Gli spazi del Gallery Hotel Art di Firenze ospitano l’artista Emanuele Napolitano, alias Druid, con la sua prima mostra personale dal titolo And still they don’t believe it, a cura di Valentina Ciarallo.
Il panorama artistico fiorentino si arricchisce di una nuova e intrigante esposizione al Gallery Hotel Art, che apre le porte alla prima mostra personale a Firenze dell’artista Emanuele Napolitano, conosciuto con lo pseudonimo di Druid. Con il titolo evocativo “And still they don’t believe it“, curata da Valentina Ciarallo, l’evento promette di immergere i visitatori in un viaggio artistico sorprendente stimola in dialogo creativo con l’arte contemporanea.
Situato nel suggestivo scenario di Vicolo dell’Oro, il Gallery Hotel Art, appartenente alla Lungarno Collection, ha sempre abbracciato l’arte contemporanea come parte integrante della sua identità. Da oltre due decenni, questo luogo si è distinto infatti come un crocevia di creatività, stimolando il dialogo tra gli artisti contemporanei, i residenti fiorentini e una vasta gamma di ospiti internazionali. È ora la volta di Druid, nato a Roma, che si presenta come un artista poliedrico, capace di esprimersi attraverso varie forme d’arte, dall’illustrazione alla pittura, dalla video-arte alla regia. I suoi lavori richiamano le influenze delle avanguardie del Novecento, tra cui spiccano nomi illustri come Matisse, Gauguin, Derain e Cocteau. La sua tecnica, caratterizzata da tratti grafici decisi e colori vibranti, evoca un’estetica suggestiva che richiama l’orientalismo e il simbolismo post-impressionista.
Centrale nell’esposizione è la serie di dipinti dedicati ai dodici segni zodiacali, un vero e proprio oroscopo visivo in cui simboli e volti si fondono in un gioco di colori e forme. Accanto a queste opere, emerge una collezione di piatti in ceramica vintage, un omaggio alla tradizione artigianale toscana. Dalle forme e dimensioni insolite, la serie di vasellame tappezza l’intera parete della sala colazioni rievocando un ambiente tradizionale e familiare come la nostalgica cucina della nonna in cui la parola era al centro del focolare.
Ogni fondo del piatto riporta una frase o un disegno ironico in pieno stile “Druid”. E la parola scritta che nasce dall’osservare e ascoltare l’altro, diventa la chiave di accesso della sua estetica.
Non mancano poi i disegni-vignetta, attraverso i quali l’artista offre una riflessione pungente sulla condizione femminile nell’era digitale, tratteggiando con ironia e sensibilità le sfumature delle relazioni e dei comportamenti sociali contemporanei. “And still they don’t believe it” non è solo il titolo della mostra, ma anche un richiamo alla provocazione e alla sfida che l’arte di Druid lancia al pubblico. Con un linguaggio visivo audace e incisivo, l’artista invita gli spettatori a esplorare mondi interiori e realtà nascoste, sfidando le convenzioni e aprendo nuove prospettive sulla contemporaneità.
”Non inseguire chi sa dove trovarti”; “Ti ci devo portare-migliore frase d’amore di sempre”; “50 % Human 50% Spritz”, sono alcune delle espressioni che accompagnano come aforismi le illustrazioni disegnate a matita. Pensieri condivisi di esperienze vissute o ancora da vivere in bilico tra una nostalgica felicità che quotidianamente l’artista pubblica sul suo profilo Instagram.
L’uso del rosso e blu, tinte predilette da Druid e colori del sangue arterioso e venoso, nonché retaggio della scuola (come il lapis rosso-blu usato dal maestro per correggere i compiti) segnano un fil rouge che accompagna tutta l’inedita esposizione And still they don’t believe it, titolo liberamente tratto da un celebre brano firmato The Smiths nei primi anni ’80.
DRUID
And still they don’t believe it
A cura di Valentina Ciarallo
Firenze, Gallery Hotel Art (Vicolo dell’Oro, 5)
dal 22 Marzo 2024 al 6 Ottobre 2024
Ingresso libero