Intervista a Emma Nolde, la giovane musicista toscana ritenuta da critica e pubblico una delle voci più promettenti del cantautorato italiano contemporaneo.
Emma Nolde, classe 2000, è una cantautrice e polistrumentista originaria di San Miniato. Il suo nome d’arte è un omaggio al pittore prussiano Emil Nolde. Nonostante la giovane età, ha alle spalle una lunga carriera musicale: già a tredici anni si esibiva in locali e bar, suonando e cantando cover dei Coldplay e di Ed Sheeran.
Grazie al suo secondo singolo, Nero Ardesia, si è aggiudicata al Rock Contest 2019 il premio Ernesto De Pascale per la migliore canzone con testo in italiano. Ha pubblicato due album, Toccaterra (2020) – finalista al Premio Tenco nella sezione Opera Prima – e Dormi (2022), prodotto assieme a Francesco Motta. Ha collaborato con molti artisti del panorama musicale italiano come Levante, Zen Circus, BNKR 44, Generic Animal e Nico Arezzo. Critica e pubblico concordano nel ritenere che Emma Nolde rappresenti una delle più interessanti e promettenti voci del cantautorato contemporaneo.
Per tutta l’estate 2024 è stata impegnata nel tour Solo Non Sola che nelle oltre venti date l’ha portata sul palco in giro per l’Italia – e recentemente a Firenze – oltre che a Parigi e Bruxelles. Il 6 luglio sì è esibita al Circo Massimo di Roma in apertura del concerto-evento di Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè.
Nella tua discografia sono presenti due album: Toccaterra e Dormi. Nessun featuring, nessun pezzo estivo, nessuna deluxe version, nessun compromesso con sonorità in voga. Qual è il prezzo di andare controcorrente? Quali, invece, i vantaggi?
Direi che già questa domanda fa parte dei vantaggi. Da grande appassionata di musica ho sempre preferito un certo tipo di attitudine anche nel pop. Quando chi ascolta inizia a scrivere spesso si dimentica cosa gli è sempre piaciuto. Io sono una grande fan di Giovanni Truppi e dei Radiohead come di Ed Sheeran o dei Coldplay, che per me rimangono una delle migliori band di sempre… Pronta a prendere gli insulti di chi non la pensa come me!
C’è modo e modo di essere pop e l’unica discriminante è l’autenticità, parola un po’ inflazionata che però esiste apposta per dire quello che intendo: la propria attitudine deve combaciare con ciò che uno scrive, i propri gusti anche e i propri intenti devono essere chiari. Il prezzo di fare così è che finché non arriva la canzone che ti dà ragione, gli altri ti suggeriranno sempre una soluzione diversa. Scansare questo tipo di consigli prende tante energie. Il vantaggio di fare così è che le persone se ne accorgono e chi inciampa in quello che fai e si dà tempo di ascoltarlo si affeziona.
Hai recentemente pubblicato una canzone, il singolo Mai fermi, nella quale cerchi di spiegare a un bambino cosa significa vivere sulla terra. Sono molti i brani di Dormi nei quali si percepisce la tensione verso l’Altro. Credi, attraverso questo singolo che affronta gli stessi temi, di essere approdata a un traguardo espressivo?
Dal mio punto di vista, Mai fermi racconta cose diverse dai brani di Dormi. Le canzoni di Dormi sono tutte (tranne Voci Stonate) canzoni d’amore, dove il Tu è la persona di cui ero e sono innamorata. In Mai fermi il Tu è un bambino che nasce nel 2024 e nel ritornello c’è un “noi” importante: Noi non stiamo mai mai mai fermi. Non trovo chiare somiglianze, fuori da interpretazioni personali, quindi cambio un po’ la domanda e dico che penso di essere approdata a un nuovo sguardo espressivo. Quello che raccontano gli uomini tutti, in questi tempi qua.
Immagino che questo brano faccia parte di un nuovo progetto imminente. Il primo album è il più importante, il secondo album è sempre il più difficile (docet Caparezza). E il terzo? Si può parlare di una trilogia non ufficiale?
Non c’è una trilogia. Il terzo disco sarà diverso dagli altri due. Ho esplorato nuovi modi di scrivere e di costruire le canzoni. Stiamo lavorando tantissimo con Andrea Pachetti (produttore di Toccaterra) e con i musicisti che suonano ai concerti con me (Marco Pizza, Andrea Beninati e Francesco Panconesi). Io parlo sempre di quello di cui ho urgenza quindi non faccio piani a livello macro-tematico, adesso mi sembra che tutto senza accorgermene stia andando nella stessa direzione.
Quali sorprese hanno trovato gli spettatori del tour Solo Non Sola?
Per spiegarlo in modo chiaro e veloce: un po’ quello che faceva Ed Sheeran. O anche Tash Sultana o Jack Garratt. Sono tre dei miei preferiti e quando avevo 16 anni nei piccoli ristoranti e pub di Empoli e dintorni provavo a imitarli; ci sono ancora un po’ di video in rete! Avevo voglia di riprovarci, ma con l’aiuto di un musicista che gestisse tutti i loop in tempo reale.
Con Marco Pizza, il mio batterista, abbiamo ideato un modo e adesso stiamo portando in giro questo spettacolo. Insieme a noi c’è una scenografia luci che spero renda lo spettacolo più intenso, sul palco a me cambia tanto. In molti concerti ci sono anche violoncello e sax che alternano parti scritte ad altre completamente improvvisate.
FKA twigs, Angel Olsen o Adrianne Lenker?
All mirrors di Angel Olsen è uno degli album che ho più ascoltato e penso sia incredibile, ma il mio cuore è di Adrianne Lenker. Tutto suo!
Canzone preferita di Fabrizio De André?
Ho visto Nina volare.
Foto di Lorenzo Stefanini.