022 Fondazione Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello ospitano Donatello, il Rinascimento, la grande mostra dedicata ad uno dei più significativi artisti dell’arte italiana.
C’è ancora tempo fino al 31 luglio per visitare Donatello, il Rinascimento, la grande mostra dedicata a uno dei più significativi artisti dell’arte italiana di tutti i tempi ospitata dalla Fondazione Palazzo Strozzi e il Museo Nazionale del Bargello.
Le due sedi su cui è distribuita la mostra – quelle appunto di Palazzo Strozzi del Museo Nazionale del Bargello – illustrano il percorso dello scultore, strutturandolo in quattordici esaustive sezioni che raccontano fin dagli esordi la storia dell’artista rivoluzionario. Con sguardo attento sull’eredità classica e guidato dalla passione per la modernità, Donatello spazia nella sua formazione su due piani differenti. Da un lato si specializza nel campo dell’oreficeria, diventando allievo di Lorenzo Ghiberti e collaborando alla Porta Nord del Battistero di Firenze. Dall’altro, invece, si dedica all’intaglio del marmo sotto la guida di scultori tardogotici come Niccolò di Piero Lamberti e Giovanni d’Ambrogio, dai quali acquisisce quelle nozioni tecniche che, nelle mani di Donatello, ben presto raggiungeranno forme sperimentali e inedite.
Le riflessioni sui piani filosofici e psicologici vedranno la loro fioritura grazie agli scambi culturali con i colleghi contemporanei fra cui Filippo Brunelleschi, più grande di dieci anni rispetto a Donatello. Il vero e proprio connubio creativo fra i due artisti durerà per quarant’anni e ispirerà Donatello a usare la prospettiva come uno strumento per potenziare la carica drammatica nei suoi soggetti e nella narrazione, oltre che a creare inganni ottici con la materia. Data l’importanza del confronto artistico e dello scambio di riflessioni e di opinioni, alla mostra non mancano le opere di Brunelleschi, ma anche di altri contemporanei fra i quali Masaccio, Mantegna e Giovanni Bellini.
Curata da Francesco Caglioti – professore di Storia dell’Arte medievale presso la Scuola Normale Superiore di Pisa – l’esposizione infatti presenta circa 130 opere tra sculture, dipinti e disegni. Oltre alle due istituzioni fiorentine, la mostra è organizzata in collaborazione con gli Staatliche Museen di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra e diventerà itinerante anche in Germania e in Inghilterra. È stato proprio il lavoro di queste quattro grandi realtà museali a permettere di creare il più grande progetto espositivo sull’artista, offrendo una visione completa, con tanto di opere inedite oppure appositamente restaurate, come nel caso di cinque statue in bronzo del Crocifisso con la Madonna e san Giovanni dolenti, san Maurelio e san Giorgio. Ma l’accurata ricostruzione del percorso artistico, con esempi delle opere più eclatanti, è stata possibile anche grazie ai numerosi prestiti unici, provenienti da circa sessanta importanti musei e istituzioni come la National Gallery of Art di Washington, il Metropolitan Museum of Art di New York, il Victoria and Albert Museum, la National Gallery di Londra, il Musèe du Louvre di Parigi, gli Staatliche Museen di Berlino, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, e dai custodi dei tesori toscani quali le Gallerie degli Uffizi e le basiliche di San Lorenzo, Santa Croce e Santa Maria Novella.
Una sostanziosa partecipazione, quindi, specchio di una natura artistica varia e apprezzata da tutti. È impossibile, infatti, negare l’influenza di Donatello sul Quattrocento italiano, che non finisce in Toscana, ma si espande a Roma, al Veneto, alle Marche e a Napoli. Sfidando gli stilemi dell’epoca, l’artista sperimentò nuovi linguaggi con uno stile trasgressivo e progressista, utilizzando dei materiali imprevedibili. Attraverso l’impiego di marmi, pietre, bronzi, legni, stucchi e paste vitree, Donatello è riuscito a introdurre nell’arte occidentale e nei suoi soggetti classici un’inedita ricerca psicologica e a creare un intenso coinvolgimento dello spettatore.
La continua sperimentazione dei materiali, dei generi e delle tecniche offre un nuovo modo di vedere e di vivere l’arte e allontana l’artista dalle consuetudini istituzionali. Saranno proprio le sue idee e il suo nuovo modo di porre l’arte a farlo diventare prediletto della famiglia Medici e a contribuire significativamente alla nascita del Rinascimento. Le riflessioni di Donatello, oltre che di carattere scientifico con un approccio nuovo verso la prospettiva, lo portano anche a sviluppare una carica di sensibilità e di umanità maggiore dei suoi colleghi. Infatti, le sue sculture si riconoscono sempre per la loro dimensione psicologica, con una resa di emozioni fedelissima e in grado di muovere una forte sensazione di empatia nello spettatore. Questi elementi, caratteristici per la sua produzione, troveranno apprezzamento in numerosi seguaci e arriveranno a influenzare gli artisti dei secoli successivi.
Senza alcun dubbio, Donatello è stato il più grande scultore del suo secolo, dando vita, insieme a Brunelleschi, all’era Moderna nell’arte italiana. Ha ispirato i suoi contemporanei con il ritorno all’ornato antico, con il rilancio di alcuni generi canonici della scultura classica e con un nuovo taglio prospettico. Ma la sua rivoluzione maggiore sta nell’approccio mentale alla ricerca, che avrà effetti soprattutto sugli artisti a lui successivi. Leonardo, Raffaello, Michelangelo e gli artisti del Manierismo terranno di conto i concetti già introdotti da Donatello, ma soprattutto continueranno a seguire la lezione che ci ha lasciato sulla figura dell’artista che, con il suo spirito, crea opere segnate da originalità, individualità e grande coraggio.
Testo di Viktoria Charkina; Foto a cura di Fondazione Palazzo Strozzi