Il talentoso fumettista toscano si racconta a FUL e svela la sua ultima opera “Il giallo del fumetto nero” presentata a Lucca Comics 2023. Un’occasione per conoscere meglio il disegnatore e l’incredibile scena fumettistica “noir” italiana.
Nik Guerra, classe 1969 da Marina di Massa, è uno dei disegnatori italiani più apprezzati dagli appassionati del fumetto a livello internazionale. Fin da bambino è stato un divoratore di comics e riempiva cumuli di quaderni di disegni, poi il fumetto è diventato una professione a tempo pieno intorno ai trent’anni, dopo un impiego presso un’agenzia di grafica pubblicitaria. I primi lavori furono dei libri di storia locale con tavole illustrate finché, dopo la pubblicazione di una serie di dark ladies su alcune riviste britanniche nel 2000 nacquero le avventure di Magenta. La sua eroina è una bizzarra – quanto sexy – ladra e detective privata dalla bruna capigliatura esagerata, rigorosamente in abito elegante nero e tacchi a spillo. Una pin-up irresistibilmente dark e spietata! Un paio d’anni dopo Magenta apparì per il pubblico americano dei cultori del fumetto erotico, in una graphic novel su sceneggiatura di Celestino Pes dal titolo Invitation To Hell. Nel 2003 le storie di Magenta sono pubblicate in Francia e finalmente in Italia, dal 2006 al 2011, per Coniglio Editore.
Nel 2008 l’incontro con il grande fumettista Milo Manara al Comic Art Exhibition di Bruxelles gli fornisce dei consigli lavorativi importanti, che influenzeranno concretamente i lavori successivi. Infatti, da quel momento Nik Guerra ha iniziato a scrivere da solo le sceneggiature delle sue storie. Ne sono nati due bellissimi volumi con protagonista Magenta – Nero Fatale e Dossier Magenta. Successivamente, dopo altre due coppie di graphic novels con protagonista Cocó, un nuovo personaggio, Nell’arte, nel respiro e Dell’arte il desiderio e le sexy zombies Amara, Vervelia e Cripzia – create e sceneggiate come la sopracitata Cocò dalla partner Cristina “You bad Girl” Simonelli – l’ultima fatica è stato il volume 13. Qui Magenta incontra le eroine di altri autori, esempio Chiara di Jordi Bernet o La Bionda di Franco Saudelli. Adesso il fumettista massese è pronto a tornare con una nuova storia e in vista del Lucca Comics 2023 l’ho voluto intervistare per FUL dato che, oltre a essere un disegnatore di talento, è una vera enciclopedia del fumetto italiano!
«Il fumetto è stata una presenza costante nella mia vita, fin da piccolissimo nei primi anni Settanta – esordisce Nik – poi, dopo un periodo dell’adolescenza in cui ero più attratto dalla musica, in particolare come disc-jockey nell’ambito “new-wave”, nella metà degli anni Ottanta l’ho riscoperto. Infatti, nel 1986, sull’onda del successo di Dylan Dog, ci fu un ritorno di fiamma del fumetto italiano. Non solo, andai a cercarmi personaggi di impronta horror e noir del passato che mi ero perso perché troppo piccolo, come Satanik o Kriminal, oltre al più celebre Diabolik. Scoprii, soprattutto, una rivista chiamata Horror (edita dalla Gino Sansoni Editore, N.d.R.) che proponeva vari disegnatori italiani, famosi ed emergenti. Era curata da Alfredo Castelli che poi è diventato il creatore di Martin Mystère per la Sergio Bonelli Editore. Con lui in particolare, avendo avuto l’onore di illustrare una sua storia in 13, posso dire di aver chiuso un cerchio!»
E proprio la rivista Horror, con la presenza di tutti quegli stili diversi che vi apparivano, di qualità alterna ma sempre autoriale, è stata la spinta per riprendere in mano la matita, confida.
«All’epoca non c’erano scuole di comics, io sono stato autodidatta, ho fatto il Liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, ma ho dovuto scoprire da solo i segreti del mestiere, come i maestri del fumetto si approcciavano al lavoro.»
Come sei passato dalle prime illustrazioni al sodalizio con Celestino Pes, grazie al quale hai le prime pubblicazioni a livello internazionale? E come nasce Magenta, il tuo “marchio di fabbrica”?
Alla fine degli anni Novanta avevo già creato una serie di pin up sexy e dark per Ver Sacrum, una rivista pisana dedicata alla musica e alla cultura post-punk e gothic distribuita all’epoca nei negozi di dischi. Nel solito numero di questa pro-zine in cui fui pubblicato c’era un’intervista a Celestino Pes – che era già uno sceneggiatore noto per il suo lavoro con la rivista di fumetti Blue della Coniglio Editore – per via di un suo progetto musicale elettronico. Pes, recuperando il numero, vide i miei disegni e mi contattò.
Magenta era una delle mie pin-up, ma in realtà allora non l’avevo mai pubblicata né aveva un nome. Quando Pes, tra i miei personaggi, rimase colpito proprio da lei, mi propose di farci una serie tra il sexy e il noir. L’idea di battezzarla “Magenta” fu della mia compagna Cristina, che mi aiutò pure a crearla graficamente.
Ho particolarmente apprezzato la tua eroina in graphic novel quali Nero fatale e Dossier Magenta, dove si nota il tuo gusto per il pulp, il noir e il poliziesco. Sono ambientate nella Londra degli anni Sessanta, mentre nelle storie sceneggiate da Pes le avventure si muovevano ai giorni nostri. E poi c’è un altro tuo personaggio, la pittrice Cocó, che vive in un Medioevo fantasy. Qual è il tuo scenario preferito?
Il character di Magenta trae ispirazione dagli anni Sessanta, vedi ad esempio la capigliatura alta e cotonata. Quando è finita la collaborazione con Pes, per divergenze artistiche – io non volevo più disegnare il personaggio in chiave erotico–pulp spinto, ma allargare la platea del pubblico con un più accessibile ed elegante genere sexy noir – l’ho inserita nel contesto in cui l’avevo immaginata: la Londra del 1961, nebbiosa, grigia e bigotta, ancora lontana dalla “rivoluzione sessuale”, e dalla swingin’ London.
Cocó Von Sade è invece un’artista – un personaggio totalmente ideato da Cristina e le sue vicissitudini – più che in un Medioevo direi che si svolgono in un contesto del tutto immaginario e surreale, precisamente nello sfondo della Corsezia, terra eldorado degli artisti. Con questa eroina indago l’amore per l’arte che sfocia nell’ambizione più sfrenata, portandola a vendere (forse!) l’anima al diavolo. Cocó è molto appassionata, si tratta di un fumetto dal considerevole impatto estetico.
In 13 invece ti sei confrontato con tredici grandi autori del fumetto come i già citati Bernet, Saudelli, Castelli o Mario Gomboli (sceneggiatore e direttore di Diabolik) e altri, andando a riprodurre con il tuo stile i loro personaggi più noti.
Questa idea era nata prima della pandemia, durante il lockdown ho avuto il tempo di contattare tutti questi disegnatori e sceneggiatori e presentargli il progetto. In particolare con disegnatori come Bernet e Saudelli non ho ricevuto una sceneggiatura, ma abbiamo fatto una collaborazione artistica a quattro mani. Con gli sceneggiatori “puri” invece ho cercato di adeguarmi alla loro narrativa, benché lo stile sia sempre il mio. È stata una bella sfida, entrare in contatto con un’altra mente creativa crea sempre qualcosa di magico.
Adesso però devi svelarci il tuo ultimo lavoro per Lucca Comics 2023!
Cerco sempre di propormi alla grandissima fiera di Lucca Comics con un nuovo libro e attualmente ho due progetti che bollono in pentola. Quello più preponderante è una nuova avventura di Magenta, dal titolo “Il giallo del fumetto nero”, che non sarà una storia centrata completamente su di lei, quanto sulle vicende del fumetto nero italiano negli anni Sessanta. Il mio personaggio è però collante della narrazione. All’epoca, sulla scia del successo di Diabolik, nacque tutta una serie di interessanti fumetti “antiborghesi”, ma queste pubblicazioni subirono una durissima censura con numerosi sequestri. Magenta ci conduce a riscoprire il fumetto noir di quegli anni.
Giancarlo Marzano, già sceneggiatore di Dylan Dog, ha collaborato per i dialoghi. Verranno citati fumetti ormai dimenticati come Demoniak, Jnfernal, Cobrak o Sadik: personaggi tartassati e addirittura oggetto di un’interrogazione parlamentare! Con gli occhi del 2023, pare incredibile che la vicenda facesse così scandalo da subire tale sorta di caccia alle streghe. La narrazione verte in due parti, di cui la prima documentaria sulla nascita di questi personaggi e la repressione che hanno subìto, nella seconda parte c’è la fiction. Magenta infatti subentra in tutto questo, ingaggiata da un editore per combattere un terribile censore e lei come detective privata deve sedurlo per smascherarlo!
Evidentemente la censura nei Sessanta non ha sortito gli effetti voluti, a giudicare da certi fumetti al limite del pornografico usciti negli anni successivi…
È una storia singolare, conosciuta solo da pochi appassionati di fumetto d’epoca, ma meritava di essere raccontata – conclude Nik – dato che nessun altro Paese di tradizione fumettistica ha conosciuto così tanti personaggi criminali protagonisti di proprie testate e una censura mirata come l’Italia».
Non vediamo l’ora di ammirare questo nuovo volume!