La mostra “KIMONO – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente” al Museo del Tessuto

mostra kimono museo tessuto

La mostra “KIMONO” al Museo del Tessuto di Prato esplora i riflessi d’arte tra Giappone e Occidente fino al 19 novembre 2023.

Tra le mostre da vedere in questa primavera a Firenze e dintorni segnaliamo anche la mostra “Kimono” al Museo del Tessuto di Prato che esplora le contaminazioni creative e culturali – intervenute tra Europa e Giappone prevalentemente dalla fine dell’Ottocento alla prima metà del Novecento – attraverso l’esposizione di un’accurata selezione di opere che di quei reciproci influssi testimoniano i passaggi fondamentali.

Accanto al già noto fenomeno del Giapponismo, ovvero il modo in cui l’arte europea di quel periodo ha recepito e reinterpretato il linguaggio espressivo e decorativo dell’arte giapponese, il percorso espositivo si sofferma soprattutto ad illustrare il processo opposto, definito da alcuni Occidentalismo, nell’ambito del quale anche l’oggetto più iconico della cultura del Sol Levante, il kimono, risente dell’influenza della cultura e dell’arte figurativa occidentale.

In esposizione una serie di dipinti, xilografie, cartoline d’epoca, stampe e tessuti provenienti sia da importanti collezioni private che da inedite raccolte del Museo, ma soprattutto i cinquanta kimono maschili e femminili appartenenti all’esclusiva collezione privata di Lydia Manavello, tutti databili al primo e secondo quarto del Novecento, realizzati in seta operata, ricamata o stampata. Questa straordinaria rassegna di opere testimonia con varietà e vivacità le straordinarie contaminazioni artistiche e stilistiche verificatesi in quei decenni tra Oriente e Occidente, con particolare riferimento alle innovazioni formali delle avanguardie europee come Futurismo, Secessione e Cubismo che, agli inizi del Novecento, modificarono profondamente il linguaggio decorativo tradizionale giapponese.

La mostra KIMONO – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente

Dopo secoli di radicale isolamento e di svariate vicissitudini politiche e militari, in Giappone venne restaurato il potere imperiale e il paese si aprì finalmente al resto del mondo grazie all’Imperatore Meiji (regno 1868-1912) che concepì una serie di riforme che avrebbero cambiato ogni ambito, dalla tecnologia all’amministrazione dello stato, dall’educazione alla cultura.

Grazie all’arrivo sempre più massiccio di notizie e manufatti provenienti da quel paese, l’Occidente rimase ben presto sbalordito dal gusto elegante di quel popolo e dalla novità che rappresentavano i suoi costumi, la sua arte e il suo artigianato.

La consacrazione avvenne nel 1867 a Parigi, quando il Padiglione Giapponese allestito per l’Esposizione Universale ottenne lodi incondizionate. A subire maggiormente il fascino della cultura giapponese in quel frangente furono soprattutto gli artisti. L’arte nipponica fece la sua dirompente comparsa sulla scena in un periodo in cui nelle arti europee si sentiva l’esigenza di un radicale rinnovamento. Autori quali Manet, e poi Whistler, Monet, Degas e molti altri, erano alla ricerca di nuove vie per plasmare una pittura che scardinasse l’ormai stantia Accademia e che contemporaneamente fosse adatta a descrivere un mondo in rapidissima e sostanziale trasformazione.

La mostra KIMONO: il percorso

Il percorso si apre con una suggestiva animazione di due Nanban, ossia due coppie di paraventi istoriati a sei ante, realizzati da pittori di corte giapponesi alla fine del Cinquecento, che illustrano il primo contatto assoluto tra l’Occidente e il Giappone, avvenuto nel 1543 grazie allo sbarco di una flotta di navi portoghesi nell’arcipelago nipponico. Si tratta di alcune delle testimonianze visive più impressionanti del modo in cui i pittori giapponesi percepivano i primi europei che arrivavano in Giappone.

Il Giapponesismo

L’esposizione prosegue poi con la “seconda” scoperta del Giappone; siamo alla fine dell’Ottocento quando l’arte nipponica fa la sua dirompente comparsa sulla scena artistica europea dando luogo al fenomeno conosciuto come Giapponismo. Attraverso un secondo video suggestivo, i quadri degli Impressionisti e poi dei post- impressionisti come Van Gogh e Gauguin, dialogano idealmente con le stampe giapponesi di Hiroshige, Utamaro e Hokusai, che divennero ben presto fonte inesauribile di ispirazione, assimilazione e rielaborazione da parte degli artisti occidentali grazie ai loro colori vivaci a campiture piatte, a inedite prospettive, ad una lettura diversissima del movimento dei corpi delle figure. In mostra il rarissimo Paris illustré. Le Japon del maggio 1886, famosa rivista francese, con in copertina una xilografia di Keisai Eisen che ritrae una splendida e sinuosa figura femminile in veste tradizionale giapponese, fedelmente ripresa da Van Gogh nel 1887 nel suo dipinto “La Courtisane”.

Sempre di Eisen si possono ammirare in mostra anche le xilografie policrome “Beltà che incede con l’ombrello” e “Giovane donna con kimono a motivo di ciliegio e obi a motivo di tartaruga”) insieme alla cortigiana di Kunimaru (“Cortigiana con uchikake a motivo di crisantemi”: tre esempi di figure femminili in posizione leggermente avvitata su sé stessa e avvolte da kimono dai motivi ricercatissimi geometrici o naturali.

Keisai Eisen, Beltà che incede con ombrello – 1830-1844

In questa sezione anche alcuni tessuti giapponesi dalle collezioni del Museo, come il tessuto ottocentesco in seta con motivo a foglie di bamboo applicato su carta di gelso e il tessuto del tardo periodo Edo sempre in seta e carta di gelso argentata con motivo di farfalle e libellule.

L’Occidentalismo

Contemporaneamente si assiste però anche al fenomeno inverso, l’Occidentalismo ovvero il fascino esercitato dalla modernità europea in Giappone, sia in termini di progressi scientifici e tecnologici, sia soprattutto in termini di costume e modo di vivere. La moda occidentale – emblema per eccellenza della modernità – affascinò in modo particolare la cultura nipponica, che in ambito tessile era legata a secolari rigide tradizioni sia tecniche che stilistiche.

In mostra una ricca sezione di stampe, cartoline, riviste che ritraggono donne giapponesi vestite alla moda europea, ma soprattutto l’esposizione dei cinquanta kimono provenienti dalla collezione privata di Lydia Manavello cui è dedicata tutta le seconda parte della mostra. I meravigliosi kimono, vero fulcro della mostra, sfilano uno accanto all’altro nella suggestiva sala a capriate del Museo.

Toyohara Chikanobu, dal trittico Ufficiale giapponese con cinque dame (particolare) – 1888

Dopo una prima introduzione sulle complesse e straordinarie tecniche tessili e decorative tradizionali (nishiki, yuzen (foto 10), katagami, kasuri, shibori), i kimono sono esposti per isole tematiche, raggruppati per soggetti e motivi decorativi, per far meglio comprendere al pubblico come la cultura tradizionale giapponese abbia tratto ispirazione dai linguaggi delle avanguardie artistiche e del design tessile europei. Un primo gruppo di kimono racconta come il tradizionale linguaggio decorativo e stilistico giapponese (tondi cinesi e chiave di Buddha, motivo dei ciliegi in fiore, motivo delle nuvole, motivo delle peonie solo per citarne alcuni) viene rivisitato alla luce degli influssi stilistici occidentali.

In questo contesto trovano collocazione gli oggetti del Museo che espone, in dialogo con gli abiti giapponesi, pagine di libri campionario di fine Ottocento di produzione francese, planche e figurini di moda per sottolineare le connessioni e le influenze artistiche tra questi due mondi.

Un secondo nucleo, quasi tutti kimono da uomo, esprime il fascino per la modernità e il progresso attraverso l’introduzione di soggetti decorativi del tutto nuovi, come la nave, l’areoplano, lo sport.

Sovrakimono informale da uomo (haori), Giappone, secolo XX, primo quarto

Il terzo e più cospicuo nucleo – e sicuramente il più affascinante – è il nucleo centrale che raggruppa ben 19 kimono degli inizi del Novecento. Oggetti unici, in seta operata, ricamata o stampata che testimoniano l’attrazione per le suggestioni stilistiche provenienti dalle avanguardie europee come Fauvismo, Secessione Viennese, Futurismo, Cubismo, Déco, che modificarono profondamente il linguaggio decorativo introducendo concetti come tridimensionalità, colori forti e violenti, forme astratte nel design tessile. I rimandi puntuali tra l’oggetto tessile e il dipinto sono demandati ad una terza istallazione multimediale.

Sovrakimono informale da donna (haori) – Giappone, secolo XX, terzo decennio

Visite guidate:

La mostra sarà accompagnata da una serie di visite guidate sponsorizzate da Unicoop Firenze e riservate ai Soci (la tessera socio va esibita in biglietteria al momento dell’acquisto del biglietto):
MAGGIO: sabato 6 e domenica 21 maggio ore 17.00
GIUGNO: sabato 10 e domenica 25 giugno ore 17.00
LUGLIO: giovedì 6 e giovedì 20 luglio ore 21.00
SETTEMBRE: sabato 9 e domenica 24 settembre ore 17.00
OTTOBRE: sabato 7 e domenica 22 ottobre ore 17.00
NOVEMBRE: sabato 4 e domenica 19 novembre ore 17.00

Le visite, della durata 1h, sono su prenotazione fino al raggiungimento dei posti disponibili (contatti: Infopoint Coopculture: +39 0574 1837859 | prenotazioni.museiprato@coopculture.it).

Laboratori e attività:

Per tutta la durata della mostra, un ricco calendario di appuntamenti pensati per le famiglie, con attività per diverse fasce di età tra cui laboratori sull’origami, sulle tecniche di stampa, su tecniche di piegatura del tessuto per poi concludere con la cerimonia di vestizione del kimono e un workshop di danza giapponese.

MAGGIO:

  • Sabato 13 maggio 16.30-18.00: laboratorio creativo in collaborazione con LAILAC- Associazione Culturale Giapponese
    Età 4-6 anni
  • Sabato 27 maggio ore 16.30-18.00
    Laboratorio su Origami: l’arte di piegare la carta, in collaborazione con LAILAC- Associazione Culturale Giapponese
    Età: 7-10 anni

GIUGNO: giovedì 15, giovedì 22, giovedì 29 ore 21.00
Visite guidate alla mostra dedicate alle famiglie

LUGLIO: giovedì 6 ore 21.00
Visite guidate alla mostra dedicate alle famiglie

Info e biglietti

KIMONO. Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente | 29 aprile – 19 novembre 2023 | Museo del Tessuto | Via Puccetti 3 Prato

Orario: 10-15 (da martedì a giovedì); 10-19 (venerdì, sabato) 15-19 (domenica) | Chiusa lunedì

Ingresso: 10 €; ridotto 8€

Per maggiori info: info@museodeltessuto.itwww.museodeltessuto.it

E’ a disposizione di ogni visitatore inoltre una APP gratuita, scaricabile su IOS e Android, utilizzabile su smartphone o tablet, adoperabile anche come web app scannerizzando un qrcode all’ingresso del museo. Grazie alla particolare tecnologia dell’app, basta inquadrare le teche con la fotocamera del proprio cellulare per avere a disposizione una “assistente digitale” che, durante la visita, spiegherà i contenuti delle teche e degli oggetti esposti proprio come farebbe una vera guida professionale. I contenuti audio sono disponibili in italiano, inglese e spagnolo.