C’è ancora tempo rispettivamente fino al 4 e 9 ottobre per visitare Truly a Pietrasanta e Acqua alta High Tide a Firenze, le due mostre in corso dell’artista Fabio Viale in Toscana.
Due esposizioni con il supporto di Galleria Poggiali che è anche sede della mostra fiorentina che occupa gli spazi della galleria sia in via della Scala che in via Benedetta. Fabio Viale non è nome nuovo per la Galleria Poggiali con cui l’artista collabora infatti sin dal 2014. Ma quest’anno Viale è addirittura protagonista di ben due personali che in comune però hanno solo l’autore. Le tematiche delle due mostre sono infatti ben distinte come altrettanto diverse sono le opere esposte.
Acqua Alta High Tide a Firenze
La mostra fiorentina Acqua alta High Tide trae il suo titolo dal grave problema dell’acqua alta a Venezia per spingerci a riflettere su tematiche come l’innalzamento del livello del mare, i cambiamenti climatici e il progresso incontrollato che ha stravolto equilibri naturali e il paesaggio. Nella sede di via della Scala gli spazi sono occupati dal gruppo di sculture che Viale ha realizzato appositamente per la cinquantottesima Biennale di Venezia. Durante l’esposizione internazionale, come per uno strano gioco del destino, il livello dell’acqua si è alzato facendola penetrare anche nel Padiglione dove si trovavano ancora le sculture, poi trasportate a Firenze sane e salve. Si tratta di una dozzina di monoliti in pietra che replicano a misura reale quei pali in legno che affiorano nella laguna di Venezia come segnali per la navigazione. La grande maestria dell’artista nella lavorazione del materiale, elemento che sempre lo contraddistingue, fa sì che il legno sia riprodotto in maniera così accurata da far credere che queste sculture siano in realtà dei veri e propri calchi.
Root’la: da Colonnata a Pietrasanta
Nella sede di via Benedetta invece Viale ha rovesciato diciotto tonnellate di pietrisco e frammenti di sculture di marmo compresse nella quasi totalità dei quindici metri della galleria, occupandone tutta l’altezza. Si tratta della trasposizione dell’azione Root’la realizzata alle Cave di Goia di Colonnata lo scorso febbraio. In quell’occasione l’artista ha realizzato una performance nella sezione della cava detta “ravaneto”, dal quale vengono scaricate a valle le pietre non più utilizzabili, scartate durante la lavorazione, che creano uno scivolo di forte pendenza. Viale ha dunque ripetuto un gesto che viene compiuto ormai da millenni, facendo precipitare dal ravaneto alcune sculture che hanno subito così fratture e lesioni che ne hanno sbozzato la forma, mutilando delle parti. L’idea dell’artista è che l’alterazione accidentale della forma e della superficie a seguito della caduta e dei colpi non riduce l’importanza del lavoro scultoreo, bensì ne aumenta la potenza vitale insita nel materiale. Ciò rende la scultura metafora dell’esperienza umana: il vissuto, con i suoi accidenti e i suoi incidenti, segna al pari del ravaneto il manufatto in superficie, assolutizzandone l’essenza.
Truly a Pietrasanta
A Pietrasanta invece le opere di Viale, sempre sculture, sempre e rigorosamente realizzate in marmo, occupano gli spazi cittadini della Piazza del Duomo e della Chiesa e chiostro di Sant’Agostino. Stavolta si tratta in parte di opere realizzate appositamente per quest’occasione, in stretto dialogo con gli spazi della città a cui l’artista è particolarmente legato, e in parte di produzioni meno recenti. L’obiettivo non è stato però realizzare una mostra antologica bensì creare un percorso per così dire ‘storico’ dell’artista. Per quanto riguarda la prima serie di opere si tratta di una sorta di rivisitazioni di sculture classiche come la Venere di Milo o il nostro amato David la cui superficie è invasa di veri e propri tatuaggi. Appare evidente il richiamo alla contemporaneità, dalla cultura giapponese e sudamericana per arrivare fino al mondo trapper. In queste sculture, così come in alcune altre all’interno del chiostro o della chiesa che riproducono fedelmente alcuni oggetti di uso comunque e quotidiano, l’obiettivo di Viale è lo stesso: decodificare la sensibilità dei nostri giorni ribaltando la banalità del quotidiano.
Le sculture che sanno parlare
A ciò si unisce l’esasperazione della tecnica scultorea per presentare opere in cui il materiale, il nobilissimo marmo, perda il suo significato ideale. Il richiamo alla tradizione classica si scontra quindi con l’iperrealismo fino a convivere all’interno delle stesse sculture. Particolarmente d’impatto è la scultura Le tre grazie posta simbolicamente al centro della chiesa e a metà del percorso espositivo. Si tratta di tre figure di donne completamente coperte da un velo che riproduce l’haik, una sorta di burqa tipico delle donne del Ghardaia in Algeria di religione islamica ibadita, che lascia scoperto solo un occhio, per una grandezza complessiva della fessura di massimo tre centimetri. A seguito della pandemia che quest’anno ci ha sconvolti e delle conseguenti proteste contro le cosiddette ‘limitazioni delle libertà individuali’ come mettersi una mascherina, Viale ha deciso di mettere quest’opera in dialogo con un’altra all’esterno della chiesa, Grazie a arrivederci. Soggetto della scultura sono due buste di carta capovolte, (ops! Sono ovviamente di marmo ma l’effetto carta è impressionante) che hanno rispettivamente solo un buco per gli occhi e uno per la bocca. L’invito è quello di riflettere su ciò che la civiltà Occidentale vive come limitazione o addirittura negazione della propria libertà e su come egoisticamente si possa avvertire la misura di alcune urgenze solo quando ci colpiscono veramente da vicino.
Insomma per una volta è il caso di dirlo, se si sa ascoltare queste sculture sanno parlare!
Dove e quando
Acqua alta High Tide – Galleria Poggiali, Firenze Via della Scala, 35/Ar | Via Benedetta, 3r 50123 Firenze. Ingresso libero tutti i giorni 10-13 / 15-19, domenica su appuntamento. Fino al 9 ottobre
Truly – Piazza Duomo, Chiesa e Chiostro di Sant’Agostino, Pietrasanta Ingresso libero martedì 17-20, venerdì 17-23, sabato e domenica 10 -13 e 17-20. Fino al 4 ottobre