Coffee Migrant, Migrant Coffee: un viaggio affascinante tra emigrazione Italiana e cultura del caffè

mostra coffee migrant accademia caffè espresso

L’Accademia del Caffè Espresso de La Marzocco ha inaugurato il 15 novembre la mostra immersiva “Coffee Migrant Migrant Coffee – Chapter 1: Brazil”, il primo capitolo di un affascinante percorso che esplora il legame profondo tra il caffè espresso e l’emigrazione italiana.

L’evento d’apertura ha visto la partecipazione di illustri figure, tra cui il sindaco di Fiesole Anna Ravoni, l’amministratore delegato de La Marzocco, Guido Bernardinelli, il curatore della mostra Massimo Battaglia, e il responsabile del progetto allestitivo Stefano Zagni. Questo progetto innovativo è il risultato della collaborazione tra i curatori Massimo Battaglia e Mauro Belloni, un team di ricerca interno, e il supporto del CISEI, del Laboratorio di Storia Marittima e Navale dell’Università di Genova (NavLab) e del Museu da Imigracao San Paolo Brasile.

L’intero progetto espositivo mira a esplorare il vasto fenomeno dell’emigrazione italiana attraverso la lente unica della relazione con il caffè. Il primo capitolo, focalizzato sul Brasile, analizza il massiccio flusso migratorio che, tra l’Ottocento e il Novecento, ha portato oltre un milione di italiani nei porti brasiliani, dando inizio a una straordinaria avventura nella coltivazione del caffè.

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Il contesto storico dell’emigrazione italiana

L’Italia è stata a lungo un paese di emigranti, con milioni di persone che hanno lasciato la propria terra per cercare fortuna in terre straniere. Questi flussi migratori sono stati influenzati da una serie di fattori, tra cui la povertà, il sovraffollamento, la mancanza di opportunità economiche e le guerre. Nel corso dell’Ottocento e del Novecento, molti italiani si sono diretti verso le Americhe, l’Australia, il Canada e il Brasile in cerca di una vita migliore.

L’emigrazione italiana e il Brasile

Il Brasile, in particolare, è stato uno dei principali paesi di destinazione per gli emigranti italiani. Nel periodo compreso tra l’Ottocento e il Novecento, oltre un milione di italiani ha lasciato il proprio paese per stabilirsi nelle regioni brasiliane, contribuendo in modo significativo allo sviluppo dell’industria del caffè nel paese. L’apertura di nuove terre e l’implementazione di nuove tecniche di coltivazione hanno reso possibile la creazione di immense piantagioni di caffè, trasformando il Brasile nel più grande produttore di caffè a livello globale.

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L’evocazione delle esperienze emotive

La mostra adotta un’approccio innovativo per coinvolgere emotivamente il pubblico, cercando di creare una connessione diretta con le esperienze dei migranti italiani. Attraverso voci personali, testimonianze e resoconti emozionali, si intende offrire una narrazione universale che permetta ai visitatori di immergersi completamente nel “grande viaggio”.

Il CEO de La Marzocco, Guido Bernardinelli, ha sottolineato l’importanza del progetto, dichiarando: “Per costruire questo progetto siamo partiti dal fil rouge che lega i destini incrociati degli uomini e del caffè, entrambi destinati a viaggiare. Abbiamo tracciato una sorta di percorso immersivo con l’obiettivo di coinvolgere il visitatore dall’inizio alla fine e permettergli di immedesimarsi nelle esperienze vissute dagli italiani a cavallo del XIX e XX secolo e di apprendere contemporaneamente la storia e l’evoluzione del caffè.”

La mostra “Coffee Migrant Migrant Coffee – Chapter 1: Brazil” sarà aperta al pubblico presso l’Accademia del Caffè Espresso per l’intero anno 2024. Questo è solo il primo capitolo di un percorso espositivo che si propone di esplorare altri flussi migratori intrecciati con il mondo del caffè, includendo le migrazioni verso Stati Uniti, Australia e Canada dagli anni ’20 agli anni ’60 del Novecento, fino ad arrivare alle migrazioni contemporanee che coinvolgono il caffè fino ai giorni nostri.