FluidMesh, il futuro parla italiano con accento fiorentino

Intervista a Cosimo Malesci, uno dei fondatori di FluidMesh Networks.

Ormai non ci facciamo più caso, ma negli ultimi anni l’evoluzione della connettività ha raggiunto livelli fantascientifici, impensabili fino a pochi anni fa.
Possiamo guardare Netflix, aggiornare il nostro profilo su Facebook, controllare in tempo reale come è il traffico sulla tangenziale per tornare a casa, e fra non molto probabilmente anche se il nostro cane sta facendo casino in giardino, o se tuo marito ha rifatto il letto a casa.
Tutto questo a prescindere da dove ci troviamo, su un treno ad alta velocità lanciati a più di trecento chilometri orari, sulla metro a decine di metri sotto terra, sott’acqua a chissà quali profondità, e dovunque altro vi venga in mente di essere in questo nostro telematico pianeta.
Ormai da qualche anno infatti, interi sistemi portuali, città e linee ferroviarie sono connesse alla rete globale, e trasmettono in tempo reale immagini e suoni ad alta definizione.
Dietro questa rivoluzione, c’è tanto commitment come ci racconta Cosimo Malesci, fiorentino classe ’82, uno dei fondatori di FluidMesh Networks.
Ciao Cosimo, prima di tutto che ne dici di presentarti ai lettori di FUL?
Sono nato e ho vissuto a Firenze fino a diciannove anni, quando ho avuto la possibilità di seguire le mie due passioni, il mare e l’ingegneria. Al MIT di Boston infatti esiste il corso di laurea in Ingegneria Oceanografica: come non farsi affascinare dall’idea di progettare e utilizzare droni sottomarini, sommergibili e sonar subacquei?
Soltanto grazie all’appoggio della mia famiglia, alla mia dedizione e non lo nego a un po’ di fortuna, sono riuscito a entrare in una delle università più prestigiose al mondo.
Cosa ti ha portato a intraprendere un percorso da imprenditore, invece di diventare un “tranquillo” dipendente?
È quasi per gioco, al MIT di Boston esiste una competizione dove puoi proporre il tuo progetto presentando un Business Plan. Mio fratello stava lavorando a dei protocolli Mesh per le reti wireless, mentre io mi stavo dedicando alla progettazione e costruzione di elettronica per ambienti marini. Unimmo le forze per proporre l’idea, di un prodotto wireless per applicazioni di video sorveglianza. La competizione non fu un successo, ma il progetto diventò reale e decidemmo di creare FluidMesh convinti che avremo comunque imparato molto da questa piccola avventura. L’estate stessa due amici si convinsero a partecipare al progetto. Costruimmo le prime radio e in sei mesi ci trovammo a chiudere il primo accordo con un distributore in Italia. Ma la vera svolta fu nel 2010 quando riuscimmo a coinvolgere due grossi fondi di investimento di Chicago che ci permisero di sviluppare molte delle nuove tecnologie che adesso abbiamo immesso nel mercato.
In cosa consisteva la vostra idea e perché era innovativa?
Abbiamo creato una radio che usa le stesse frequenze del wifi ma con un protocollo di linguaggio diverso. In poche parole abbiamo insegnato alla wifi un miglior linguaggio di comunicazione, questo ha permesso il trasferimento di immagini e suoni in alta definizione, accrescendo notevolmente le potenzialità effettive dei servizi di videosorveglianza. Posso dire che ad oggi dopo circa undici anni, FluidMesh è il leader mondiale nel settore delle applicazioni di videosorveglianza. Oltre a questo abbiamo sviluppato, ormai quattro anni fa, la nuova soluzione per connettività veicolari per sistemi terra-treno. Pensa che i treni ad alta velocità e le metro delle grandi metropoli, usano il nostro sistema per connettersi alla rete.
Pensi che restando in Italia avreste raggiunto gli stessi risultati?
Credo di sì, ho molta fiducia nell’imprenditoria in Italia, anche se negli Usa è più facile fare impresa, c’è meno burocrazia e una mentalità più aperta verso tutto ciò che è nuovo. D’altro canto in Italia la competenza è altissima, infatti la maggior parte dei nostri ingeneri sono italiani e lavorano principalmente nella nostra sede di ricerca e sviluppo con sede a Pisa. Un problema in cui ci siamo imbattuti spesso è forse la mancanza di coraggio nel buttarsi in avventure nuove, si predilige spesso il posto fisso a dispetto di nuove prospettive.
Ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di abbandonare tutto?
Senza dubbio, ci sono stati dei momenti difficili, soprattutto nei primi anni. Credo che sia normale per chiunque faccia imprenditoria, non ci sono certezze sul futuro, lo stipendio spesso non esce fuori, l’importante è cercare di non mollare. Per fortuna ho tre partner in azienda con cui vado estremamente d’accordo e questo ci ha dato la forza necessaria per proseguire.
Perché i soci sono importanti e come andrebbero scelti?
I soci sono fondamentali, almeno un co-founder con la tua stessa visione e la tua stessa dedizione è essenziale a prescindere dal ruolo specifico in azienda. Chiaramente il socio deve avere delle capacità inerenti al progetto ma la cosa fondamentale è la voglia di mettersi in gioco. Soprattutto all’inizio serve qualcuno che riesca a tenere duro.
Che ne dici di svelarci il segreto del vostro successo?
In base alla mia esperienza posso dirti che non credo al mito del genio americano. Quello in cui credo sono le ore di lavoro e la capacità e l’umiltà di imparare continuamente. Quando hai un idea realizzabile, un mercato interessato e dei soci idonei serve solo tanto, tanto, commitment.
Questa grande dedizione nel lavoro ti ha penalizzato nella vita privata?
Be’ la famiglia mi manca ma ormai sono tanti anni che vivo a Boston e abbiamo trovato un nostro equilibrio. Fra poco mi sposerò con una ragazza italiana che ho conosciuto a New York e comunque non ho abbandonato la mia passione per il mare e la fotografia. (Cosimo ha anche un blog fotografico: http://ww.cosimomalesci.com/)
Diciamo che ormai abbiamo “scollinato” e la parte più ingrata spero sia passata.
www.fluidmesh.com
ENGLISH VERSION
In the last years the evolution of connectivity has reached futuristic levels, unthinkable up until a few years ago. We can watch Netflix, check the traffic in real time and soon probably also check on what is doing our dog in the garden. All this independently from where we are. This revolution only happened thanks to the commitment of people such Cosimo Malesci, one of the founders of FluidMesh Networks.
Hi Cosimo, could you introduce yourself to our readers?
I was born and bread in Florence until I was 19 when I had the chance to follow my two passions: the sea and engineering. At MIT in Boston there is a course in Ocean Engineering: I loved the idea of designing and using submarines and underwater sonar. Thanks to my family, my passion and some luck I managed to get into one of the most prestigious university of the world.
What led you to become an entrepreneur instead of being a “calm” employee?
My brother was working to some Mesh protocols for wireless networks, while I was dedicating to designing electronics for sea environments. We joined forces to submit a wireless product for video-surveillance to a MIT competition. We didn’t win but the project became reality and we decided to create FluidMesh with another two friends. We built the first radios and in six months we had a deal with an Italian distributor. The real turning point was in 2010 when we found two big American investors.
What was your idea and why it was innovative?
We created a radio that uses the same frequencies of wifi but with a protocol in a different language. In short we have taught wifi a better language of communication that allows the transfer of high-res sounds and images, increasing remarkably the effective potentialities of video-surveillance systems.
After eleven years we are still leaders in the field. Besides we have developed a new solution for vehicular connectivity for train-to-ground systems. High-speed trains and metros in big cities use our system to go online.
Do you think that in Italy you would have had the same results?
I think so, I trust the Italian business world, although in Usa it’s easier to have a business, less bureaucracy and a more open mentality. But in Italy the skills are very high, as a matter of fact the majority of our engineers are Italians and work from our office in Pisa.
Did you have moments in which you thought to quit everything?
Of course, we had tough times, especially at the beginning. I think it’s normal, there are no certainties for the future. The important is not to give up. I am lucky to have three partners with whom I get along very well.
Why are partners so important?
They are fundamental. At least one of the co-founders needs to share your vision and passion. The most important thing is be willing to take a challenge and stay strong.
What is the secret of your success?
I don’t believe to the myth of the American genius. I believe in hours of work and the capacity and humility to keep learning. When you have an idea, an interested market and good partners you just need a lot of commitment.
This incredible passion for your work affected your private life?
I miss my family but now it’s a long time that I live abroad. Soon I’ll marry my girlfriend, an Italian girl I met in New York and I still have my passion for sea and photography (ww.cosimomalesci.com/). I think that now the worst has passed.
Testo di Marco Fallani
Foto di FluidMesh