Per i sapiosessuali sembra non esserci molto spazio a Firenze. E voi quanta importanza date all’intelligenza della persona prima di andarci a letto anche solo per una scopata!?
SexFUL la rubrica sul sesso a cura della nostra Miriam.
In un’uscita in discoteca all’Otel, in un locale a Santo Spirito o a San Frediano, riesco a incontrare almeno 400 ragazzi, ma di questi solo una manciata mi attrae veramente. Perché?
Il perché l’ho scoperto di recente ed è racchiuso dietro ad una macro categoria di uomini e donne definiti sapiosessuali, ovvero quelli che riescono a fare sesso solo con persone intelligenti. Il problema è che a Firenze sembra che i sapiosessuali siano estinti: essere un sapiosessuale a Firenze equivale ad essere etero a Mykonos.
Ma chi è un sapiosessuale?
Per farla semplice, un sapiosessuale è qualcuno per cui la caratteristica sessuale più importante è l’intelligenza: si eccita nel vedere una persona leggere Kafka, commentare Anna Karenina, Guerra e Pace di Tolstoj e che riesce ad argomentare sulle tecniche di riproduzione delle falene e le condizioni di vita dei cetacei in Sud America.
Ho scoperto di essere una sapiosessuale solo un anno fa, quando non riuscii ad avere un approccio sessuale con un ragazzo molto carino che però non sapeva chi fosse Oriana Fallaci. La questione non era il non conoscere una scrittrice di grande rilievo o qualche suo libro, ma che non riuscivo a trovarlo intellettualmente interessante. Questa cosa cominciava a succedermi da un po’ di tempo e non riuscivo a venirne a capo perché, nonostante l’esigenza fisica di far sesso, dopo una chiacchierata “insoddisfacente” non ne avevo più voglia.
Il termine sapiosessuale è stato coniato nel 2014
Nonostante io l’abbia scoperto di recente, il termine sapiosessuale è stato coniato nel 2014, quando il sitoweb OkCupid ha ampliato la sua lista degli orientamenti sessuali aggiungendo le voci “androgino”, “asessuale”, “fluido” e “queer”. Nella stessa occasione, il sito ha preso la curiosa decisione di aggiungere un orientamento sessuale nuovo e relativamente sconosciuto, quello dei sapiosessuali, e dal 2015 è stato inserito in dizionari statunitensi come l’Urban Dictionary sotto la dicitura “sapiosexual”.
L’uscita del nome sul sito web ha portato anche a una serie di studi scientifici, con l’intento però di dimostrare che la sapiosessualità non è una tendenza. Secondo Lora Adair, professoressa di psicologia evolutiva al Lyon College, l’intelligenza è sempre una qualità che sia gli uomini che le donne ricercano nei propri partner. Ha aggiunto anche, che questo è vero in tutte le specie, anche in quella animale. Infatti, alcuni tipi di uccelli, costruiscono nidi più elaborati per attrarre le femmine della loro specie, che, più esigenti di altre, prediligono le loro capacità “ingegnieristiche”.
Un giovane su 10 ritiene di trovare sexy l’intelligenza di una persona
Secondo un nuovo studio della University of Western Australia, pubblicato sulla rivista Intelligence, trovare sexy l’intelligenza delle persone riguarda almeno un giovane su 10. Da questo studio emerge anche che l’intelligenza è il secondo tratto non fisico più desiderabile della personalità, la gentilezza e la comprensione. Dunque, la sapiosessualità non è una questione di intelligenza, ma di “selettività”. Il sapiosessuale è solo una persona più selettiva che ha dei parametri un po’ più esigenti rispetto ad altri.
Sapiosessuali di Firenze dove siete?
Aggirandomi nei bar, biblioteche, caffè letterari della città – habitat naturali per un sapiosexual – non sono riuscita ancora a trovare un mio “simile”. Eppure, c’è chi non si pone il problema di far sesso solo con il proprio “simile”: nel contesto fiorentino, infatti, la maggior parte sembra non badare all’attrazione intellettuale. Nemmeno all’attrazione fisica. Molti si adeguano ad una selezione standard e poco raffinata che si concretizza in due categorie: bono/bona; cesso ma “scopabile”.
In qualche modo, non è anche questa una questione di selettività? Di certo, è una selezione che per i sapiosexual non basta. Allora non ci resta che sperare che Dio ce lo mandi bono/bona e colto!
Articolo a cura di Miriam Belpanno