Invitiamo i nostri lettori a visitare sabato 14 dalle ore 18.00 presso il nuovo spazio di coworking Multiverso-Firenze Centro, la mostra Inkcisivi ovvero la raccolta di lavori di incisione realizzati da dodici ragazzi richiedenti asilo provenienti da Guinea, Nigeria, Gambia, Mali e Senegal.
Quello dei centri di accoglienza e dell’integrazione sociale è un tema molto caldo in questi ultimi mesi a Firenze come in tutto lo stivale e le posizioni in merito sono spesso contrastanti. Di sicuro FUL si schiera contro tutte quelle correnti razziste e becere che spesso prendono gran voce nel fiume di parole che echeggiano sui social.
Rabbrividire di fronte a certi commenti è il minimo che il lettore possa fare. Rabbrividire e pensare che invece le forme di accoglienza ed integrazione sono molteplici e quotidiane. Grandi e piccole gesta in aiuto di persone la cui sofferenza è scalfita negli occhi e nell’anima ma che ancora trovano la forza per reagire, vivere e soprattutto sognare. Sono molti i centri e le associazioni fiorentini che ogni giorno si dedicano all’integrazione di persone giunte nei centri di accoglienza. Tra le tante iniziative vogliamo soffermarci su In(k)cisivi un progetto di tesi di laurea che si è trasformato in un workshop creativo di incisione su linoleum che ha coinvolto dodici ragazzi richiedenti asilo provenienti da Guinea, Nigeria, Gambia, Mali e Senegal.
Dunque un progetto che parte da futuri laureandi Valentina Messina (copy e social media addicted) e Simone Montagnani (graphic designer) che dimostra come anche attraverso l’arte possano nascere momenti di integrazione sociale.
Per capire come è nato il progetto FUL ha intervistato i due laureandi.
Ciao Valentina e Simone raccontateci come nasce in(k)cisivi?
Come recita il nostro manifesto sull’evento, Inkcisivi è la raccolta dei lavori di incisione su linoleum realizzati da dodici ragazzi richiedenti asilo provenienti da Guinea, Nigeria, Gambia, Mali e Senegal e nasce come occasione di avvicinamento tra persone provenienti da centri di accoglienza al mondo dell’arte. Siamo sempre stati interessati ai temi sociali, cosa potevamo fare per dare un piccolo contributo per fare integrare questi ragazzi. Per farli sentire in qualche modo “a casa”? Noi abbiamo solo cercato un modo divertente, pratico per far sì che questo accadesse. Un modo per rendere “leggero” un tema – quello dell’integrazione – che spesso viene strumentalizzato e utilizzato nell’accezione negativa del termine. Inkcisivi nasce come progetto di tesi di laurea che si divide in vari step: il laboratorio fatto di idee e di persone svolto nei mesi di novembre/dicembre 2016 e ora la mostra. Inkcisivi è molto altro, solo che per il momento non possiamo svelarvi niente di nuovo, è ancora top-secret.
La vostra esperienza con xilografia e linoleografia?
La passione per il mondo dell’arte ci ha fatto conoscere diverse tecniche artistiche: una di queste è proprio la xilografia. Ci siamo informati, documentati e quindi cimentati nella creazione di piccole opere, in maniera autodidatta. Ci è piaciuto e abbiamo deciso di trasmettere questa disciplina insegnandola. Il nostro focus però non è stato sulla “xilografia” (dal greco xilon, legno e graphìa, scrivere) tecnica d’incisione a rilievo su legni duri, molto antica che generalmente veniva utilizzata a scopo di riproduzione a stampa. Ci siamo invece concentrati su qualcosa di più moderno: ecco che nasce il nostro interesse verso la linoleografia. Detta anche “linocut” si tratta sempre di una tecnica di incisione, che varia dalla xilografia per il supporto su cui è usata, un pannello di linoleum, appunto! Il disegno è intagliato sulla superficie di linoleum con uno strumento affilato, scalpello a forma di V o sgorbia. Il foglio di linoleum viene poi inchiostrato con un rullo (chiamato brayer), e poi impresso su carta o tessuto. Dal momento che il materiale che viene scolpito non è granuloso e non tende a dividersi, è più facile ottenere certi effetti artistici con il linoleum rispetto alla maggior parte dei legni. Il linoleum è conosciuto soprattutto per essere un materiale usato nell’edilizia come pavimentazione per uffici, palestre o anche ospedali. Non tutti sanno che è usato anche nelle scuole per avvicinare i bambini al mondo della stampa d’arte. La facile reperibilità, il basso costo e l’immediato utilizzo ci hanno quindi spinto verso la linoleografia.
Qual è il significato della parola “avvicinare” in questo progetto?
Con il termine “avvicinare” intendiamo in qualche modo riuscire a creare un legame: non solo tra noi e i ragazzi ma anche tra i ragazzi e questo mondo artistico fatto di mille sfumature. Dunque, insegnare e coinvolgere i ragazzi, fare creare loro qualcosa dal nulla è stato un momento molto significativo. È difficile esprimersi a parole ma disegnando, dipingendo, incidendo, sono venute fuori emozioni che non credevamo.Avvicinare significa per noi creare un ponte tra i ragazzi e la linoleografia e permettere loro di esprimersi liberamente, ecco.
Workshop come forma di integrazione pensate che sia una strada facilmente percorribile?
Certamente. Anche noi abbiamo preso spunto da altre esperienze. Il campo del sociale è un mondo molto vasto ma meno “pubblicizzato” però ci sono altre realtà attive che si impegnano tutti i giorni a dare il loro contributo.
Loro hanno imparato ad utilizzare le varie tecniche, ma voi invece che cosa avete imparato?
Bella domanda! Come progettisti della comunicazione, molto spesso siamo abituati a lavorare con i prodotti, e talvolta mettiamo in secondo piano l’aspetto umano, ben più faticoso da trattare ma senz’altro più gratificante.
Durante i giorni di workshop abbiamo imparato il valore del confronto, dello scambio culturale e voluto dare spazio e dare voce attraverso uno strumento (l’arte), a persone che altrimenti non avrebbero potuto averli. Inkcisivi è il nostro (piccolo) contributo per una migliore integrazione. Speriamo in qualche modo di lasciare il segno. Le opere dei ragazzi lo faranno sicuramente.Ci siamo confrontati con un tema “spinoso” ma lo abbiamo fatto in maniera leggera, che come direbbe Calvino “leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.