In questa intervista, l’esperto curatore riflette su Keil Space, dove l’esperienza artistica è vissuta in profondità con l’attenzione ed il tempo necessari.
Da Firenze alla scena artistica globale, Keil Space continua a stupire la critica internazionale come modello unico di esplorazione e coinvolgimento artistico. Recentemente, Marcello Dantas, curatore con oltre 35 anni di esperienza, ha visitato Keil Space, rilasciando un’intervista disponibile sul canale YouTube di Keil Space.
Marcello Dantas: Un visionario tra arte e tecnologia
Considerato un visionario all’intersezione tra arte e tecnologia, Dantas è celebrato per il suo lavoro innovativo come curatore, designer e produttore. In 30 anni di carriera, ha lavorato a 18 musei, oltre 300 mostre in vari Paesi del mondo, ha prodotto documentari pluripremiati, ed è diventato una forza trainante nella creazione di esperienze culturali immersive.
Keil Space: le radici del progetto
Primo spazio del XXI secolo interamente dedicato all’Arte Avanzata, Keil Space è un “territorio artistico” in cui siamo introdotti al lavoro dell’artista britannica, maestra del bronzo Sam Keil. Nata nel 1965 nel Regno Unito, e cresciuta tra l’arte e un ambiente ricco di storia, Keil mostra una profonda curiosità intellettuale che spazia dalla filosofia alla meccanica quantistica, discipline che influenzano le sue opere, dove i principi dinamici e l’innovazione strutturale riflettono il suo impegno a comprendere e ricreare la complessità del mondo.
Questo nuovo progetto si fonda su radici antiche e si pone come testimonianza di innovazione e come ponte verso un passato ricco di storia. Quella della Keil è la storia di una famiglia di artigiani e antiquari connessi alla Corona britannica, la cui influenza ha plasmato il mondo dell’arte per generazioni.
La Keil Foundation, creata a Londra da Henry William Keil nel 1932, continua oggi, per mano di Sam Keil, a ispirare il mondo dell’arte con questo nuovo progetto visionario a Firenze.
Keil Experience: l’osservatore come protagonista
Il design dell’esperienza e lo sviluppo del concept è il risultato della partnership tra Sam Keil, e Mohamed Ogbi, co-founder di Keil Space. Con un background di oltre dieci anni nell’imprenditoria e nell’arte, e più di 70 progetti in tutto il mondo, Ogbi si è specializzato nello sviluppo della artistic equity, nella gestione delle relazioni con i collezionisti e nelle strategie di espansione internazionale.
Varcando le porte di questo spazio futuristico, si viene accolti in un ambiente immersivo dove gli osservatori interagiscono individualmente con le sue collezioni di Prima, Seconda e Nuova Generazione. Keil Space rappresenta una piattaforma artistica concepita per aprire e rafforzare il dialogo artistico: l’osservatore diventa protagonista dell’esperienza, interagendo con le opere in un tempo e uno spazio dedicati, in un ambiente sicuro, dove poter contemplare i propri pensieri o condividerli apertamente.
Grazie all’applicazione di tecniche artistiche, scientifiche e tecnologiche avanzate, Keil Space invita i visitatori a scoprire le connessioni tra corpo, mente e anima, in una dimensione in cui l’introspezione facilita un senso di pace e rilassamento.
Più di 500 visitatori hanno attraversato individualmente la soglia di Keil Space, ciascuno arricchendo lo spazio con nuove prospettive e interpretazioni. Come dimostrato dalla ricerca qualitativa condotta dalla società di analisi QDAS, basata sulle parole di centinaia di osservatori, lo spazio favorisce un aumento dell’attenzione e del benessere psicofisico.
I 500 metri quadrati dell’area sotterranea offrono un modo alternativo di comunicare con l’arte, permettendo alle persone di percepirla in un modo più intimo e meno commercializzato. La missione di Keil Space è aprire il dialogo artistico e ridefinire come l’arte interagisce con l’esperienza umana, offrendo un viaggio profondamente personale per i visitatori.
L’intervista a Dantas
Cosa pensi di Keil Space?
“Ho passato decenni a progettare musei e curare mostre in tutto il mondo. Venire a Keil Space è stata un’esperienza completamente nuova. Sono rimasto sorpreso. Quello che mi ha colpito di più è stata la sua narrazione unica, una storia d’amore tra il tempo e la luce. È come se questi due elementi fossero inestricabilmente legati: la luce definisce il tempo e viceversa. Una ha bisogno dell’altro come l’ossigeno e il fuoco. Quando il vuoto si presenta, la luce scompare. Quando arriva l’ossigeno, la luce appare e il tempo inizia a esistere. Il tempo è una condizione del fuoco, e il fuoco è l’origine della luce.
Lo spazio vuole essere un non-luogo, l’idea è quella di catturare lo spazio esistente. Non sei connesso a nessuna distrazione; sei qui per vivere l’esperienza. Lo spazio crea una neutralità che permette alla luce di esprimersi.
Ho notato un odore molto caratteristico che inizia a imprimere l’atmosfera appena si apre la porta d’ingresso. Sono molto sensibile all’arte olfattiva e penso che questo sia uno dei territori più potenti per entrare nell’istinto di una persona, sorpassando la ragione e raggiungendo direttamente l’anima.
Nel mondo frenetico di oggi l’attenzione è sempre più ridotta, e invece di vivere l’arte, si dà priorità al socializzare attorno ad essa. L’arte, secondo me, cambia una mente alla volta, e la possibilità che dà Keil Space in questo senso è notevole. Qui puoi viverla con l’attenzione e il tempo necessari. Inoltre, apprezzo le dimensioni del luogo, che permettono di formulare una frase o un’equazione senza essere sopraffatti. Lo spazio consente di sperimentare la propria dimensione.”
Cosa hai percepito della Prima Generazione di Bronzi?
“La Prima Generazione trasmette un senso di mistero. Alcune sculture restano nascoste, creando spazio per intrigo e impossibilità. Il pezzo centrale, “The Lovers”, è un capolavoro in ogni senso. Incapsula il mito della mutufagia – forse l’idea ultima dell’amore – un ciclo infinito di dare e ricevere che rispecchia l’essenza dell’amore. La superficie dei bronzi, segnata da una particolare texture, evoca le conseguenze dell’amore: le sue cicatrici e la sua permanenza. Il tempo non guarisce queste ferite; piuttosto, le trasforma.
Questo stato perpetuo di guarigione e cicatrizzazione crea una vivida metafora della condizione umana. Entrando nella stanza e osservando le texture pulsanti, ho avuto l’impressione di assistere all’impronta eterna e in continua evoluzione dell’amore.”
Cosa hai percepito Seconda Generazione di Bronzi?
“Nella transizione dalla Prima alla Seconda Generazione, c’è un chiaro cambiamento di linguaggio. Mentre le opere precedenti sembrano radicate nelle origini della scultura, “Sabre”, della Seconda Generazione, adotta un linguaggio più moderno e geometrico. Questa scultura gioca con la percezione: da un’angolazione sembra uno strato singolo; da un’altra, si scompone in molteplici strati. Questa dualità – tra il singolo e il multiplo – è profondamente umana. Le persone sono individui con molteplici strati.
Nessuna cosa è definita solo dalla sua superficie, ma dalla sua molteplicità. Siamo tutti esseri complessi, costituiti da strati contraddittori. La Seconda Generazione cattura questa complessità, utilizzando la luce per oscurare o rivelare aspetti della scultura.”
Cosa hai percepito dalla Nuova Generazione di Bronzi?
“Mi ha colpito vedere lo spettro dei colori presentarsi in modo innovativo. La luce trasforma la superficie in un portale verso regni altri. Mi sono trovato a domandarmi cosa stessi osservando. È tempo geologico? Materiale organico? Arte rupestre? È una grotta? Ho pensato che fosse qualcosa che poteva esistere da qualche parte, e poi mi sono dato la possibilità di immaginare cosa potesse essere. Potrebbe essere un dipinto? Potrebbe, ma allo stesso tempo non potrebbe, perché un pennello non può creare questo.
È fatto dall’essere umano, ma allo stesso tempo è soggetto ai cambiamenti della natura dei materiali. In realtà, quelle fantasie non sono state fatte da umani, ma esistono perché la natura può disegnarle. Ho trovato questo molto interessante; l’opera d’arte offre accesso a un altro mondo che non puoi vivere direttamente a meno che non utilizzi un “dispositivo” per connetterti a quella dimensione. Pertanto, la Nuova Generazione è un portale verso un’altra dimensione.”
Un messaggio per Sam Keil?
“Sam Keil ha raggiunto qualcosa di raro: ha creato uno spazio in cui l’arte matura come un albero, prendendosi il tempo necessario per dare frutti. La rilevanza dell’arte è legata alla sua capacità di cambiare, decadere e trasformarsi. Per realizzare qualcosa, un ingrediente chiave è il tempo. Presentare le sue opere in questo modo è un privilegio.
Molti artisti perdono il controllo sulle loro opere e sulle situazioni in cui vengono presentate, ma qui il tempo stesso è un aiutante. Keil Space celebra questa trasformazione, proprio come è bello invecchiare.”
Articolo a cura di Francesco Diperno
Per ulteriori informazioni, visita keilspace.com.