Cinque motivi per visitare la mostra di Yan Pei- Ming a Firenze

Yan Pei-Ming

Fino al 03 settembre 2023 Palazzo Strozzi ospita la mostra dell’artista franco-cinese. Noi di FUL vi raccontiamo perché assolutamente non potete perdervela!

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie” è il primo progetto inaugurato in estate da Palazzo Strozzi – già questo ci fa comprendere quanto sia un evento speciale – ed è anche la prima mostra così grande in Italia dedicata all’artista. Oltre trenta opere che indagano la relazione tra immagini e realtà, descrivono il nostro passato recente e i fatti più rappresentativi della nostra contemporaneità. Si alternano figure della cultura occidentale ad altre di quella orientale in un percorso che è anche un racconto autobiografico. Sono tante le ragioni per cui vale la pena non perdere l’occasione di ammirare da vicino le opere di Yan Pei-Ming, ve ne suggeriamo alcune.

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

1.Riflettere sul nostro tempo collettivo ed intimo

Immaginate di trovarvi davanti a voi delle tele di dimensioni monumentali che raccontano la storia passata ma anche quella contemporanea attraverso copertine di giornali, still cinematografici e anche reinterpretazioni di celebri capolavori della storia dell’arte. Tutto ovviamente attraverso il medium della pittura che già di per sé ci allontana dalla velocità di fruizione del digitale con cui siamo ormai abituati a leggere alcune vicende che fanno parte del nostro quotidiano. Le pennellate decise di Pei-Ming ci portano a riflettere su eventi pubblici diventati iconici e anche sui temi centrali della nostra epoca dominata dalle immagini. Ma non finisce qui, perché camminando per le sale di Palazzo Strozzi in quest’occasione vi troverete davanti anche i vostri sentimenti più privati. Il passare del tempo, il trauma della perdita dei genitori, la morte, la guerra, la contraddizione tra rappresentazione e realtà; non sono tutti questi argomenti che definiremmo esistenziali? Proprio attraverso alcune delle immagini diventate simboli del nostro presente o recente passato, Pei- Ming mette in contatto diretto la nostra memoria collettiva con quella intima in un viaggio che ci trasporta nel nostro personale vissuto.

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

Questo ci porta a comprendere perfettamente il titolo della mostra che definisce l’artista non solo un pittore di storia ma di storie. Quali? Le nostre. Vedere davanti a noi rappresentati alcuni personaggi ed eventi simbolo del nostro tempo associati a vicende autobiografiche in cui facilmente riusciamo ad immedesimarci ci permette di calarci maggiormente nel presente, ci sentiamo rappresentati, compresi; accettando anche la tragedia che fa parte della nostra vita e riuscendo a fare chiarezza nel pozzo profondo del nostro essere. Ecco che Pei -Ming ci fa un regalo: uno sguardo più nitido e ravvicinato sulla nostra epoca e sui noi stessi ricordandoci che guardare al passato è azione necessaria per tracciare il futuro.

2.Riscoprire la potenza espressiva della pittura attraverso lo stile unico dell’artista

Pei- Ming stesso si definisce un pittore d’assalto poiché lavora direttamente sulla tela senza disegni preparatori ma in maniera rapida e sicura. In un’alternanza di dipinti bicolore: prima bianchi e neri, poi bianchi e blu e infine bianchi e rossi; siamo assaliti da una serie di riflessioni che riguardano ideali, opinioni, sentimenti. Questo accade perché dietro alla scelta stilista unica dell’arista c’è la sua visione di pittura che come afferma “non è una carezza” e non deve esserlo. L’arte pittorica deve smuovere, deve invadere con forza, turbare; solo così può raggiungere la sua piena potenza espressiva. Con pennellate energiche, con l’alternanza dei colori, con soggetti che acquisiscono una forma solo se osservati da lontano proprio come se fosse necessario il giusto distacco per comprendere davvero il loro senso; l’autore ci ricorda il ruolo fondamentale dell’arte: riuscire a essere rappresentante della condizione umana. Quello di “Yan Pei-Ming. Pittore di storie” è un percorso che ci porta ad essere sicuri della necessità della pittura nella nostra vita perché la sua forza comunicativa, espressiva ed emotiva ci aiuta a comprenderci meglio. Essa è uno strumento ancora attuale e concreto che può essere utilizzato anche in chiave sociale e politica; proprio come accade nella serie “Game of Power, ritratti del potere” o nei dipinti tratti da fotografie di fatti storici italiani come l’esposizione a testa in giù di Mussolini e Claretta Petracci.

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

3.Conoscere la storia e la personalità di Yan Pei-Ming

La biografia personale di Yan Pei – Ming evidenzia quanto siano importante non solo conoscere le storie rappresentate dalle opere ma anche quella personale dell’artista che muove il pennello perché in fondo sono la stessa cosa, l’una genera l’altra. Vissuto in Cina durante la rivoluzione culturale, Pei- Ming è da sempre stato affascinato dall’arte europea e si è trasferito in Francia per studiarla. Ecco che la sua vita si basa sull’ibridazione di tradizione orientale e occidentale, mix visibile nel suo lavoro. Ma ciò che per me è stato fondamentale per comprendere pienamente la mostra è stata la possibilità di conoscere dal vivo la personalità del pittore e di ammirarne la volontà. Durante la conferenza stampa ho avuto modo di sentirlo parlare direttamente e seppure in un’altra lingua la sua passione energica e la comunicazione delicata mi hanno folgorata. È stato poi bellissimo ritrovare queste caratteristiche nei capolavori che ho potuto ammirare.

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

Cosa mi ha colpito? Principalmente alcune affermazioni che bastano a descrivere perfettamente il suo carattere e i suoi dipinti. Quando è stato chiesto a Pei – Ming di descrivere la propria identità questo è stato il fatto che lui ha raccontato: ” quando sono arrivato in Italia lavoravo in un ristorante cinese e mentre servivo ai tavoli sognavo di diventare un artista. La sera lavoravo al ristorante e il resto del tempo in studio. Ho sempre desiderato essere un arista, ho continuato finché non lo sono diventato e continua ad essere quello che io sono e desidero essere: un artista e basta” La seconda affermazione permette di comprendere pienamente cosa per Pei-Ming significhi essere un pittore: “oggi quando si fa pittura con emozione e sentimento si viene guardati con sospetto. Pare non si debba mai utilizzare l’emozione, il cuore, io faccio esattamente il contrario. Voglio proprio rilanciare l’aspetto profondamente emotivo della pittura perché penso che sia molto importante per l’umanità, la pittura ci richiama ad essa”.

Rivendicare la bellezza delle emozioni, utilizzare l’empatia come uno strumento artistico, portare sé stesso sulla tela in maniera pura e spontanea; ecco perché le sue opere arrivano in maniera diretta ed emotiva a noi spettatori. Infine, la terza affermazione è strettamente connessa alla seconda: “l’arte parla degli uomini e parla agli uomini […] Il mio lavoro è sempre orientato verso l’essere umano; l’uomo è al centro di ogni cosa, l’elemento fondamentale del mio creare.” Pei – Ming desidera essere attore della propria epoca ed è proprio quello che ha fatto realizzando per noi una fotografia esaustiva di tutto ciò che siamo. La sua è una storia davvero speciale che vale la pena di conoscere ed essendo la mostra un percorso profondamente autobiografico non c’è miglior modo per farlo!

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

4. Rileggere i maestri della storia dell’arte

“Mi sono nutrito di grandi maestri italiani fin da quando ero molto giovane: Caravaggio, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Tiziano. Per loro uso la pittura monocromatica. Non li affronto sul piano del colore, ma su quello dell’ombra e della luce, del formato, del gesto pittorico.” A partire da un’emozione intensa che ha provato davanti ad un quadro di un pittore del passato – come la Monnalisa o l’assassinio di Marat – Pei Ming mette in atto una reinterpretazione in chiave contemporanea di essi. Questi soggetti, che sono poi quelli che quando era in Cina gli hanno permesso di conoscere l’Italia – che lui ama – e gli altri paesi Occidentali, acquisiscono un significato più profondo. Ecco che la Monnalisa rappresenta una metafora del tempo infinito e che – essendo affiancata al ritratto del padre in ospedale e ad un suo autoritratto durante le proprie immaginarie esequie – racconta anche del rapporto padre figlio. Anche il ritratto di Innocenzo X di Velázquez viene trasformato in un simbolo del potere. Questi quadri ritornano vivi e si trasformano per rappresentare valori ed ideali cari al pittore, legando insieme autobiografia e storia pubblica in un continuo rimando tra tempo presente e passato; continuano ad insegnarci qualcosa, tornano vicini, contemporanei e riescono nuovamente a parlare di noi.

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

5. Recuperare il valore del ritratto e dell’autoritratto

“Il ritratto è come uno specchio, riflette chi siamo e ciò che siamo”. Con l’intento di essere narratore del genere umano, per Pei-Ming il ritratto e l’autoritratto sono da sempre la tipologia espressiva preferita; ne rivelano infatti maggiormente il pensiero. Fin da ragazzo si è cimentato in ritratti di famiglia comprendendo fin da subito il potere di questo genere classico di indagare l’animo umano e di fermare il tempo. Il pittore usa la chiave del dolore per arrivare allo spettatore, la via del ricordo, il confronto con la morte; temi ricorrenti per lui e per tutti noi. Preferisce i soggetti drammatici perché sostiene che è proprio con questi che ci si interroga maggiormente. Tutto ciò risulta con chiarezza nei ritratti; perché proprio ritraendo personaggi pubblici – Mao Zedong, Bruce Lee e tanti altri – o i suoi affetti, l’artista delinea un ritratto universale riassumendo perfettamente l’immaginario di un’intera epoca. Non risparmia nemmeno sé stesso da questa lente di ingrandimento rappresentandosi in diverse situazioni, prima tra tutte per intensità “Porca Miseria! Un giorno perfetto” (titolo che cita l’esclamazione di un critico davanti all’opera) in cui ci mostra sé stesso crocifisso ma con i pugni chiusi ad evocare un’emersione in superficie. Risulta chiaro il valore di un ritratto: quello di inchiodare un volto nella memoria – come ha fatto con quello di sua madre – ma anche quello di ricordarci che non possiamo scappare da noi stessi e dal tempo.

“Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023. Photo Ela Bialkowska, OKNOstudio

Uno dei suoi autoritratti è stato donato agli Uffizi ed entrerà a far parte della collezione iniziata nel 1664 dal cardinale Leopoldo de Medici.

La mostra è a cura di Arturo Galansino, è stata sviluppata con la Fondazione Hillary Mercus Recordati e fa parte del progetto Palazzo Strozzi Future Art. Main supporter: Banca CR Firenze; sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Intesa San Paolo, Comitato dei partner di Palazzo Strozzi. Con il contributo di Città Metropolitana di Firenze.

Foto in copertina di Ela Bialkowska, OKNOstudio – “Yan Pei-Ming. Pittore di storie”, Palazzo Strozzi, Firenze, 2023 – (Pagina Facebook Palazzo Strozzi)

Seguiteci per scoprire altre mostre a Firenze da non perdere!