Nato a New York e cresciuto a Firenze, tramite diversi stili e mezzi artistici ha basato la sua espressione creativa sia nella pittura che nella scultura.
Il doppio background della cultura italiana e americana nella vita di Marco Klee Fallani non è l’unica cosa a caratterizzare l’artista. Per lui entrambi i lati della sua espressione artistica sono importanti, in quanto gli permettono di esplorare diversi lati di se stesso. Considerando la scultura come una forma di realtà oggettiva e fisica che richiede meno ripensamenti e più abilità, valuta la pittura come una forma d’arte più complessa e stimolante.
Lì l’artista si sposta dalla realtà all’illusione, creando il mondo che non esiste e che, secondo l’artista, è una grande responsabilità.
<<Devi pensare in anticipo a che tipo di illusione vuoi trasmettere, che tipo di illusione ti interessa>> – osserva Fallani – ammettendo di trovare una certa frustrazione nel processo creativo della pittura. <<Dipingo, ho dei ripensamenti, mi alzo nel cuore della notte e non mi piace quello che vedo sulla mia tela. Nella pittura stai creando il mondo che non esiste e questo è davvero complicato perché puoi facilmente creare qualcosa che non vuoi e creare qualcosa che ti sta bene è molto difficile>>.
In 30 anni di esperienza nell’insegnamento ha visto molti artisti rinunciare una volta che affrontano questa sfida creativa, seguita da un altro grande problema nelle arti, il tempo che gli artisti devono trascorrere in solitudine. Secondo Fallani, molti studenti si abituano a confrontarsi con altri artisti e studenti, parlando di arte e ricevendo feedback sul proprio lavoro ma quando la scuola è finita, sono lasciati soli.
Il tempo di creazione in proprio deve essere seguito dalla disciplina e dal lavoro in studio secondo le proprie condizioni, che è dove gli studenti affrontano la sfida più grande. Eppure, racconta, essere soli per un artista è sia una sfida che un premio, poiché in questo modo si può scoprire un livello più alto di concentrazione senza distrazioni. Dopo l’inizio impegnativo, che spesso può diventare anche fonte di motivazione e ispirazione per la creatività, il tempo in solitudine diventa una dipendenza.
<<C’è un buon detto – se non ti piace stare da solo allora sei una cattiva compagnia – e ogni artista deve essere disposto ad affrontare questa sfida>>.
Interrogato sull’ispirazione, Fallani ritiene che sia difficile definirla o collegarla a specifici inneschi che la provochino o la invitino. Trova spesso ispirazione nella concentrazione quando è solo, ma a volte gli schizzi di idee per nuovi dipinti possono colpirlo anche quando è in mezzo alla gente.
<<L’ispirazione è una strana bestia. Non hai idea da dove venga>>.
L’ispirazione per l’arte, tuttavia, corre in parallelo con la cucina, un’altra sua passione. Le idee per un dipinto, una scultura o una ricetta iniziano a svilupparsi nella sua testa come piccoli frammenti che poi si costruiscono in un collage e un’idea più completa e concreta nella sua testa. Più ci pensa, più modi concreti trova su come realizzarlo.
<<È qualcosa che costruisci nella tua mente che non esiste affatto. È totalmente costruito nella tua mente come un’idea, un’immaginazione, una fantasia. E poi se continui a pensarci trovi un modo per crearlo davvero>>.
Poiché l’artista raramente dipinge dal vero o si riferisce a oggetti reali e usa la sua immaginazione per rappresentare un mondo inesistente che proviene dal suo inconscio, lui trova un successo quando riesce a sorprendersi con le sue opere. Tuttavia, il fallimento, dice, costituisce la maggior parte del lavoro della ricerca che spesso finisce in un vicolo cieco.
<<Ma senza commettere errori e fallimenti, non ci sarebbero sfide o divertimento. Se impari rapidamente come creare un capolavoro, sarebbe noioso fare solo capolavori; sarebbe solo produzione. Il bello sta nel fare tutti questi errori>>!
Sebbene Fallani dedichi molto tempo e prove alla realizzazione di un pezzo, ammette che il processo creativo in sé è ciò che lo entusiasma davvero. Crede che il risultato di un’opera d’arte mostri quanto l’artista è riuscito a divertirsi nella sua creazione e quanto è stato onesto con se stesso.
“L’arte non perdona. Si mostra sempre quando cerchi di compiacere gli altri o te stesso”.
Tuttavia, concorda sul fatto che essere un artista nel XXI Secolo significa anche essere un personaggio che spesso si basa su una celebrità, un’immagine commerciale o sociale. <<Non è questo il mio scopo, non è quello che mi tiene sveglio la notte>> precisa, aggiungendo che essere onesto con se stesso è uno dei suoi obiettivi come artista.
<<Credo che sia molto più interessante concentrarsi sul filo poetico comune dell’esistenza con le persone e comunicare al di là della lingua e della cultura con quante più persone possibile. Inviare un messaggio molto contemplativo e rassicurante su quanto sia interessante l’essere umano su questa terra, questo è il mio più grande obiettivo nell’arte>>.
All’artista piace mettersi alla prova, con le sue idee e i nuovi modi di comunicare attraverso una vasta diversità di mezzi artistici. Dall’animazione ai video, dalla scrittura alla fotografia, dalla poesia alla musica sperimentale, continua a cercare modi per sorprendersi creativamente.
Sperimentando, Marco Klee Fallani continua a scoprire e trascendere un nuovo senso di creatività, che materializza le idee dalla sua immaginazione alla realtà sempre in modi e colori diversi.
Cover photo: Marco Klee Fallani
Questo articolo è apparso originariamente in inglese su Blending magazine. Per gentile concessione della Florence University of the Arts.